I risultati delle elezioni amministrative di ieri, hanno come ogni volta un appendice di commenti, analisi e relative teorie su tutte le rete, in tutti i siti per le quali ogni volta di più provo quasi allergia e che riesco a sopportare sempre meno. Poi però anche io cado nella "trappola" e mi sento di dire la mia su quanto emerso ieri dai risultati del voto. La prima cosa importante da sottolineare, "ALMENO CREDO" lo sia, è che sono votazioni locali appunto e come tali dovrebbero essere esaminate. Non credo al voto da analisi nazionale, non erano votazioni di quel tipo e nemmeno votazioni europee che in qualche modo possono essere assimilabili visto che "chiamano alle urne" comunque tutti gli "aventi diritto". Erano e riguardavano realtà diverse ed ognuna specifica per mille differenti aspetti che dovrebbero contare ognuna per sè, anche perchè in molte realtà i dati che emergono vanno in direzione diversa. C'è chi viene confermato (Zedda, De Magistris, Merola), chi viene sostituito (Fassino --> Appendino, DiPiazza --> Cosolini), chi non viene sostituito perchè non si è nemmeno ripresentato (Raggi --> Marino) chi vince dove aveva vinto il suo predecessore della (più o meno) stessa area politica (Sala). E tutto questo fermandosi alle sette città capoluogo di regione che andavano al voto. Credo che possa essere fatta dai partiti/movimenti sul territorio un'analisi importante e chiara su come su quel territorio sta andando la propria realtà e qualcuno credo debba e possa essere meno contento di altri, nonostante la caccia al "sì però, rispetto alle votazioni del...." (l'arguta penna di punta dell'Unità (sigh) ha ad esempio durato qualche minuto ad assegnare tre sindaci al PD in questi ballottaggi, una volta indicato "guarda sono Bologna e Milano" ha candidamente risposto "e va bene, due o tre...più o meno" "magari contava Trieste che però va al centrodestra..." "no, no Trieste è Austria, non conta")
Il partito del presidente del consiglio non credo proprio possa gioire, per usare un eufemismo, anzi. Così come faceva del 42% alle europee un fiore all'occhiello, credo che questa tornata elettorale segni una clamorosa sconfitta con relativa e necessaria riflessione su cosa il suo partito sia nelle città in cui si è votato. Giachetti cercava l'impossibile visto l'andamento del PD romano dell'ultima amministrazione e che non avrebbe passato l'ostacolo lo sapeva....anche Benigni....molti anni fa, ha superato il primo turno con poco scarto ed al secondo è stato doppiato. A Napoli, dove un esponente PD locale (di cui colpevolmente ignoro il nome...) nell'analisi dei primi dati del voto di quindici giorni fa dichiarava "non so se il PD andrà al ballottaggio ma quel che emerge chiaro è il fallimento di De Magistris perchè non eletto al primo turno" (confermata ieri sera dalla brillante analisi (brillantissima) della sempre penna di punta dell'Unità (sigh) che commentava "in fondo il 70% dei napoletani non ha voluto De Magistris"), la candidata Valente non ha raggiunto neanche il ballottaggio. Trieste non è stata confermata, persa per mano del centrodestra. Ma la sconfitta più dolorosa, inaspettata per la segreteria regionale e nazionale del partito, è quella che vede l'ex leader/segretario Fassino battuto con una decina di punti di distacco dalla candidata cinque stelle. Conferme invece per Merola a Bologna, per Milano che passa dall'arancione Pisapia a mister Expo Sala che ha vinto di un'incollatura sul gemello diverso Parisi (notare le differenze tra i due era davvero roba da lanternino...) ed infine per Cagliari con l'arancione Zedda, dal PD appoggiato. Questo per le sole città più grandi, altre realtà più piccole portano a poche sorprese positive (la più importante Varese) e molte negative (il risultato toscano in generale e di Sesto Fiorentino nello specifico dove il partito si era speso ad alti livelli per il candidato che non ha superato il ballottaggio).
Non credo se ne possa dedurre un dato nazionale, ma credo la botta sia arrivata bella pesante. Come persona per Giachetti un po' dispiace, ma onestamente aveva un'impresa davanti. Gli fa onore il discorso di ieri sera e la telefonata immediata alla Raggi di augurio, un po' meno il balletto sul doppio incarico (deputato e candidato) e certi toni del suo partito durante l'ultima fase del ballottaggio, cosa però abbastanza comune a tutti i concorrenti, va riconosciuto. Per Fassino onestamente non dispiace nemmeno tanto, non tanto per la doppia (comunque divertente) profezia/previsione/consiglio a Grillo ("Grillo fondi un partito e vediamo quanti voti prende") o alla Appendino ("diventi sindaco e poi vediamo") ma per quel livello di strafottenza mostrato sempre (vedi risposte maleducate ed accusatorie ai ragazzi delle agende rosse che gli chiedevano conto (a lui in quel momento segretario del partito) delle frasi di Violante in Senato), e soprattutto per una storia ormai impolverata e che negli anni si è arricchita di più ombre che luci. Sono onestamente molto contento per De Magistris e non mi dispiace la conferma di Zedda che segnala che forse quell'ondata arancione è stata sfruttata male e troppo poco. Un in bocca al lupo (crepi) però credo gli sia dovuto.
Nel centro destra la botta deve essere ancora più pesante se si festeggia per aver strappato Trieste e tre ballottaggi due dei quali ampiamente persi (Bologna e Napoli). Curioso sentir parlare Salvini di gente stanca di Renzi, quando lui non riesce a vincere da nessuna parte, ma tentare di capire il pensiero di Salvini è roba da stomaci forti. Sorvolo sul ritorno del nuovo, Mastella, a Benevento, non credo di avere un dizionario abbastanza ampio da trovare le giuste parole; tutte le volte che lo sento nominare penso alla sua amicizia con Della Valle e da "non antidellavalliano" a livello calcistico mi viene da ripensare al mio giudizio.
Al Movimento Cinque Stelle le due vittorie più importanti per dimensioni (il doppiaggio del PD nel secondo turno di Roma è "tanta roba") e significato (battere Fassino e quello che rappresenta a Torino, tra la (quasi) sorpresa generale pesa quasi più della vittoria capitale). Ma nelle altre città ha stentato a livello percentuale e nel portare i suoi candidati (molto più deboli delle vincitrici) al ballottaggio. Per questo non ci vedo un dato nazionale ma tanti dati locali, molti dei quali mostrano crepe evidenti nelle scelte e nella gestione delle segreterie PD ed alcuni importanti successi del M5S. La cosa fondamentale è che il movimento, dopo i (meritati) festeggiamenti delle due vittorie, siano consapevoli che a livello nazionale nulla è ancora fatto, tanto meno a livello locale dove il bello/brutto/difficile comincia adesso. Avranno tutti gli occhi addosso, molti poteri forti contro e non gli sarà perdonato "neanche il centesimo" (cit), ma è giusto così. Dopo il bel percorso (con meriti propri e con aiuti di chi si è fatto autogol) che le ha portate alla vittoria, adesso sarà durissima.
Ma sarà però interessante osservarle lavorare e di conseguenza valutarle. In bocca al lupo (crepi) meritatissimo soprattutto a loro.
Non credo se ne possa dedurre un dato nazionale, ma credo la botta sia arrivata bella pesante. Come persona per Giachetti un po' dispiace, ma onestamente aveva un'impresa davanti. Gli fa onore il discorso di ieri sera e la telefonata immediata alla Raggi di augurio, un po' meno il balletto sul doppio incarico (deputato e candidato) e certi toni del suo partito durante l'ultima fase del ballottaggio, cosa però abbastanza comune a tutti i concorrenti, va riconosciuto. Per Fassino onestamente non dispiace nemmeno tanto, non tanto per la doppia (comunque divertente) profezia/previsione/consiglio a Grillo ("Grillo fondi un partito e vediamo quanti voti prende") o alla Appendino ("diventi sindaco e poi vediamo") ma per quel livello di strafottenza mostrato sempre (vedi risposte maleducate ed accusatorie ai ragazzi delle agende rosse che gli chiedevano conto (a lui in quel momento segretario del partito) delle frasi di Violante in Senato), e soprattutto per una storia ormai impolverata e che negli anni si è arricchita di più ombre che luci. Sono onestamente molto contento per De Magistris e non mi dispiace la conferma di Zedda che segnala che forse quell'ondata arancione è stata sfruttata male e troppo poco. Un in bocca al lupo (crepi) però credo gli sia dovuto.
Nel centro destra la botta deve essere ancora più pesante se si festeggia per aver strappato Trieste e tre ballottaggi due dei quali ampiamente persi (Bologna e Napoli). Curioso sentir parlare Salvini di gente stanca di Renzi, quando lui non riesce a vincere da nessuna parte, ma tentare di capire il pensiero di Salvini è roba da stomaci forti. Sorvolo sul ritorno del nuovo, Mastella, a Benevento, non credo di avere un dizionario abbastanza ampio da trovare le giuste parole; tutte le volte che lo sento nominare penso alla sua amicizia con Della Valle e da "non antidellavalliano" a livello calcistico mi viene da ripensare al mio giudizio.
Al Movimento Cinque Stelle le due vittorie più importanti per dimensioni (il doppiaggio del PD nel secondo turno di Roma è "tanta roba") e significato (battere Fassino e quello che rappresenta a Torino, tra la (quasi) sorpresa generale pesa quasi più della vittoria capitale). Ma nelle altre città ha stentato a livello percentuale e nel portare i suoi candidati (molto più deboli delle vincitrici) al ballottaggio. Per questo non ci vedo un dato nazionale ma tanti dati locali, molti dei quali mostrano crepe evidenti nelle scelte e nella gestione delle segreterie PD ed alcuni importanti successi del M5S. La cosa fondamentale è che il movimento, dopo i (meritati) festeggiamenti delle due vittorie, siano consapevoli che a livello nazionale nulla è ancora fatto, tanto meno a livello locale dove il bello/brutto/difficile comincia adesso. Avranno tutti gli occhi addosso, molti poteri forti contro e non gli sarà perdonato "neanche il centesimo" (cit), ma è giusto così. Dopo il bel percorso (con meriti propri e con aiuti di chi si è fatto autogol) che le ha portate alla vittoria, adesso sarà durissima.
Ma sarà però interessante osservarle lavorare e di conseguenza valutarle. In bocca al lupo (crepi) meritatissimo soprattutto a loro.
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