Sommario

domenica 23 gennaio 2011

Ingiusti minuti di silenzio

Il minuto di silenzio prima della partita di oggi mi ha fatto riflettere. Sarà perchè del resto della partita meglio dimenticare tutto, ma la sensazione di disagio nei 60 secondi di imposto e rispettoso silenzio sono gli unici che mi sono rimasti in mente. In realtà è già qualche giorno che mi frulla in testa questa considerazione. Accentuata dall'ennesimo minuto di silenzio, il trentaseiesimo dall'inizio della missione in Afghanistan.
Tanti, evidentemente troppi se addirittura ReSilvio, tra un messaggio alla nazione e l'altro sulla sua intensa vita notturna e di santo redentore di fanciulle in difficoltà, ha dovuto affermare "ci chiediamo se restare lì serva a qualcosa". Già. E chissà chi ce lo deve dire. Stesso rito. Una casualità, un infiltrato, un colpo non programmabile di un terrorista. E poi il Ministro della Difesa con la faccia addolorata che dice che purtroppo è accaduta una tragedia ma il nostro posto è la e come al solito ci "HA PARLATO DI UNA GUERRA GIUSTA". Poi si passa all'immancabile "vivo cordoglio" del Presidente della Repubblica (come dice Spinoza, Napolitano ci sorprende sempre). Poi funerali di Stato a cui partecipano tutti i più alti esponenti e le più alte cariche della Repubblica e dello Stato (sempre che la sera prima non ci siano state "strane" riunioni al locale BungaBunga).
Benissimo, ovviamente per modo di dire. Condivido cordoglio e condoglianze per la famiglia. Dal cuore. Ma mi pongo una domanda. Qualcuno sa che dall'inizio dell'anno quasi 40 persone sono morte sul lavoro? Ed i nostri militari in Afghanistan cosa sono, se non lavoratori? Ed allora è chiedere troppo se mi permetto di chiedere che tutte le morti siano considerate ugualmente? Forse la parata con bandiera italiana, funerali di Stato e Presidente della Repubblica a seguito sarebbe il caso di farla anche per qualche operaio che cade da un'impalcatura, visto che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e non sulle missioni all'estero....
BIGNAMI: sincere condoglianze per la famiglia. Vere. Ma anche profonda irritazione. Quella che nasce spontanea tutte le volte che mi rendo conto che anche nella morte ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B...

4 commenti:

  1. ...tra la gente che se scanna per un matto che comanna... che sto covo d'assassini che ce n'zanguina la tera... fa la ninna, chè domani
    rivedremo li sovrani che se scambieno la stima
    boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti
    nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali
    li rapporti personali. E riuniti fra de loro
    senza l'ombra d'un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone


    zo...pe' quer popolo cojone risparmiato dar cannone http://www.youtube.com/watch?v=Gh7-KD6RtWQ

    RispondiElimina
  2. Come si fa a non essere d'accordo, anche a costo di passare da moralista.

    RispondiElimina
  3. Beh...fa piacere non essere "solo" a pensar 'ste cose....
    ;-)

    RispondiElimina