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lunedì 20 giugno 2011

La favola di Vasco

Un concerto “improvvisato” a San Siro non capita tutti i giorni. Partenza decisa in ventiquattr’ore e mi ritrovo sulla giapponese grigia del “boccia” a ripassare le ultime fatiche del vasco nazionale tra gli aggiornamenti del BuraViola.com che ci apre alla speranza di veder “mr persciò” (cit. Nardo) fare il nostro stesso tragitto, lui però con l’obiettivo di restarci a Milano.
“Ma come? Te a vedere Vasco?” questa l’espressione sorpresa comune a tutti quelli che hanno saputo della mia trasferta. Eppure non ci vedo tutta questa meraviglia nonostante “IL MIO PENSIERO” sull’indiscussa leadership del mio Poeta come cantautore italiano. Certo la rivalità tra fans è nota ed evidente ed anche sottolineata dal buon Vasco durante il concerto (“noi non siamo tipi da Bar Mario”) però onestamente non capisco il non possibile abbinamento dei due. Sarebbe molto più strano l’abbinamento Vasco (o Liga) con Gigi d’Alessio o Ramazzotti, no?
Comunque sia l’occasione era da non perdere. Per la compagnia, per il luogo, per la possibilità di non far saltare la terza voce cantante al trio fiorentino in quel di San Siro ma anche per poter dire “vuoi mettere con Liga?!?”. L’organizzazione BuraTour si è rivelata affidabile, precisa e scrupolosa nel metterci a nostro agio con albergo nell’immediata periferia (più vicini a Bergamo che alla madunina), la definirei la Milano bene, che il portiere c’ha descritto benissimo con la frase di ben arrivate “la macchina la potete anche parcheggiare qui fuori, magari non ci lasciate niente dentro”. L’organizzazione prevedeva un comodo posto al secondo anello (spacciato per primo anello e paventato per terzo) un po’ defilato rispetto al palco dovuto all’ingresso ritardato causa albergo/metro/ri-metro e soprattutto birra/ribirra/riribirra/ririribirra……
Il perfetto tour operator ci ha portato nello stadio con perfetto tempismo, arrivando dal lato giusto di san siro con perfetto intuito da bussola (“mi ricordo anche per liga si arrivò di qui….o no…il paninaro unn’è quello lì?” “Enry quello vende le maglie…”) facendoci scansare quasi del tutto la pioggia e districandosi alla grande tra le mie trappole allargate anche a chi chiedeva informazioni “questo va a rho fiera?” “sì sì” peccato ci sia toccato scendere anche a noi,  e quelle più pericolose del Boccia “no no non è questa la direzione non c’è scritto mica rofiera” o anche “sicuri che si debba scendere lì ? perché lui ha detto all’otto” non capendo bene se voleva farci scendere dalla metro dopo un paio d’ore o solo sbagliare il numero di fermata. In pieno stile “vacanza avventurosa” il rientro a metro chiusa e con un paio di chilometri a piedi nella parte “tranquilla” di cui sopra e la nottata con agenti atmosferici non propriamente regolati (“tutta la notte che c’è questo spiffero ma che c’è la finestra aperta?!?” peccato che ci fosse gli split del condizionatore aperti e la luce dello stesso accesa….ah ‘sto cazzo di condizionatore…).
Superata quindi con eleganza e soddisfazione la parte organizzativa  ha lasciato il passo al concerto. Premettendo che resta il parere su Vasco del pre-partenza (gran cantante ma non il mio preferito) e che i vari pistolotti/sermoni sono stati un po’ troppi (numericamente) e di troppo (non si capiva granchè) direi che è stato davvero un bel concerto. Quasi tutte le canzoni del nuovo album che conoscevo non moltissimo ma soprattutto grandi pezzi del passato: canzone, ogni volta, rewind, guarda dove vai, non l’hai mica capito, sally. Beh su queste il concerto ha giustificato il prezzo del biglietto. Atmosfere magiche che i grandi pezzi di Vasco riescono a portare e diffondere in giro in un mix di rock ma anche contorni dolci e tondi. Poi l’apoteosi con “un senso” che restando comunque LA canzone di Vasco per me ha amplificato tutte le birre bevute (mi sembrava di averla già vista quella scena) fino quasi a farle diventare pelle d’oca. 70.000 persone che hanno riempito SanSiro con le loro tre generazioni diverse e con il loro diverso significato di Vasco, lo sballo, il ballo, la lacrimuccia innamorata, il ricordo lontano, l’attimo vicino; un percorso in cui sono stati trasportati dal loro poeta…passione che riconosco essere ben indirizzata…pur restando fedele al mio di Poeta….quindi Gabry tranquillo il mio conto alla rovescia per CampoVolo è sempre attivo e marca MENO 25…tieniti pronto…..
BIGNAMI: bel concerto, vasco resta un grande e la compagnia di viaggio ha reso questo concerto “improvvisato” davvero notevole……

3 commenti:

  1. Ma che bravi questi amici che ti portano " a sentire i cantanti veri , quei cantanti da Roxy Bar e non da bar Mario!!"!!!! SCHERZO!!! Anche io credo che "sia possibile " la combinazione Liga-Vasco.. anche se io scelgo quella Vasco -Liga..
    Io li ascolto entrambi da tanti anni ma al contrario tuo, per me Vasco è Vasco.. ma ciò non toglie che i concerti di Liga che ho visto ( 3 mi pare... ) son stati dei gran bei concerti!

    Nell'invidiarti molto per la serata a San Siro mi consolo aspettando il 2 luglio, data in cui io me lo vedrò all'Olimpico!

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  2. Visto che amici!!! Menomale che non ho postato le loro foto....o cambiavi idea!!!
    :-)
    Buon Olimpico allora! ;-)

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  3. Mi collego ad internet e mi dico: “apriamo il kappaviola blog vai, per vedere se il boccia ha scritto qualcosa sulla Vasco trasferta”, ma è più una speranza che una realtà conoscendo i gusti del nostro kappa………..e invece sorpresina: il post c’è, e allora me lo divoro in un batter d’occhio, con più di un brividone, di quelli che ti fanno stare bene (anche se con qualche riferimento di troppo al secondo rocker italiano).
    Che dire: bella la compagnia, perfetta l’organizzazione Buratour, nonostante la Flumendosa (che sembra d’essere nel peggior quartiere di Caracas), il caz-zo di condizionatore (ma secondo te con le alette aperte e la luce accesa che butterà freddo o l’era la finestra di’bagno?), che magari se uno un dorme gnudo sta anche meglio (capito mdm il tu’omo gl’ha dormito con un altro ignudo), rofiera che un c’è tra le fermate possibili, la fermata otto che tocca contarle per capire dove scendere, bisceglie che se unn’è per me s’era al Carroccio Pub di Bisceglie ad ascoltare Va pensiero, la leggera camminata di 2,4 km nella ridente periferia di milano (unici abitanti incontrati: un pompiere, un volontario anpas, uno spacciatore e uno che dorme in macchina), un sms oligolopolico inviato ai compagni di viaggio (solo i presenti possono capire, e solo se sei all’inizio della discesa lo puoi mandare), un altro sms da un amico speciale che ti fa bagnare gli occhi, una telefonata ad un altro amico che un capisce icchè gli si fa sentire (neanche noi forse si capiva…….) ma apprezza lo stesso, una rissa all’ingresso del comodo ingresso 1, il meglio panino presente in zona s.siro, una scalinata con patatine sotto braccio, 3 birre in mano e altrettante in corpo, una strana aria fredda che viene all’uscita della metro, il portiere che vuole offrire servizi extra ma ad uno in particolare, enry che fa la scelta sbagliata di prendere l’ascensore, ma soprattutto, finalmente, il grandissimo VASCO A SAN SIRO!!!!!

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