Sommario

lunedì 12 dicembre 2016

Furiosi comuni a metà...

Kiave di lettura n° 213
Seguendo la scia dell'ultimo libro commentato, nuova Kiave di lettura che allarga il giro degli autori del mio personale Katalogo.
NANNI BALESTRINI - "I furiosi" - Derive Approdi
Anche in questo caso la "nuova conoscenza" arriva da un regalo (GRAZIE!!) che mi ha permesso di immergermi in un mondo molto noto, quello della passione "questo il tifo, una forma di fissazione che ci viene da piccoli" per quella cosa tonda denominata pallone e per il suo abbinamento ad una determinata maglia "magari la fissazione si attenua o diviene intermittente ma come si fa cambiare casacca?".
Con questa "fissazione" "CI SIAMO IN UN BEL PO'" ed in certe definizione o racconti rivedo ad esempio le mie non numerosissime esperienze di trasferta "pulmann che era un lamierone di merda noi li chiamiamo lamieroni questi pulmann che ci danno a noi che sono già a pezzi che non c'è più niente da distruggere dentro ma uno così allucinante non l'avevamo mai visto l'unica cosa che c'avea era il simbolo Mercedes li davanti", anche se lo stile da trasferta descritto è ben diverso e quindi riconosco più i racconti ascoltati da tifosi più "coloriti" o anche meno tifosi e più "violenti" "siamo noi che abbiamo vinto perché va bene che lo scontro è stato giù a terra però alla fine siamo stati noi a salire sul loro treno e a conquistarlo, eh si perché secondo la logica dei pirati diceva Germano siamo stati noi che abbiamo fatto l'arrembaggio".
Lo stile è quello di un racconto con lo stesso filo conduttore ma colorato di episodi, singoli avvenimenti e relativi atti e fatti che in parte mi hanno riportato al film "Ultrà" anche se i colori hanno strisce diverse "mi sono portato dietro tutti i miei mentre uscivamo ci insultavano ci sputavano quella volta abbiamo subito ma la pagheranno ci vendicheremo siamo venuti via siamo saliti sul pullman e siamo partiti per Milano". Nel corso delle pagine si va dalla violenza fine a se stessa, agli striscioni più o meno ironici e visti come trofei di guerra se rubati alle curve avverse e quella sorta di codice comportamentale o d'onore che accompagna il mondo delle curve e che sembra totalmente fuori contesto se uno non conosce questo mondo, come ad esempio:
"tra noi ci sono dei comportamenti che si devono rispettare anche nei confronti di aversari come la storia di quel capo dei viola quando a Milan-Fiorentina a San Siro c'è stata una carica pazzesca gli stavamo portando via lo striscione del CAV e uno di noi con una bottiglia l'ha squarciato gli ha aperto la gola e solo in faccia gli hanno dato 48 punti questo qua si chiamava Giancarlo l'anno scorso è morto per overdose o per aids una roba così quando siamo andati a Firenze noi abbiamo portato allo stadio uno striscione con scritto ONORE A GIACO"
E' un libro che non va preso come una vera e propria storia o si rischia di rimanere delusi ma con una serie di racconti/aneddoti che grazie alla scrittura dell'autore, che (come dice chi ci capisce più di me) "balla bene davanti agli occhi", riescono ad essere interessanti ed accattivanti, dando alla definizione "racconti da bar dello sport" un'interpretazione diversa e positiva.
BIGNAMI: lo stile a racconti da sempre ostico ai miei occhi, abbassa un po' il giudizio su "i Furiosi" che fa della capacità di descrivere gli aneddoti da tifoseria in un modo comunque attraente per chi "la materia" la conosce e la vive sulla propria pelle, pur con tutti i distinguo del caso. Valutazione? Diciamo un tre stelle non completamente piene su cinque.

Nessun commento:

Posta un commento