Kiave di lettura n° 136 |
Ieri era un giorno di quelli che ogni anno non passano inosservati, di quelli dove la memoria corre di più ed il ricordo si fa strada. Una volta tanto anche la Rai ha fatto la scelta giusta ed ha programmato in prima serata "La mafia uccide solo d'estate" (che mi è piaciuto quasi più della prima volta che l'avevo visto) film davvero centrato e che apre menti e cuori. Un film che racconta la mafia in maniera diversa ma anche quasi più forte di alcuni precedenti film del genere, un'opera prima di Pif che colpisce per intensità e profondità. Ma su Pif avevo già scritto, così ho deciso dopo un po' di assenza, di far tornare nella kiave di lettura del venerdì (...in ritardo) la mia personale libreria con un libro particolarmente in linea con il film di Pif.
Libro "particolare" e particolarmente "pesante" per la sua importanza ed il suo significato, cercando di mantenere alto il principio fondamentale di non dimenticare le vicende importante della storia del nostro Paese.
Libro "particolare" e particolarmente "pesante" per la sua importanza ed il suo significato, cercando di mantenere alto il principio fondamentale di non dimenticare le vicende importante della storia del nostro Paese.
GIULIO CAVALLI - "L'innocenza di Giulio" - Chiarelettere
La lettura del libro di Giulio Cavalli è dovuta ad un azzeccato regalo (GRAZIE!), mirato e realizzato dopo il mio apprezzamento per l'autore derivato da uno spettacolo a cui ho assistito nello scorso dicembre. Lo spettacolo era "Nomi, cognomi ed infami" e, grazie al solito preziosissimo inviato romano, mi ha fatto conoscere ancora di più e meglio un autore che già avevo avuto di "frequentare" per il suo blog e per il suo impegno nel tenere alta l'attenzione e la memoria di un popolo come quello italiano molto incline al dimenticatoio nonostante tutti "GLI SFREGI SUL CUORE" che la storia, recente e non, ci ha lasciato.
"Condurre dentro il processo del secolo e riapire le ferite in cui giacciono morti ammazzati, silenziati, ricattati e le bugie tutte in fila" è questa una sorta di premessa del libro. La fotografia di un libro dedicato al "divo Giulio" ed alla sua capacità di gestire questo Paese per un ventennio o giù di lì, con le sue trame e le sue ombre. La perfetta prefazione di Gian Carlo Caselli dà il giusto peso al libro e presenta perfettamente quello che verrà descritto da Cavalli e indirizza il lettore nel giusto binario della storia e della sua descrizione.
Sicuramente il tema non è facile da affrontare e da cercare di alleggerire o rendere sempre scorrevole, gli stralci delle sentenze e la storia ricca di nomi e personaggi non aiutano, ma la capacità di Cavalli è quella di tenere vivo sempre l'interesse. E' interessante e ugualmente agghiacciante rileggere le impressioni di Dalla Chiesa rispetto ad Andreotti "dalla Chiesa racconta che Giulio impallidì di fronte alla sue richieste decise di non riguardi verso certa parte di Sicilia" o come lo stesso Giulio vedeva Ambrosoli ed il suo omicidio "Ambrosoli se l'è andata a cercare", aspetti da tenere bene a memoria e da non dimenticare. Cavalli riesce inoltre, descrivendo i rapporti di Andreotti con la mafia, anche a tracciare metodi e caratteristiche della stessa associazione mafiosa "il nuovo prototipo di politico che serve alla mafia ha il volto pulito e la pancia del picciotto" "4x100 il testimone è oggetto che ricopre funzione banale ma molto delicata: il passaggio" "la mafia conosce tutte le lingue del mondo: patteggia coi giudici, tratta coi potenti e sibila nelle orecchie di cittadini" che fotografano e dipingono al meglio quello che ha rappresentato e rappresenta la mafia in questo Paese.
Giulio "colpisce" il divo Giulio nel giusto modo, presentando e mettendo in fila la sua storia e le sentenze che l'hanno riguardato e che parlano chiaro, nettamente ed in maniera definitiva. Un libro da leggere o comunque da avere in casa, per evitare l'oblio, per evitare di non ribattere a chi potrebbe dire "ma in fondo...", per tenere memoria. E per certificare che "l'innocenza di Giulio" è davvero solo un titolo di un libro. Giulio Cavalli fa centro, come in quello spettacolo, anche se con passo e stile diverso. Qui da vero cronista/scrittore, là da autore e uomo da palco di spessore, comunque sia godibile ed apprezzabile..lui sì...il Giulio "giusto"...
"Condurre dentro il processo del secolo e riapire le ferite in cui giacciono morti ammazzati, silenziati, ricattati e le bugie tutte in fila" è questa una sorta di premessa del libro. La fotografia di un libro dedicato al "divo Giulio" ed alla sua capacità di gestire questo Paese per un ventennio o giù di lì, con le sue trame e le sue ombre. La perfetta prefazione di Gian Carlo Caselli dà il giusto peso al libro e presenta perfettamente quello che verrà descritto da Cavalli e indirizza il lettore nel giusto binario della storia e della sua descrizione.
Sicuramente il tema non è facile da affrontare e da cercare di alleggerire o rendere sempre scorrevole, gli stralci delle sentenze e la storia ricca di nomi e personaggi non aiutano, ma la capacità di Cavalli è quella di tenere vivo sempre l'interesse. E' interessante e ugualmente agghiacciante rileggere le impressioni di Dalla Chiesa rispetto ad Andreotti "dalla Chiesa racconta che Giulio impallidì di fronte alla sue richieste decise di non riguardi verso certa parte di Sicilia" o come lo stesso Giulio vedeva Ambrosoli ed il suo omicidio "Ambrosoli se l'è andata a cercare", aspetti da tenere bene a memoria e da non dimenticare. Cavalli riesce inoltre, descrivendo i rapporti di Andreotti con la mafia, anche a tracciare metodi e caratteristiche della stessa associazione mafiosa "il nuovo prototipo di politico che serve alla mafia ha il volto pulito e la pancia del picciotto" "4x100 il testimone è oggetto che ricopre funzione banale ma molto delicata: il passaggio" "la mafia conosce tutte le lingue del mondo: patteggia coi giudici, tratta coi potenti e sibila nelle orecchie di cittadini" che fotografano e dipingono al meglio quello che ha rappresentato e rappresenta la mafia in questo Paese.
Giulio "colpisce" il divo Giulio nel giusto modo, presentando e mettendo in fila la sua storia e le sentenze che l'hanno riguardato e che parlano chiaro, nettamente ed in maniera definitiva. Un libro da leggere o comunque da avere in casa, per evitare l'oblio, per evitare di non ribattere a chi potrebbe dire "ma in fondo...", per tenere memoria. E per certificare che "l'innocenza di Giulio" è davvero solo un titolo di un libro. Giulio Cavalli fa centro, come in quello spettacolo, anche se con passo e stile diverso. Qui da vero cronista/scrittore, là da autore e uomo da palco di spessore, comunque sia godibile ed apprezzabile..lui sì...il Giulio "giusto"...
da fb:
RispondiElimina"Che belle parole spese sul mio libro L'innocenza di Giulio
Ogni volta che vi leggo mi auguro di essere all'altezza della vostra attenzione. Grazie"...
Giulio Cavalli
da fb:
RispondiEliminaAh, ma allora ne era valsa la pena!
Andrea
Merito anche tuo....anzi...soprattutto....
Eliminada fb:
EliminaNo no, merito di Giulio Cavalli :-)
Andrea