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venerdì 25 aprile 2014

La giusta ricorrenza del venticinque aprile

Kiave di lettura n° 80

Un anno fa definivo il 25 aprile come una sorta di "GIORNO DEI GIORNI" e mi ritrovo oggi a darmi ragione per iscritto, con una Kiave di lettura che ha lo stesso argomento e la stessa citazione. 
#oraesempreresistenza dovrebbe essere l'hashtag di ogni giorno per un paese che ancora oggi non dovrebbe farne a meno. Una giornata che da sempre sento come una delle poche feste davvero da "festeggiare" o da sentire come vere ed importanti, come fondamentali per la vita quotidiana e futura. Uno dei pochi giorni davvero da celebrare e che rappresenta totalmente qualcosa per cui ringraziare chi ci ha permesso oggi di festeggiare. 
Ed allora mi stona maledettamente ascoltare le parole del presidente della Repubblica che in questa giornata vede bene di dedicare la giornata anche alle forze dell'ordine e soprattutto lancia pensieri e segnali di vicinanza ai due marò. Per carità, la resistenza ci ha permesso di dire ognuno la propria ed essere liberi di farlo in ogni momento, quindi tutto ok. Ma che il primo cittadino (...) italiano si senta in dovere di abbinare questa giornata alle Forze dell'Ordine e soprattutto a due militari assassini di pescatori mi sembra roba da circo. Ma sicuramente sono io, lui è il presidentissimo amato da tutti e figuriamoci se può aver detto qualcosa di sbagliato.
Chiusa la parentesi, in questa giornata io preferisco immergermi in altre parole. Ad esempio in quelle di Andrea Scanzi lette nella sua pagina FB
Oggi, come ogni 25 aprile, mi ascolterò "La terra la guerra una questione privata" dei CSI, mi rileggerò alcune pagine de "Il partigiano Johnny" di Beppe Fenoglio e mi riguarderò alcuni interventi di Sandro Pertini. E' la festa che sento di più, quella che più di tutte non va dimenticata. Resistenti sempre, e sempre riconoscenti ai partigiani. I nostalgici del Duce, gli allergici a "Bella Ciao" e i revisionisti in servizio permanente possono andare serenamente a prendersi una gazzosa con Gasparri: qui sono fuori luogo e fuori contesto.
Buon 25 aprile: c'è sempre un albero su cui provare a essere "l'ultimo passero sul ramo". Auguri a tutti. Anzi, a tutti no: solo a chi lo merita, e per fortuna son tanti.  
Oppure nei racconti della Vanna, nella cultura partigiana che dovrebbe vivere in ognuno di noi, nelle storie di vera resistenza che dovrebbero essere patrimonio comune di tutta questa sgangherata nazione e nelle parole che ho avuto la fortuna di sentire un pò di tempo fa "a quel tempo essere iscritti al partito fascista era facile e la cosa "da fare", andarci contro ed essere partigiani non era per niente facile ma era semplicemente la cosa "giusta"". Di queste parole vorrei fosse piena ogni ricorrenza che celebra il 25 aprile, di ricordi intensi e di immensa e totale gratitudine per quelle persone che ci hanno donato la possibilità di vivere in un paese da criticare e da rifare, ma con la libertà di poterlo pensare.

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