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sabato 14 maggio 2016

Passo...si spera primo...

Kiave di lettura n° 183

Qualche tempo fa avevo espresso la mia opinione sulla vicenda dell'unioni civili ed il dibattito che aveva "innescato" l'inserimento o meno della stepchild adoption (termine che in sè mi fa venire voglia di mettere solo i...) nel provvedimento. Sono passati quasi tre mesi e la legge è arrivata in porto. Come ho avuto modo di scrivere, l'occasione di fare un passo avanti, bello, deciso e moderno ce la siamo giocata nella sua totalità. Tutto questo, per colpe varie, di vario livello e varia importanza, ma di quello ho già scritto e rileggendo quel post non cambio di una virgola il mio pensiero. Se qualcuno vuol approfondire trova quel post pronto, che sostanzialmente dice che i passi avanti che si potevano fare ci potevano portare finalmente ad essere paese allineato ai tempi e non legato ai retaggi sottoculturali di un Paese investito da laicità solo a parole. La questione adesso però va oltre la politica ed agli errori di questa o quella parte/partito. Infatti, questa settimana è passata da questione politica a tema "sociale" e di attualità, così come è variata "l'etichetta" dei miei post su questo argomento, da politica ad attualità.
Quel che invece mi piace sottolineare oggi è l'angolazione diversa da cui in questo momento la cosa può essere vista. L'altra sera a Gazebo (sempre di più una delle poche trasmissioni, tra le uniche, a far servizio pubblico) ho visto un'intervista a Vanni Piccolo, attivista della prima ora per il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto. Ed ho capito che forse il mio punto di vista era un po' troppo snob nel riconoscere soltanto il lato "residuale" di una legge che presenta molti lati migliorabili e soprattutto lascia aperte tante porte ad interpretazioni e dubbi legislativi e non solo. C'era nelle sue parole ed in quelle di molti attivisti molto di più di un "CHI S'ACCONTENTA GODE COSI' COSI'" che forse mi sarei aspettato. Ed erano parole sincere e vere, non come quelle piene di opportunismo politico di altri che inneggiano alla vittoria clamorosa per un provvedimento, che loro stesso avevano definito "inaccettabile senza la stepchild" o "una sconfitta che mi porterebbe a lasciare la politica".
In quelle parole vere di Vanni Piccolo ed in quelle lette e sentite di altri realmente e sentitamente attaccati alla causa ed al provvedimento ho letto qualcosa che mi ha fatto riflettere bene. Forse davvero poche volte come in questo caso, il vero giudizio iniziale dovrebbe essere lasciato a chi prima non veniva minimamente riconosciuto ed adesso lo è. Non cambia questo il mio giudizio e la mia analisi, ma leggere in quelle parole un "finalmente possiamo esistere" ha scosso la mia sensibilità particolarmente. Ed allora almeno speriamo che questo sia il PRIMO passo e non l'unico e soprattutto l'ULTIMO per diritti che a me sembrano sempre più scontati e indiscutibili ma che invece arrivano soltanto oggi ad affacciarsi nei nostri diritti di cittadini di questo laico Paese.

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