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venerdì 26 aprile 2013

Ora e sempre Resistenza

Kiave di lettura n° 28

Difficile trovare qualcosa da dire su una giornata così importante, fondamentale e piena di significato come il 25 aprile. Una sorta di "GIORNO DEI GIORNI" della nostra repubblica, fondamentale per la sua nascita e per il suo mantenimento in vita. 
Pur condividendo per molti aspetti il post di Beppe Grillo di oggi, non riesco a condividerlo totalmente. 
Sono miei come suoi i pensieri ed il disgusto per la situazione politica attuale, per il prossimo futuro governo possibile, per il perdurare di venti anni di politica orribile e per l'elezione di un presidente della repubblica tra l'osceno e l'inguardabile
Posso anche capire lo spirito con cui scrive "se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere" ma non riesco a condividere la parte in cui invita a non parlarne o non celebrare questa data
A differenza di buona parte dell'opinione pubblica (che ovviamente ha preso la palla al balzo) non ci vedo filofascismi o tentativi di non inimicarsi una parte del suo elettorale con lo sguardo a destra, ma solo l'ennesima esasperazione sbagliata del suo stile molto discutibile in generale non accettabile quando non definisce con nettezza la distanza da ogni tipo di fascismo o di richiamo ad esso. In questo caso, non credo ci sia una mancanza di rispetto verso la giornata della Liberazione ma solo un uso della stessa come paragone con la situazione attuale per screditare quest'ultima ancora di più. E se da una parte la cosa regge, dall'altra non riesco a seguirla.
Perchè la Resistenza è "ora e sempre", perchè la Resistenza è trasmissione di storie, di pensieri, di lacrime, di lotte per riconquistare quella libertà che adesso sembra troppe volte scontata o appurata ma che è passata e passa obbligatoriamente dal ricordo di una Liberazione che si rese necessaria contro la tragedia fascista.
Non credo faremmo un giusto omaggio ai resistenti, ai partigiani ed ai finalmente liberati se per disprezzo della situazione attuale ce ne stessimo in silenzio ad omaggiarli. Dobbiamo far passare il loro messaggio, ricordare, comunicare e se necessario anche urlare quanto quello di cui ci beiamo tutti oggi: la libertà.
Credo che nei racconti degli iscritti all'ANPI, nei documenti rimasti di quel tempo, nelle storie di nonni, conoscenti o genitori ci sia la voglia di non perdere mai quel seme così vitale buttato in quel 25 aprile di tanti anni fa. Un seme da raccontare ogni giorno, ogni anno, ogni 25 aprile, perchè restare in silenzio, anche un solo anno, potrebbe risultare un giorno molto pericoloso.

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