Kiave di lettura n° 64 |
LARS BILL LUNDHOLM - "Quella brava ragazza" - Feltrinelli
Dopo il felice esordio con Nesbo ed il felice bis con la Lackberg non ho rispettato il "non c'è due senza tre".
Per la legge dei grandi numeri direbbe Bollins, era normale che ci potesse essere una frenata nella mia storia con gli scrittori scandinavi, e così puntualmente è arrivata la "scivolata". Leggendo questo libro mi son ritrovato di fronte al brutto interrogativo "che faccio mi fermo?" ma come sempre ha prevalso questa specie di abitudine che ho che "i libri non si lasciano a mezzo". Così sono andato avanti a leggere le storie di Hake, il commissario protagonista del libro, e di una storia molto intricata ma soprattutto molto lenta con "PIU' LIMITI" che spunti positivi. In molti momenti il libro sembrava davvero non scorrere e dava l'idea che storia e protagonisti girassero intorno alla vicenda senza muoversi più di tanto, quasi che alcune descrizione di personaggi potessero essere riutilizzate ed abbinate al libro stesso "non si sentiva semplicemente cotto, era svuotato" "mi sono lasciata trascinare nei labirinti della follia, su un terreno cedevole e lì mi sono trovata impantanata. L'unica possibilità era lasciarmi affondare". La tipologia di commissario si avvicina in parte alla fotografia di Harry Hole fatta dalla penna di Jo Nesbo "un'indagine su un omicidio è come uno scavo archeologico: ogni volta che si raggiunge il primo strato, c'è sempre un insediamento in quello sottostante" ma ne viene fuori molto meno potente ed affascinante; sembra quasi di vedere un film già visto non tanto per la trama o per le sorprese che può racchiudere ma per il modo in cui viene raccontata: troppo troppo lento e senza colpi di scena per troppe pagine, ed ad un giallo se togli un pò di azione o di vivacità.....
Gli spunti buoni non mancano "è così che bisognerebbe vivere pensò. Vicino a chi si ama e alla natura" "nessuno al mondo vale la tua autodistruzione. Nessuno! Guardati intorno perdio! E' la legge della natura. Hai tutto il diritto di soffrire, ma non di farti male" "è sempre così le proprietà dei ricchi rimangono intatte, mentre le case dei poveri vengono demolite in fretta e senza problemi" ed alcune pagine sono da "orecchio" ma è troppo poco per definirlo un buon libro o comunque un libro da consigliare.
Credo proprio che per rifarmi di questa esperienza scandinava non esaltante tornerò a buttarmi sul sicuro....andando incontro alla terza puntata di Jo Nesbo e del suo Harry Hole....vi terrò informati...
Per la legge dei grandi numeri direbbe Bollins, era normale che ci potesse essere una frenata nella mia storia con gli scrittori scandinavi, e così puntualmente è arrivata la "scivolata". Leggendo questo libro mi son ritrovato di fronte al brutto interrogativo "che faccio mi fermo?" ma come sempre ha prevalso questa specie di abitudine che ho che "i libri non si lasciano a mezzo". Così sono andato avanti a leggere le storie di Hake, il commissario protagonista del libro, e di una storia molto intricata ma soprattutto molto lenta con "PIU' LIMITI" che spunti positivi. In molti momenti il libro sembrava davvero non scorrere e dava l'idea che storia e protagonisti girassero intorno alla vicenda senza muoversi più di tanto, quasi che alcune descrizione di personaggi potessero essere riutilizzate ed abbinate al libro stesso "non si sentiva semplicemente cotto, era svuotato" "mi sono lasciata trascinare nei labirinti della follia, su un terreno cedevole e lì mi sono trovata impantanata. L'unica possibilità era lasciarmi affondare". La tipologia di commissario si avvicina in parte alla fotografia di Harry Hole fatta dalla penna di Jo Nesbo "un'indagine su un omicidio è come uno scavo archeologico: ogni volta che si raggiunge il primo strato, c'è sempre un insediamento in quello sottostante" ma ne viene fuori molto meno potente ed affascinante; sembra quasi di vedere un film già visto non tanto per la trama o per le sorprese che può racchiudere ma per il modo in cui viene raccontata: troppo troppo lento e senza colpi di scena per troppe pagine, ed ad un giallo se togli un pò di azione o di vivacità.....
Gli spunti buoni non mancano "è così che bisognerebbe vivere pensò. Vicino a chi si ama e alla natura" "nessuno al mondo vale la tua autodistruzione. Nessuno! Guardati intorno perdio! E' la legge della natura. Hai tutto il diritto di soffrire, ma non di farti male" "è sempre così le proprietà dei ricchi rimangono intatte, mentre le case dei poveri vengono demolite in fretta e senza problemi" ed alcune pagine sono da "orecchio" ma è troppo poco per definirlo un buon libro o comunque un libro da consigliare.
Credo proprio che per rifarmi di questa esperienza scandinava non esaltante tornerò a buttarmi sul sicuro....andando incontro alla terza puntata di Jo Nesbo e del suo Harry Hole....vi terrò informati...
Perché t'hai abbandonato il tuo suggeritore ufficiale di scrittori scandinavi (e di fumetti ;-) )... :-)
RispondiEliminaCaifamp
Vedi....ho fatto di testa mia e ho padellato....t'hai ragione Caifamp....ma non dirlo a Bollins o si monta i'capo!!!
Elimina;-)