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venerdì 24 maggio 2013

Aperto tutta la notte....e da frequentare....

Kiave di lettura n° 32

Kiave di lettura che torna all'antico questa settimana con la personale "recensione" di un'interessante lettura fatta.
Come spesso accade i "bis" sono sempre da prendere con le molle e con i dovuti piedi di piombo per l'immancabile paragone con l'esordio positivo.
Devo dire che Trueba ha superato l'esame, magari non con lode, ma ha superato l'esame; sto parlando del suo secondo libro, ecco quello che ne penso.
DAVID TRUEBA - "Aperto tutta la notte" - Feltrinelli
Ho scoperto David Trueba per caso, un giorno di diversi anni fa tra gli scaffali della Feltrinelli con il suo primo romanzo "Quattro amici". Incuriosito dalla descrizione di un libro che sembrava la versione spagnola di una zingarata di monicelliana memoria sono rimasto molto ben impressionato dal libro, anche se il paragone riconosco essere troppo "alto". E' stato però un impatto positivo con l'autore spagnolo che mi ha lasciato belle sensazioni ed alcune frasi di quelle speciali da portare nel bagaglio personale. Da allora, non ho approfondito la conoscenza con Trueba leggendo altro, forse un pò spaventato dall'idea di rimaner deluso dal mancato bis che spesso c'è con autori per te nuovi. Invece di recente ho visto sugli scaffali il secondo romanzo e visto che non è che sempre "SERVE COMUNQUE UN MOTIVO" per scegliere un libro ho "rischiato" l'operazione bis.
Devo dire che non è andata male. Un pò l'effetto "non arriva ai livelli del primo" c'è stato, devo riconoscerlo, ma è comunque un romanzo che regge e si fa leggere. La storia da zingarata del primo libro si trasforma nel racconto di una famiglia con molti figli, mamma, babbo e nonni nonchè i relativi intrecci e rapporti reciproci. Come dice Trueba "non si può dire di conoscere una famiglia solo perchè se ne conoscono i componenti. E' il modo di vivere e stare insieme che dà un senso a ognuno di loro." e lui riesce a descrivere perfettamente il reciproco modo di stare insieme, quello di volersi bene, sopportarsi e conoscersi a vicenda. Nei rapporti tra di loro e con il mondo esterno fanno capolino il desiderio "aveva appena capito che il desiderio è il peggiore e il più crudele degli assassini", il dolore nelle sue varie forme di espressione "non esiste dolore che una buona favola non aiuti a sopportare" "il funerale risultò essere una frode al dolore autentico, come sempre accade", le varie rappresentazioni dei ricordi "dentro di lui era stato tirato il sipario di uno spettacolo già visto" ed i momenti di riflessione "il problema nasce quando uno si ferma a pensare".
La storia ha come filo conduttore l'unica protagonista non componente della famiglia, che in qualche modo condivide e si rapporta con tutti i maschi della famiglia, dal nonno ai sei figli maschi. Storie parallele, convergenti, diverse ma anche molto simili "la famiglia Belitre al completo unita in una sonora risata: questo è il più bel ricordo che serbo di loro"che passano dall'ironia alla dolcezza e dalla leggerezza alla profondità del dolore.
Trueba in questo è molto bravo, nel mescolare tutto senza perdere mai il percorso della storia; l'ironia apprezzata nel libro precedente emerge anche in questo, trovando probabilmente meno spazio ma uguale intensità. Riesce anche a far passare concetti ed espressioni non banali anche quando la storia rischia di rallentare un pò per una trama a volte non troppo scorrevole. I protagonisti si diversificano per milioni di aspetti e caratteristiche come nelle "migliori famiglie" e danno al rapporto con gli altri componenti una visione diversa, totalmente propria. A tutti però Trueba è come se donasse una bussola (alcuni la seguiranno di più altri di meno), un unico e vero punto di riferimento "la casa: l'unico posto aperto tutta la notte" (A. Bierce)
BIGNAMI: libro che consiglio, anche se ritengo che se non avete letto "Quattro amici" vi convenga partire da quello che a mio giudizio ha una marcia in più; resta comunque un libro da leggere, piacevole e per niente banale anche "Aperto tutta la notte"

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