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mercoledì 1 luglio 2015

Di nuovo un cronista....

Kiave di lettura n° 141

Ci sono dei momenti in cui ti trovi a dire "EPPURE CE LE AVEVO QUA UN ATTIMO FA" riferendoti alle parole ed alle idee per buttare giù un post o qualcosa di simile, ma nonostante tu sappia che sono "vicine" non le trovi proprio e/o non trovi il momento giusto di buttarle giù.
Così in aiuto della scrittura arriva la lettura ed in questo caso per meglio un aiuto incrociato della lettura....con la tua scrittura "di un tempo". Intrecciato lo so, ma se non mi incarto con i discorsi non sono io. Provo a chiarirlo.
Mi sono andato a riprendere vecchi post e vecchie abitudini del blog, per prendere spunto e per il fatto che ogni tanto mi piace anche "rileggermi", ed ho trovato la soluzione al ritardo della kiave di lettura di questa settimana, che da precisino mi infastidiva notevolmente.
Così, nello specifico, mi va di postare nuovamente, l'inizio di quelle scritture settimanali, non tanto per l'apprezzamento della mia scrittura ma soprattutto per l'argomento del post e la dedica relativa.
Buona lettura, anzi buona ri-lettura....

CRONISTA
dedicato al coraggio di Roberto Saviano
Il significato di quella frase "stai attento" sussurrata nel pieno della notte lasciava pochi dubbi, era ben chiaro l'intento intimidatorio della voce lontana ma decisa che passava attraverso il filo del telefono.
Altrettanto chiaro era a cosa quella minaccia facesse riferimento, il suo impegno ed i suoi articoli non erano andati per niente giù al clan della zona che non avevano tardato a farsi sentire.
Il buio della notte era ancora alto ma il sonno sembrava scomparso. Il suono metallico del vecchio telefono di casa che lo aveva svegliato e quelle due semplici parole lo avevano talmente scosso da non poter riuscire più a prendere sonno. Tanti pensieri si riunivano nella sua testa, tante immagini che facevano capolino: da Serena compagna di vita da sempre che era riuscito a tranquillizzare al momento della telefonata con un semplice "avevano sbagliato" ai suoi anziani genitori tanto orgogliosi di lui e del suo lavoro di CRONISTA nel giornale locale.
Inutile negarlo, l'obiettivo di spaventarlo era stato raggiunto. La paura era arrivata tutta insieme, paura per le  minacce che aveva già ricevuto al giornale ma soprattutto per il fatto che stavano aumentando di livello arrivando anche a svegliarlo in piena notte al telefono di casa, facendogli capire che anche il suo indirizzo non era così misterioso.
La voglia di mollare tutto ed occuparsi dal giorno dopo di sport o di gossip faceva da compagna di "pensiero" alla paura e riusciva in qualche modo ad offrire una via di fuga immediata portando con sé la solita mezz'ora di tranquillità apparente al pensiero di mollare il suo giornalismo di denuncia.
Ma era solo una fuga virtuale e di breve durata. Come sempre il suo cervello ben presto aveva smesso di pensare al lato personale della vicenda e si era indirizzato sul clan e sull'ultimo suo articolo. Su quella vita spezzata a 17 anni solo perchè fidanzata con il figlio del boss della famiglia "sbagliata". Quel lenzuolo bianco a coprire i suoi sogni e le sue speranze e "CON TUTTO IL SANGUE ANDATO A MALE" a fare da orribile contorno.
Ed ebbe l'ennesima conferma che anche per quei 17 anni rubati dalla stessa mano che aveva composto il suo numero di telefono, il gossip e lo sport avrebbero potuto attendere.

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