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venerdì 6 dicembre 2013

ZeroZeroZero da Dieci

Kiave di lettura n°60

Dopo un pò che l'ho letto cerco di scrivere qualcosa su un libro che mi ha davvero colpito e che ha fatto centro meritando uno dei primi posti tra gli ultimi libri letti ed un "NUMERO ESAGERATO" di spunti e di elementi da ricordare ed evidenziare per i quali non posso che ringraziare chi ha voluto regalarmelo, GRAZIE ancora. Di cosa e di quale libro parlo? Seguite e leggete questa Kiavedilettura e lo scoprirete.
ROBERTO SAVIANO - "Zero Zero Zero" - Feltrinelli
Il percorso che mi ha portato a leggere "Zero Zero Zero" parte da lontano, da un vecchio racconto di Saviano "Il contrario della morte" pubblicato con il Corriere della Sera. Da lì il suo stile mi ha clamorosamente affascinato, la sua capacità di rendere immagini pagine di scrittura su argomenti clamorosamente complessi. Il racconto che dicevo sopra parte dalla ricostruzione di casi di morte di militari in missione di pace, argomento per niente leggero ma che mi ricordo non mi impedì di fumarmi il racconto in brevissimo tempo, un volo aerea per Dublino. Poi "Gomorra" e la magnifica sensazione di leggere e vedere che si trovava confermata passo dopo passo. "Vieni via con me" un bell'intermezzo di racconti ma è con questo libro che Saviano continua degnamente il percorso intrapreso con il racconto che tanto successo ha avuto in tutto il mondo.
Ho assistito alla presentazione del libro ed in un'altra giornata anche l'onore di stringergli la mano: "due volte in un mese, che onore" gli ho detto emozionato mentre lui si toccava la mano indolenzita non per la stretta ma per i troppi autografi e dediche. Un sorriso velato, uno sguardo profondo e la sua stretta. Con queste premesse, ZeroZeroZero non poteva che essere un successo come in effetti è stato. Un libro che racconta da dentro il mondo della droga, il percorso della stessa, i suoi utilizzatori "se non è lui è....chi la usa è lì con te" che con i suoi nomi ed i suoi intrecci stordisce come ammette Saviano stesso. Dura tenere il passo e provare a ricordare assimilando percorsi e storie. Son sincero, in molti punti ho perso un pò il filo, ho confuso nomi e vicende ma non mi sono arreso. Ho continuato perchè guidato da una scrittura con uno stile invidiabile e dalla capacità di rendere avvincente una storia dai mille rivoli e dalla molteplice via. Non c'è bisogno che incensi io lo stile di Saviano, il suo essere unico, la sua penna dalla capacità unica di fotografare e filmare più che scrivere. La sua voglia di scavare ed andare a fondo emerge in ogni capitolo, in ogni descrizione, in ogni storia. La consapevolezza di mettersi spalle al muro con i racconti  e le inchieste e la voglia di un mondo dove raccontare ed ascoltare non sia coraggioso ma abitudinario. Un inizio scoppiettante con una descrizione della city da mettere i brividi e rimanere a bocca aperta, che diventa spalancata quando si passa ad analizzare dati e numeri "tocca a te armarti di santa pazienza e di una calcolatrice. Sicuro che ne verrai a capo. Cosa? Ti gira la testa? Anche a me".
La parte centrale del libro (dalla Calabria alla Colombia) ho oggettivamente stentato, magari anche a causa di un periodo di lettura più lenta e difficile, con più tempo a disposizione la cosa è migliorata ed esplosa sui capitoli dedicati alle influenze della camorra "la paura è l'istinto più vitale, quello più da rispettare. La codardia è una scelta, la paura uno stato" mafia russa, donne di droga, reporter coraggiosi, mezzi e metodi di trasporto che ho praticamente bevuto più che letto, per arrivare di corsa al capitolo finale ed ai ringraziamenti per prendere un cazzotto nello stomaco dato da quelle pagini finali che lo confermano scrittore con la S maiuscola oltre che grandissimo giornalista d'inchiesta "arresti, prigioni e tribunali valgono la metà rispetto al pericolo che può generare conoscere". Un finale degno delle più alte aspettative e che conferma la mia sensazione "assordanti pugni nello stomaco, ma perchè questo rumore lo sento solo io?". Un racconto che arriva dentro come quello sguardo tra il timido ed il fiero mentre racconta storie di privazioni, affari e soprusi "la ferocia si apprende, non ci nasci" "quando provi un dolore che non riesci a sostenere hai la perdita totale di orientamento psicologico". Un finale che comprende e si esalta anche nei ringraziamenti dove, leggendolo con l'attenzione dovuta, emerge impegno e lavoro necessario e realizzato per produrre un'opera del genere. Un'opera sì, perchè ZeroZeroZero non può che definirsi tale, un'opera di altissima scrittura che merita applausi per come è realizzata per come colpisce, per quello che rappresenta e per l'impegno che è costato, costa e costerà a Saviano "tutto questo vale la pena? per quale ragione?" "sino a che qualcuno o qualcosa non mi uccide, non potrò che continuare a giocarmi il mio numero" "la morte non la cerchi, saresti un idiota, ma sai che è lì".
Un'opera che ha il sapore di qualcosa di davvero speciale.
BIGNAMI: dopo Gomorra, anche ZeroZeroZero va di diritto in quella virtuale libreria di libri di cui proprio non si può e non si deve fare a meno.

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