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venerdì 30 novembre 2012

Aspettativa sbagliata

Kiave di lettura n° 7

Quando il libro che leggo non mi convince totalmente, ho delle difficoltà a scrivere qualcosa al riguardo. Certo se mi fa orrore, seppellirlo di critiche è più facile, ma se il giudizio è solamente "non buono" diventa più difficile. Spesso infatti sono sensazioni "a pelle" che sono difficili da spiegare e da condividere, che possono anche dipendere dal momento in cui certi libri si leggono oppure dalle aspettative. E credo che in questo caso sia successo proprio questo.
MASSIMO CARLOTTO - "Il fuggiasco" - E/O Tascabili
Peccato. Sì perchè riponevo molta fiducia nella penna di Carlotto ed invece sono rimasto un pò deluso dal libro il Fuggiasco. Ho letto con interesse le note sull'autore presenti nel libro e la sua storia mi aveva incuriosito e portato all'acquisto. Ma temo di aver sbagliato libro. Mi aspettavo un romanzo che avesse dei riferimenti alla sua storia, ma comunque un romanzo, invece lo definirei più un saggio sulla vita e le vicissitudini di un latitante. E superare la differenza di "genere" non è stato per niente facile. Lo stile di scrittura di Carlotto non mi dispiace, non cade nel retorico nè nel patetico nonostante la storia non sia per niente leggera. Cerca di dare al racconto ed agli aneddoti del libro sfumature ironiche, tanto da non dirottare mai la scrittura sulle vicende processuali ma concentrandosi su pensieri e sentimenti della persona in fuga, che cerca il modo migliore per mantenere il suo anonimato totale, tanto da far dire a chi lo circonda "FORSE E' UNO SNOB, FORSE UN BARBONE" e di fatto non avere ulteriori problemi.
L'obiettivo è quello di toccare gli argomenti in maniera vera ma senza esagerare con i particolari delle descrizioni che possono rendere retorici alcuni passaggi della trama. Si va da un tentativo di fotografare l'aspetto del fuggiasco "il look per un latitante è fondamentale, per questo la necessità di uno studio accurato dei particolari" al tentativo di creare personaggi diversi in base all'interpretazione del momento "poi venne Gustave; nel mio intento doveva essere la variante intellettuale di Bernard, ma venne sempre interpretata come la variante belga"; ovviamente restano bene presenti gli argomenti principali della storia, dalla linea politica che attraversa in secondo piano tutta la vicenda "aggrapparsi alla politica è un alibi, un muro dietro cui ti nascondi per non guardare la realtà" e soprattutto le difficoltà oggettive e soggettive di vivere una parte importante dei propri sentimenti e delle proprie emozioni  "l'amore è strano, ti nasconde la realtà e ti fa aggrappare alle speranze più assurde" "la cosa più straziante sarebbe stata quella di non vedere più i miei amici, quella che non sapevo come affrontare".
L'intento di Carlotto riesce a metà, almeno con me, perchè se è vero che la lettura scorre e non ne risente mai a livello di pesantezza è anche vero che la storia non riesce a prendere totalmente. Per questo dico peccato....perchè mi aspettavo qualcosa di molto meglio....ma credo che molto abbia fatto l'errore di aspettarsi un vero e proprio romanzo.....ri-peccato....
BIGNAMI: son convinto che con il genere giusto, lo stile di Carlotto mi possa piacere molto.....per questo sospendo il giudizio fino al prossimo "incontro"....su questo infatti vi direi....di cominciare da un altro libro.....

2 commenti:

  1. Interessante questa tua recensione ma non ho letto questo libro....attendo il tuo prossimo, definitivo giudizio, ciao!

    Lena

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