Kiave di lettura n° 160 |
Dopo un bel po' di tempo dall'ultima kiave di lettura di questo genere, torna un post che va ad aumentare le presenze nello scaffale della libreria del mio personale Katalogo.
GIAN ANTONIO STELLA - "Il maestro magro" - Superpocket
A volte nel "percorso" di lettura arriva il classico libro che, per usare un'espressione cara al Capo, "fa tappo", "SI PUO' RESTARE" come impantanati nelle sue pagine non tanto e/o non solo perchè numerose ma per motivi legati al tipo di libro o al periodo in cui capita di leggerlo. Sta di fatto che il libro di Gian Antonio Stella ha fatto per me da freno nel ritmo-lettura, che di solito non è da sprinter ma resta comunque un passo abbastanza spedito.
Non so trovare esattamente un motivo anche perchè la trama letta nella quarta di copertina mi aveva ispirato all'acquisto, ma visto il giorno "da imprevisti" in cui l'ho comprato qualche dubbio potevo anche farmelo venire. Il percorso di un maestro siciliano emigrante che trova l'amore nel Polesine in mezzo ad una classe di persone che non sanno ne leggere ne scrivere per i "regali" delle "ricchezze" del periodo della guerra mi aveva incuriosito e l'abbinamento con la penna di Gian Antonio Stella, apprezzato sia nei romanzi di attualità e politica che nella scrittura di romanzi, mi aveva fatto pensare ad un successo senza troppi dubbi ma qualcosa non è funzionato.
I mille aneddoti e le mille storie che corrono parallele al maestro protagonista "faceva dunque la guardia al destino" in mezzo a mille "legge infame, una legge vergogna" fanno sembrare il libro molto più attuale di quanto possa sembrare l'ambientazione, ma c'è qualcosa che non fa "partire" davvero il libro che sembra non decollare mai. La storia principale fatta di "sguardi malevoli" delle persone nei confronti della storia d'amore del protagonista perchè contraria alla legge ed alla morale del tempo "compagno Aliquò mettiti al posto nostro...no mettetevi voi al mio" , mista con le difficoltà delle persone che ruotano intorno al maestro Osto, fa fatica a scivolare nelle pagine che sembrano allungarsi oltre il loro effettivo numero. Ad alleggerire il senso di non velocità ci prova ogni tanto lo stile sempre ironico di Stella ed i racconti comunque coinvolgenti ed in stile "aneddoto nonnesco" di una realtà semplice e sorpresa dalle grandezze del mondo paragonate alla vita povera di una provincia non troppo istruita e segnata ancora dalla guerra, che comunque sia resta molto vicina nei ricordi e non solo. Alleggerimento che alla fine riesce soltanto in parte, non cambiando il ruolo di "tappo" che per la mia personale esperienza il libro alla fine si merita.
BIGNAMI: nel complesso il mio personale "borsino" dei libri non può assegnare più di una stella e mezzo su cinque al libro di Stella, un vero e proprio peccato vista stima verso l'autore e premesse....
Non so trovare esattamente un motivo anche perchè la trama letta nella quarta di copertina mi aveva ispirato all'acquisto, ma visto il giorno "da imprevisti" in cui l'ho comprato qualche dubbio potevo anche farmelo venire. Il percorso di un maestro siciliano emigrante che trova l'amore nel Polesine in mezzo ad una classe di persone che non sanno ne leggere ne scrivere per i "regali" delle "ricchezze" del periodo della guerra mi aveva incuriosito e l'abbinamento con la penna di Gian Antonio Stella, apprezzato sia nei romanzi di attualità e politica che nella scrittura di romanzi, mi aveva fatto pensare ad un successo senza troppi dubbi ma qualcosa non è funzionato.
I mille aneddoti e le mille storie che corrono parallele al maestro protagonista "faceva dunque la guardia al destino" in mezzo a mille "legge infame, una legge vergogna" fanno sembrare il libro molto più attuale di quanto possa sembrare l'ambientazione, ma c'è qualcosa che non fa "partire" davvero il libro che sembra non decollare mai. La storia principale fatta di "sguardi malevoli" delle persone nei confronti della storia d'amore del protagonista perchè contraria alla legge ed alla morale del tempo "compagno Aliquò mettiti al posto nostro...no mettetevi voi al mio" , mista con le difficoltà delle persone che ruotano intorno al maestro Osto, fa fatica a scivolare nelle pagine che sembrano allungarsi oltre il loro effettivo numero. Ad alleggerire il senso di non velocità ci prova ogni tanto lo stile sempre ironico di Stella ed i racconti comunque coinvolgenti ed in stile "aneddoto nonnesco" di una realtà semplice e sorpresa dalle grandezze del mondo paragonate alla vita povera di una provincia non troppo istruita e segnata ancora dalla guerra, che comunque sia resta molto vicina nei ricordi e non solo. Alleggerimento che alla fine riesce soltanto in parte, non cambiando il ruolo di "tappo" che per la mia personale esperienza il libro alla fine si merita.
BIGNAMI: nel complesso il mio personale "borsino" dei libri non può assegnare più di una stella e mezzo su cinque al libro di Stella, un vero e proprio peccato vista stima verso l'autore e premesse....
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