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domenica 18 dicembre 2016

Girotondo di pensieri

Kiave di lettura n° 214

Proprio nei giorni scorsi, aprendo il sito di Emergency e nello specifico cosa viene fatto nel mondo dall'associazione, mi è venuto spontaneo soffermarmi sulla corsa di questi giorni ai regali, al Natale, agli auguri. Premetto che sono nel gruppo di quelli che quella corsa in parte l'ha fatta e quindi fa parte di "QUESTO VECCHIO GIROTONDO"; non c'è critica o accusa ma banalmente una considerazione. Di come spesso all'arrivo di questa parte dell'anno, arrivi una rincorsa unica al pacchetto o alla coccarda e tutto il resto vada un po' in soffitta. Leggendo il sito di Emergency sono emersi quanti dall'arrivo del Natale non noteranno differenze nella propria situazione, quanti dalla corsa di cui sopra sono tagliati fuori come da tutto il resto. Non dico niente di nuovo, lo so, così come non serve Emergency per evidenziare certi aspetti, so anche questo. Ma è una riflessione che mi è emersa spontanea, di una rincorsa che troppo spesso dimentico, quella alle cose che contano, alle cose che aprono il cuore e che illuminano fatti e vicende a cui dovrei prestare maggiore attenzione ed uno sguardo più interessato e meno sbadato.
Spesso quando lo penso trovo alcuni appigli a cui aggrapparmi, spunti interessanti di lettura e di nuove conoscenze e spesso questi spunti arrivano dal mio personale inviato romano. Spesso lo prendo a "nocchini" (figurati e non) per la mia incapacità di fargli capire che certe sue analisi sono esagerate o che lo sminuiscono, ma sempre in quello che scrive con "il cuore nella penna" sento tanto sano e vero trasporto e mi ci immergo con un sorriso soddisfatto di chi legge una cosa bella, e non solo per lo stile. Quasi come se mi avesse letto nei pensieri, oggi ha pubblicato una cosa che andando proprio nella direzione del solco a cui facevo riferimento prima, mi ha aperto un po' il cuore ed ha allargato il mio sguardo mandandolo oltre e facendomi riflettere su eventi/persone/fatti speciali, non per forza legate a questo articolo ma sulla stessa lunghezza d'onda nella categoria da definire "speciale".
Il mio inviato c'è riuscito con me, spero riesca a farlo anche con chi legge questo post che magari poco c'ha capito nei miei discorsi "intortati". Per questo la mia Kiave di lettura di questa settimana la lascia alla sua penna. 
Il post di cui parlo inizia così.....

MIGRANTI – UNA STORIA DALLA STAZIONE TIBURTINA
di Andrea Cardoni
Diceva che la terra a forza di grattarla fa le unghie nere e non c’entrava niente il posto dove uno la grattasse: uno può stare in Eritrea, in Libia, in Sudan, a Siracusa, “ma la terra, qualunque terra fa le unghie nere”, diceva.
E non c’entra niente manco ciò che uno gratta, diceva: “in Eritrea se gratti per terra esce l’oro, l’oro giallo, quello vero, ma mica l’oro quello che si compra con lo scontrino”, ma però le unghie restano nere lo stesso.

Non ve ne pentirete....BUONA LETTURA...e complimenti Andre....

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