venerdì 30 luglio 2021

Misteri da spogliatoio

Il K-libro di Luglio
qui il mio intero
Katalogo
AUTORE MISTERIOSO 
"Io sono il calciatore misterioso"
ISBN Edizioni

Un libro strano, curioso, scritto da "dentro". Una sorta di reportage scanzonato ma anche fortemente critico di quello che è il mondo del calcio ed il relativo habitat naturale: lo spogliatoio. Nato da una rubrica sul giornale "The Guardian", diventata da subito un riferimento seguitissimo dai lettori, il libro è una sorta di prosecuzione (ed esplosione in senso narrativo) degli stessi articoli cercando di non perderne intensità e fascino. 
Si passa dal gossip delle uscite serali al regolamento interno da seguire, dalle gelosie tra compagni alle scelte societarie su cessioni e multe, dalle rivalità di campo ai rapporti più o meno intensi con tifosi avversari e non.
La cosa che più attrae è la cosiddetta "violazione della sacralità dello spogliatoio" cosa rarissima in questo mondo. Per chi ama il calcio e quello che "LO RENDE TREMENDO E STUPENDO" è davvero un libro interessante ed affascinante. Il fatto di essere sostanzialmente un libro composto da singoli racconti, anche se raccolti in capitoli ben organizzati, ha i pro ed i contro tipici di questo tipo di lettura (rischio di perdita del filo conduttore e pericolo di ripetitività) . La descrizione di storie e vicende da un punto di vista diverso dal solito "quadretto idilliaco" cattura sicuramente chi legge. I pre - partita raccontati da chi li ha vissuti da protagonista sul campo così come gli impatti con l'altra tifoseria in stadi stracolmi pronti a tutto per sostenere la propria squadra sono tra i momenti più avvincenti del libro. In modo diverso ma ugualmente accattivante strappano sorrisi l'ironia ed il "colore" utilizzato per alcune storie di extra-campo. 
L'obiettivo di non perdere l'interesse dei lettori attratti dalle storie della rubrica è quindi quasi totalmente raggiunto dal misterioso autore del libro. Il solo difetto emerso è infatti quello di un ripetersi un po' troppo frequente di storie abbastanza simili che rende un po' più pesante lo scorrimento del testo. Probabilmente non aiuta il fatto di dover mantenere anonimi i riferimenti principali cosa che alla fine tende ad appiattire un po' le storie stesse. Nel complesso però una lettura che consiglio agli amanti del calcio.

CINQUE CITAZIONI
1 - "...fare il manager significa esattamente quello che lascia intendere il titolo ovvero gestire situazioni e problemi, che riguardino persone, incarichi, media, aspettative o qualunque altra cosa..."
2 - "...nel momento in cui avevamo bisogni di una guida, lui ci aveva venduti per trenta denari. Non lo perdonammo mai e da quel momento fu ostracizzato dalla squadra..."
3 - "...devo ammettere che non esiste sensazione paragonabile al sentire decine di migliaia di tifosi che urlano il tuo nome, soprattutto quando hai appena segnato un gol. Per qualche secondo ti sembra di galleggiare..."
4 - "...i tifosi non sono proprietari del club ma a tutti gli effetti il club appartiene a loro..."
5 - "...forse non mi restano molti beni materiali, forse ho meno soldi di altri colleghi ma in quanto a felicità tutti mi guardano con ammirazione..."

Mia personale VALUTAZIONE: *** - tre stelle su cinque

domenica 25 luglio 2021

Sceriffo maldestro

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 446
La parte di vita che strizza l'occhio allo schifo ha avuto un picco martedì scorso. Ormai è notizia nota a tutti quella che ha avuto come scenario quello di Voghera. In una vicenda dai contorni ancora da chiarire nei particolari e da seguire nel suo percorso giudiziario quello che è emerso è stato lo schifo di un gesto che ha lasciato sconvolti. O almeno avrebbe dovuto.
Un assessore, alla sicurezza...SIGH...., del Comune di Voghera ha infatti sparato ed ucciso un uomo di 39 anni reo, pare, di averlo spintonato. Ma soprattutto reo di essere di nazionalità marocchina e di avere dei precedenti penali. Così è stata da subito impostata la difesa dell'assessore da parte dei suoi legali ma soprattutto da parte del suo partito politico che, curiosamente, è la Lega. "QUESTA MERDA INTORNO" alla giustificazione preventiva è stata ovviamente alla base della giustificazione d'ufficio messa in atto dal segretario del partito che non ha perso un attimo per ribaltare la realtà dell'evento e mettere sotto i riflettori dell'accusa la vittima.
I fatti ovviamente sono da appurare da chi opererà le indagini e successivamente da chi stabilirà colpe/reati, ma ci sono dei fatti oggettivi che non sono da appurare. Youns El Boussetaoui, la vittima, non aveva armi con sé mentre l'assessore ne aveva una carica e senza sicura grazie ad un porto d'armi ottenuto per le situazioni di pericolo per la propria incolumità. Situazioni di pericolo. Evidentemente per "lo sceriffo" (così lo chiamano i conoscenti) il pericolo di affrontare persone disarmate era talmente elevato da circolare con pistola carica e senza sicura appunto. Curioso senza dubbio.
E curiosa (e nemmeno originale) la solita inversione a U letta ed ascoltata da parte dello stesso assessore. Da "sceriffo" a "sbadato/sfortunato" a cui è partito un colpo inavvertitamente e/o a semplice "difensore legittimo". Come se la legittima difesa potesse essere in qualche modo abbinabile alla versione del "colpo partito inavvertitamente", ma credo sia troppo tentare di spiegarlo ai suoi difensori d'ufficio di partito. Comunque sia lo sceriffo, così coraggioso e retto, si è autodefinito maldestro e sulla difensiva appena vista la malaparata. Lo sceriffo.
Il suo capo invece come al solito non ha perso l'occasione per puntare il dito contro la parte debole. Contro la vittima trasformandola in colpevole. Chissà, come hanno detto in molti, quale sarebbe stata la difesa d'ufficio dello stesso leader se le parti fossero state invertite ed a sparare fosse stato Youns ed a morire lo sceriffo
In tutto questo una persona di 39 anni non c'è più. Per colpo partito inavvertitamente? Per legittima difesa? Per attività da sceriffo? Per eccesso di difesa? Quel che è certo è che è morto perché qualcuno aveva una pistola in tasca e la portava con il colpo in canna e senza sicura e l'ha usata contro una persona disarmata. Ma cosa conta, in fondo era un uomo marocchino "noto alle forze dell'ordine per i suoi precedenti" (cit. SIGH), quindi.....

domenica 18 luglio 2021

Per la GKN

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 445

Ci sono le ordinanze del sindaco (che per primo si è messo in prima linea al fianco dei lavoratori) che vieta la circolazione dei tir nel territorio comunale in direzione dello stabilimento GKN per evitare lo smantellamento dei macchinari.
Ci sono i camion che hanno la deroga rispetto a questa specie di embargo, autorizzati dalle ordinanze comunali perché diretti allo stabilimento per portare cibo da parte di Coop ed Ipercoop.
Ci sono volontari di ANPAS e Misericordie che allestiscono cucine da campo e tende per le necessità dei presidi.
Ci sono cittadini "comuni" che passano dallo stabilimento per dare il loro contributo di vicinanza, ascoltando le storie, le paure e le emozioni di chi da una settimana è involontariamente protagonista di una clamorosa storia di diritti calpestati.
Ci sono sindacati che fanno sentire la loro voce, si affiancano agli operai e provano a fare il possibile affinché non siano permessi ulteriori scempi.
Ci sono 422 dipendenti (più un indotto difficilmente quantificabile) che non mollano di un centimetro e chiedono rispetto e dignità. "QUANDO SAI COM'E' L'ABISSO NON SEI PIU' LO STESSO" ma nonostante questo nessuno di loro ha saltato un giorno di presenza e non ha arretrato di un passo.
C'è poi uno sciopero.
Per loro e con loro domani Campi Bisenzio, Firenze, Prato ed in generale la Toscana scenderà in piazza a manifestare. Uno sciopero di quattro ore per manifestare vicinanza ai lavoratori della GKN e per fare sentire una voce unica a favore di lavoro, diritti, rispetto e dignità.
Nella speranza, come dicevo una settimana fa, che:

qualcuno che ha la forza di intervenire lo faccia e che finalmente si possa far capire che oltre guadagni, investimenti e potere contano anche le vite. Quelle di chi in quella fabbrica ci sta 8 ore al giorno, quelle delle famiglie dei lavoratori, quelle che gli stessi programmavano contando su uno stipendio che fino all'arrivo di quella "busta" sul pc era certo. Ed a queste vite si deve rispetto. 
R I S P E T T O.

domenica 11 luglio 2021

Email sconvolgente

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 444
Alla periferia di Firenze da venerdì è in atto qualcosa che ha sconvolto per forma e sostanza. Allo stabilimento della GKN a Campi Bisenzio infatti si è fermato il mondo per un'email che i dipendenti hanno ricevuto in una "giornata di ferie imposta" dalla stessa proprietà. Una comunicazione che annunciava il licenziamento immediato e generale di 422 dipendenti e la chiusura altrettanto immediata dello stabilimento. 
Quando ho letto la notizia ho dovuto rileggerla più volte perché non riuscivo ad essere certo di aver capito bene. Convinto di aver perso un passaggio o qualcosa che in qualche modo fornisse degli elementi in più a questa storia irreale anche se purtroppo nemmeno nuova.
Mi sono immaginato alcune delle storie legate alle vite "travolte" da questa notizia. Ho immaginato un ipotetico Mario che staccando dal turno di notte torna a casa e magari prima di riposarsi un po' apre l'email e trova questo regalo. Ho pensato ad un'immaginaria Lucia magari al mare per il giorno di ferie che le hanno imposto che comincia a leggere nella chat di colleghi di notizie terribili su email arrivate che ancora lei non aveva controllato. Ho ipotizzato lo sconvolgimento di un Paolo qualsiasi che non era (come nessun altro) al corrente di niente ed in meno di un minuto ha visto sconvolto la sua vita, quella dei suoi figli e della sua famiglia. 
E tutto tristemente si concretizza quando dall'articolo sono a passato a leggere o vedere le prime interviste ai lavoratori che si sono riversati in fabbrica cercando di andare oltre la vigilanza che la proprietà aveva imposto a tutela degli spazi aziendali, che evidentemente non erano stati sufficientemente bravi a distruggere in modo virtuale. Nelle loro parole rabbia, paura, tristezza ed impotenza. Per il proprio lavoro, per il proprio futuro, per la convinzione "ANCHE STAVOLTA NESSUNO CHE CI ASCOLTA"Qualcuno invece ha sentito il loro grido di dolore e qualcosa si è mosso. Si sono mobilitati i sindacati, le istituzioni locali, la cittadinanza e le associazioni. Un presidio costante dal momento dell'arrivo di quella sconvolgente email si è "accampato" allo stabilimento della GKN per non far smobilitare e per cercare la luce di riflettori fondamentali per non passare nell'oblio comunicativo. Una forza necessaria ed un coraggio obbligatorio per quelle 422 vite sconvolte da quelle poche righe ricevute per posta elettronica. Non per questo meno apprezzabile e soprattutto da "abbandonare al proprio destino". Per questo mi sento di scrivere questo post e, nel piccolo di questo blog, rilanciare l'appello del sindaco di Campi Bisenzio (Emiliano Fossi) di mobilitarsi ognuno per quanto può e per il suo ruolo. Per lasciare acceso quel riflettore. Per denunciare lo schifo della vicenda. Per non permettere a 422 persone di sentirsi oltre che umiliate ed usate anche abbandonate. Per non girarsi sempre dall'altra parte quando succedono queste cose. Per fare tutto il possibile per non darla vinta a quello schifo di email.
Nel frattempo speriamo che qualcuno che ha la forza di intervenire lo faccia e che finalmente si possa far capire che oltre guadagni, investimenti e potere contano anche le vite. Quelle di chi in quella fabbrica ci sta 8 ore al giorno, quelle delle famiglie dei lavoratori, quelle che gli stessi programmavano contando su uno stipendio che fino all'arrivo di quella "busta" sul pc era certo. Ed a queste vite si deve rispetto. 
R I S P E T T O.

domenica 4 luglio 2021

Del perché non tifo Italia

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 443
Lo confesso, questo post sarà davvero poco interessante. E' uno di  quelli che ancora meno di altri possono catturare l'attenzione di chi per sbaglio o per volontà può passare di qui, ma mi andava di scriverlo. Mi è venuto spontaneo proprio in questi giorni di corsa all'inno di Mameli e di bandiere sui terrazzi
Ad i primi europei con sedi variabili l'Italia di Mancini sta dando grandi soddisfazioni ai propri tifosi, come poche volte era accaduto negli ultimi anni/decenni. Giocando un bel calcio e dando dimostrazione di essere squadra vera. Dall'inizio l'ho indicata come favorita, un po' per un cammino iniziale oggettivamente facile che poteva consolidare le proprie convinzioni un po' per l'oggettiva dimostrazione di quadratura. Con Turchia e Svizzera non c'è stata gara, con l'Austria ha oggettivamente sbandato nella ripresa e per pochi cm (quelli del gol annullato e del rigore non concesso per precedente fuorigioco sempre di spazi limitatissimi) non è andata sotto. Quelli che sanno di calcio dicono che è proprio quando potresti "cadere" e non lo fai che "VINCI CASOMAI I MONDIALI" o gli Europei. Ai quarti di finale dell'altra sera contro la prima avversaria "seria", la squadra di Donnarumma ed Insigne ha riacceso l'interruttore giusto ed ha dominato il Belgio e meritato la vittoria.
Entusiasmo, festeggiamenti, sogni, speranze, ambizioni. Ma su questo carro, mi spiace,  ma non riesco a salire. Ho letto nei giorni scorsi un articolo che ha suscitato molte polemiche. Massimo Fini ha infatti messo giù i motivi per i quali lui non tiferà per l'Italia agli Europei, principalmente riassumibili nella difficoltà di vedere Draghi ed il suo Governo prendersi il merito anche di questa eventuale vittoria. Ecco. Non c'entrano niente con i miei di motivi. 
Da sempre credo che la passione ed il tifo calcistico sia qualcosa che va oltre logica e/o razionalità. Mi sono innamorato del colore viola da piccolo e sono certo che è un amore che non potrà mai finire. Magari si attenuerà come ha fatto in alcuni momenti e come sta facendo adesso, ma non potrà mai sparire.
Sul fronte nazionale il percorso è stato ed è più complicato. Ho conosciuto il pallone per la prima volta durante i mondiali dell'82 con i gol di Paolo Rossi e con la classe di quell' "estemporaneo 9" (Antognoni) che chi mi stava "insegnando il calcio" mi continuava ad indicare come "quello più forte di tutti, il nostro grande Antonio". Ma negli anni in cui la passione si fortifica ed accende il gas (quattordici/sedici anni) a Firenze la nazionale è diventata qualcosa da guardare con occhio critico. Scorie dell'82 e dello scudetto rubato che ti sei sentito raccontare all'infinito che si sono sommate alla vicenda Baggio, alla partita in casa della finale Uefa giocata ad Avellino, Matarrese e le sue ritorsioni, la retrocessione in B con le spinte arbitrali, il fallimento e la C2, Tangentopoli, la qualificazione Champions svanita, la penalizzazione. Un mescolone riconosco. Roba forse "lontana" per molti, di "poco conto" per quasi tutti. Ma non per chi quelle cose le ha vissute sulla pelle negli anni in cui la passione ha deciso che strada prendere e quella somma di cose ha fatto sì che per la maglia azzurra non si accendesse. Anzi. In molti momenti, soprattutto durante gli anni della gestione di Marcello Lippi, il sentimento è stato esattamente l'opposto rispetto al tifo ed ai caroselli, tanto che nel 2006 credo di essere stato uno dei pochi a non essere uscito a clacsonare con la bandiera al finestrino, anche un po' incazzato che i francesi non avessero fatto il loro dovere come qualche anno prima a Mondiali ed Europei.
Il tempo è passato e la voglia di "tifare contro" è un po' scemata, annacquandosi un po' ma sicuramente non completando l' "inversione a U". Così in questi giorni di Europei guardo le partite, apprezzo la squadra e/o la  partita ma mi fermo lì. Come mi potrebbe piacere un'altra nazionale, come potrei guardare un campionato estero. Non riesco proprio a sentirla come "la mia squadra" e son sincero, nonostante la ritenga la migliore, tutto sommato se Spagna o Inghilterra/Danimarca facessero uno scherzetto a BobbyGol e soci non sarei così dispiaciuto, anzi. 
Fine del post poco interessante.