Kiave di lettura n° 133 |
L'ultima settimana di aprile ha sempre un richiamo particolare su di me. Magari saranno gli insegnamenti avuti da piccolo, i cromosomi partigiani ereditari, quelli di un nome che mi porto addosso che nasce da passioni proprio di questo genere, gli insegnamenti avuti dai miei modelli sin da piccolo. Quando però sento parlare di Resistenza e di Festa del Lavoro, qualcosa in più si smuove. E penso alle battaglie fatte allora ed a quelle che dovrebbero essere portate avanti ancora oggi ad anni di distanza.
Penso alle lotte ancora attuali di omonimi e non solo per liberare il paese dalla sporcizia fascista e dall'oppressione nazista ed al riconoscimento dei diritti dei lavoratori, che sin da piccolo ho visto come materie similari. Lontane è vero, ma appartenenti allo stesso filone di riconoscimento di propri diritti e di un diritto ancor più superiore dell'Italia intera.
Per questo il 25 aprile di Resistenza ed il primo maggio di lotta sono sempre stati due giorni speciali per il mio percorso.
Il "COL VOSTRO PERMESSO IO NON ME NE ANDRO'" dell'ultimo brano del Poeta fa centro in un discorso più ampio, in una ricerca di mantenimento dell'identità anifascista e libera che ogni Paese dovrebbe far propria ogni giorno e che troppo spesso tende invece ad archiviare come automatica o "vecchia" per un percorso mentale che conosce solo l'attuale come importante, percorso che ha davvero pochissimo respiro e che è destinato a rinchiudersi in un pericoloso vicolo cieco.
Sul lavoro il discorso potrebbe essere analogo per l'importanza delle lotte che una donna con gli occhiali giovanissima faceva in una fabbrica dove i lavoratori erano "un di più" e che hanno portato a tutti noi oggi un qualcosa in più. Che ancora oggi in molti tutelano e sostengono, ma che in molti troppo spesso si dimenticano pur avendo un ruolo diverso da quello degli scarsi di memoria. Le tutele crescenti ormai servono per riempirsi la bocca di slogan comunicativi e chi dovrebbe opporsi "istituzionalmente" ha perso negli anni parte del potere e gran parte della credibilità, con il rammarico di chi come me invece da sempre ci ha creduto. Ed allora lo sguardo vira solo sul numero da propaganda di pseudoccupati o sulla slide da colorare in merito agli incentivi dati a mò di "beneficenza", piuttosto che sulla capacità di "andare con la testa alta e senza incubi la notte" rispetto all'onestà e la moralità del proprio lavoro come da sempre ho sentito dire all'uomo coi baffi.
Giornate quindi di feste "comandate" ma che nel mio personale modo di vivere la vita si differenziano da tutte le altre. Per importanza, per la storia che contengono, per le vite che sono state spese per istituzionalizzarle.
Uno dei passaggi e degli insegnamenti che da sempre tengo scolpito nella mente è "non c'è futuro dimenticando il passato". Ecco, per questo ogni singolo racconto della Resistenza deve scuotere, ogni atto dell'ANPI deve essere sostenuto, ogni singolo ricordo di gesta coraggiose e altruiste valorizzato e tramandato.
Per questo mi sono lanciato nella lettura del numero speciale di Micromega che vi suggerisco e vi consiglio.
Una lettura certamente non leggera, non da "momenti spensierati", ma una lettura importante e fondamentale. Per fissare i concetti, per fissare i contenuti, per fissare e rinsaldare alcune basi su cui altrimenti è davvero inutile pensare di costruire altro. Ora e sempre resistenza è il titolo di Micromega, un titolo che dovrebbe capeggiare come motto nella testa di ognuno di noi. Per non dimenticare, per costruire un futuro degno dell'impegno di quel passato.
da fb:
RispondiEliminaQuando l'arrivo questo periodo dell'anno sento forte il moto antifascista, la mia iscrizione all'anpi, i diritti dei lavoratori e chi per essi ha lottato e sento forte il mio rammarico per i momenti in cui questo sentimento viene meno dentro di me lasciandomi andare a facili propagande ed a speranze vane!
Ed un po' me ne vergogno.
Ora e sempre resistenza!!!
Maso
Commento e sintesi perfetta....guarda icchè mi tocca scrivere!!!
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