Da dove cominciare? E' un bel problema. Chi mi conosce si aspetta il post che sto per scrivere, e visto che il blog è quasi a "lettura familiare" praticamente tutti i lettori sanno che un post su CampoVolo 2.0 non può mancare. La difficoltà a questo giro è racchiudere tutto in qualcosa che non vada oltre la lunghezza della Divina Commedia e cercare di far passare qualcosa del cocktail di sensazioni ed emozioni di sabato scorso. Ad un evento del genere non potevo mancare, Liga ha chiamato a raccolta e non si poteva dire "ho da fare".
Tornare per il poeta a CampoVolo era un pò come sfidarsi. Inutile negarlo, la volta precedente è passata alla storia per i 180.000 presenti ma il flop per l'acustica fu pesante. Lo dice uno che venera Liga e che era tra i fortunati che comunque sia riuscirono a "sentire" il concerto.
Un flop annacquato dai numeri da record ma comunque sia un flop. A questo giro scenario diverso. Un solo palco rispetto ai quattro dell'altra volta (effettivamente un pò troppo difficili da gestire), numero di biglietti sotto controllo ed organizzazione molto più curata. Ed il risultato onestamente è stato totalmente diverso. Il concerto si è trasformato in evento: dalla "tendopoli", alla struttura allestita per "alleggerire" l'attesa, alla condivisione su internet di scalette ed accessi per la zona fan. E quest'ultima ha sicuramente fatto svoltare il "mio" di evento.
Entrare nella zona appositamente lasciata ai più incalliti seguaci del poeta è stato un colpo, vedere il palco a pochi metri...riuscire a vedere in volto i tecnici degli strumenti mi ha fatto venire i brividi a pensare a cosa sarebbe successo all'attacco di Luciano. Infatti. Brividi e, non lo nego, quasi lacrimuccia al video di presentazione dell'evento e soprattutto all'attacco di "questa è la mia vita" che ha aperto. "LACRIME E BRIVIDI" che hanno accompagnato il concerto in vari punti ed in vari momenti. Come più volte mi sono trovato a guardare il palco, la passerella e gli oltre centodiecimila persone che stavano dietro di noi e dire a Gabry "Non ci credo, ma siamo davvero a Campovolo?" perchè pensare di essere in, più o meno in decima/quindicesima fila è da non credere.
Riuscire a vedere Liga in faccia mentre cammina sulla passerella senza schermi non era pensabile nemmeno ai più ottimisti, riuscire a contare i bottoni della sua camicia poteva sembrare soltanto una battuta.....ed invece così è stato. Ed allora tutto si è amplificato (come per fortuna l'audio che a questo giro sembra non aver fatto brutti scherzi), dalle emozioni alla bocca dello stomaco alla voglia di urlare ogni parola di ogni canzone, dagli abbracci al compagno di viaggio ai salti nel poco spazio vitale. Tre ore non raccontabili, non immaginabili. Strano. Da CampoVolo 1.0 che posso definire il più brutto dei concerti del Liga (zingarata esclusa, che invece resta memorabile) visti a questo che fa pensare l'esatto contrario (anche se è un bella lotta con SanSiro 2002 e con la Flog di tre/quattro anni fa tanto per citare i primi due che mi vengono in mente).
Scaletta che, senza "l'obbligo del nuovo cd" in uscita e con la presenza delle diverse band che lo hanno accompagnato in questi 20 anni, ha spaziato in lungo ed in largo soffermandosi su alcuni pezzi quasi inediti per un concerto: "anime in plexiglass", "figlio di un cane" e la mia "i duri hanno due cuori".
La presenza di una luna piena e luminosa, nella mia traiettoria visiva, proprio a far da "lampione" a Liga e Mauro Pagani durante "piccola stella senza cielo" e "buonanotte all'Italia" ha reso tra il romantico e lo struggente le esecuzioni, così perfettamente realizzate da dire "ok, ho visto tutto" e praticamente impossibile senza lacrime e brividi veri "il giorno di dolore che uno ha" che non è mai stata così "dura" da ascoltare, tanto da riproporre ancora lo stesso effetto ora che ci ripenso.
Questo solo per le perle regalate lungo la passerella che era ancora più vicina a noi del palco, perle concluse con "il peso della valigia" dove addirittura riuscivo a leggere il monitor posizionato ai suoi piedi.
Sul palco hanno poi dato il meglio di sè i soliti pezzi che in una scaletta da concertoLiga non potevano certo mancare: "vivo morto o X", "non è tempo per noi", "balliamo sul mondo", "urlando contro il cielo" solo per citare quelle che mi vengono alla mente immediatamente con "atto di fede" che vince il (mio) premio per la canzone meglio riuscita della serata
E poi tutto il resto: un palco che non finiva mai, schermi giganteschi che raddoppiavano, triplicavano ed oltre le emozioni che la chitarra del Liga riusciva a produrre, band che si alternavano e non notavi differenze di armonia o ritmo. Tanto che credo che la "frase del concerto" sia quella di Gabry, che dopo il nostro entusiasmo e l'ossigeno che marcava riserva su "tra palco e realtà" mi ha urlato: "Prima o poi ne farà anche una brutta, no?".
Il susseguirsi delle canzoni che vorresti non finisse mai e che invece si chiudono in quel "tacabanda" che da canzone ironica riesce a spiegare al meglio tante cose, molto più di un testo impegnato. Passerella ed inchini come da copione ed un personale inchino che faccio oggi io a chi ha allestito questo spettacolo. Tre ore volate via in una sfida con Campovolo che a questo giro Liga vince senza discussione in un evento così clamoroso da averlo ancora qui, ben presente nelle sue lacrime e nei suoi brividi.
BIGNAMI: come detto più volte, con Liga non sono un giudice obiettivo e comunque sia per me "va bene", però riconosco quando quel per me non è solo una passione personale ma oggettiva. CAMPOVOLO 2.0 è stato oggettivamente uno spettacolo. Se ci aggiungo tutto il resto dal viaggio, alla compagnia preconcerto, alla compagnia durante il concerto, al rientro in b&b con il bagno sbagliato, al risveglio per colpa di una bussata, alle emozioni ancora vive nella macchina il giorno dopo posso dire che diventa uno spettacolo difficilmente ripetibile. Un successo per Liga e per chi c'era a goderselo.
devo proprio dire che, leggendo questo post ho provato emozioni quasi come fossi stato veramente là sotto con voi!
RispondiEliminaDeve essere stato un vero spettacolo...
Enzone con le parole riesci ad esprime davvero a pieno tutte le emozioni che abbiamo provato durante questo autentico evento/spettacolo di un artista che ormai inseguiamo da una vita, ovunque e comunque...
RispondiEliminaA questo giro penso che il Liga abbia proprio esagerato, tanto che se vorremo apprezzare i concerti futuri (almeno che non si ritiri anche lui) dovremo agire, come si diceva, sulle "variabili" pre-concerto!
L'unica variabile da non considerare è quella della tua compagnia ad ogni Ligabuata!!
a dopo!!
Grazie Enry, son contento di aver fatto passare il messaggio....non era per niente facile per uno spettacolo del genere!
RispondiEliminaGrande i'Gabry, grazie! La coppia non si può sciogliere o ìLiga 'un comincia nemmeno il concerto se non ci vede!!!!
:-)
aspettavo il post con tanta sana inviadia per chi se l'è godota... che spettacolo
RispondiEliminaTutto questo delirio per Ligabue?!?!?
RispondiEliminaSai che non condivido questa passione, ma posso immaginare la soddisfazione....di contargli i bottoni! Che malattia!!!
:-)