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martedì 20 marzo 2012

Procrastinare un contratto

Appuntamento con Writing Tuesday di Interno 105


PROCRASTINARE

Erano "..a causa delle difficili condizioni economiche generali, ci vediamo costretti a PROCRASTINARE a data da destinarsi la sua assunzione.." le parole che rimbombavano nella sua testa. Parole non dette, ma scritte sulla lettera arrivatale dalla società per cui aveva già collezionato un numero notevole di contratti a progetto e che si era impegnata ad assumerla a tempo indeterminato dalla fine del suo ultimo contratto. Non riusciva a credere a quanto rilesse più di una volta. Non poteva essere successo proprio a lei. Aveva festeggiato con suo marito ed i suoi due figli la sospirata assunzione, dopo tanto precariato. Ricordava ancora la cena ed il sorriso sul suo volto e su quello della sua famiglia. Finalmente potevano "respirare" un pò, dato che solo lo stipendio di suo marito non li avrebbe portati da molte parti se non ad uno scarso 20/25 del mese. La stabilizzazione della sua posizione invece portava luce e speranze. Di minori sacrifici, di qualche cena fuori come quella e magari di un piccolo viaggetto, magari non lontano ma pur sempre una piccola vacanza che non fosse la campagna dei nonni.
Invece quella busta anonima trovata la mattina nella buca delle lettere aveva fatto sparire tutto il buon umore di quel periodo. Ed ora? L'avrebbero davvero assunta, magari più avanti? Le avrebbero fatto di nuovo un odioso contratto a progetto, dove di progetto non c'era neanche l'ombra?
Martina "IMPRECA E TIRA FUORI I CONTI DEL" periodo e vede quello che già sapeva: il prossimo mese, senza il suo nuovo lavoro tanto agognato e solennemente promesso, il conto corrente avrebbe segnato rosso scuro e la banca avrebbe bussato alla sua porta. Cosa gli avrebbe risposto?
Chissà se anche la banca avrebbe accettato una proroga sui suoi debiti come gli chiedeva la sua società, chissà se anche il direttore della banca avrebbe sottoscritto con lei un contratto con un progetto di rientro della somma che doveva. Chissà.
Intanto i bambini aspettavano a scuola il suo arrivo e lei non poteva tardare ulteriormente, nè scervellarsi o piangersi troppo addosso. I bambini da prendere, la spesa da fare, la cena da preparare. Non aveva tempo per imprecare contro la sua società in questo momento, con la tristezza nel cuore e la preoccupazione nel cervello prese le chiavi dalla tavola e si avviò verso la sua macchina.

4 commenti:

  1. ottima descrizione
    troppo veritiera purtroppo

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    1. Purtroppo di fantasia ma molto attaccata al reale.... :-)

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  2. TRISTE STORIA DI TROPPE FAMIGLIE!
    Sarebbe bello fosse solo fantasia...invece qui è un gran casino...
    bravo, ritratto perfetto di una realtà imperfetta...

    Ovviamete commento in ritardo perchè ho come al solito.. scritto in ritardo!

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  3. Grazie per i complimenti e condivido l'attualità dell'imperfezione purtroppo!

    Ormai conosco i tuoi "tempi"!!! :-)vado a leggere il tuo!!!

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