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domenica 29 maggio 2016

Applausi veri per Virzì

Kiave di lettura n° 185

Da sempre il suo stile è riuscito a far centro nei miei gusti cinematografici. Non sono un esperto in materia, e spesso mi affido più alle sensazioni a pelle o al "nome" dell'attore, in rari casi a quello del regista, lui è uno di quelli. Parlo di Paolo Virzì come ho avuto modo di scrivere, uno, due, tre volte.
Il tema del film era di quelli che potevano essere la famosa buccia di banana per molti, ma non per il regista livornese. La storia è basata su una strana coppia che si forma in una comunità terapeutica del pistoiese, dove una "signora dal doppio cognome" e dai modi aristocratici stringe amicizia con una ragazza rifiutata da tutti e con il solo punto di riferimento di un padre che l'ha abbandonata per un carriera da cantante di locali. Una con i suoi vestiti di lusso ed i suoi atteggiamenti da signora altolocata, l'altra con "senza fine" nelle cuffie con la convinzione che sia una produzione del padre. Le due troveranno uno strano feeling dato da diversità e poli opposti ed in una sorta di omaggio a "Thelma e Louise" partiranno per una sorta di fuga alla ricerca di spazi e di chiarimenti di quello che nelle loro vite era rimasto aperto. "Tu sei matta" è la frase che a vicenda le due si ritrovano a dirsi, "matta vera" per rafforzare la propria opinione. Due piccoli esempi del percorso tra la dolcezza e l'amaro della realtà che le circonda e che colora il film. Non mi piacciono le anticipazioni troppo accurate, quando sono troppo esplicative del racconto e della trama quindi mi fermo qui. Vi racconto però di quanto Donatella e Beatrice siano perfette in questa storia, quanto Micaela Ramazzoti e Valeria Bruni Tedeschi che le interpretano siano bravissime, da applausi.
La storia è raccontata con la solita amara ironia dal maestro livornese, "NON SERVONO PAROLE" clamorose per descrivere la sua capacità di rendere commedia anche il dramma e di rendere commovente anche la commedia. Ci sono momenti in cui si ride, amaro, ed altri in cui ci si commuove, di cuore. La storia potrebbe cadere nel patetico o nel già visto, ma sfiora soltanto questo rischio e nel percorso tra latin lover improvvisati (il grande Bobo Rondelli e la sorpresa Graziano Salvadori), vecchi parenti indisponenti (Marco Messeri e Bob Messini) e sguardi di passanti incuriositi ("signore tutto bene?" "noi sì grazie, e voi invece con quegli strani indumenti?") arriva a completarsi con un racconto finale sulla passeggiata di Viareggio che mette a dura prova lacrime e commozione ed esalta lo stile e l'interpretazione di un duo di protagoniste clamorosamente allineate su un voto da lode.
Un cast perfetto, nelle scelte degli attori e nelle scelte interpretative degli stessi, un "copione" che non cade nel patetico o nel banale ma nel dolceamaro di una commedia piena di affetto e di stile. I paesaggi toscani, lo sfondo di Calafuria, il percorso della passeggiata di Viareggio accompagnano Micaela e Valeria in una lunga camminata ideata e strutturata in modo perfetto ed interpretata e vissuta da loro in maniera egregia e da chi ha la fortuna di guardarle in questo grande film in modo totalmente rapito ed ammirato.
BIGNAMI: come ho consigliato ai miei colleghi, dico anche a voi la stessa cosa: "andate a vederlo e veloci, che sia mai debba essere tolto e sarebbe un rammarico clamoroso".
Ancora complimenti Virzì, davvero un gran film.

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