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sabato 20 maggio 2017

..tra aperitivi ed antipasti..

Kiave di lettura n° 236
Il "giroingiro" mette insieme altre tappe e dopo il risveglio nella tentacolare città della vita notturna ricca ed affollata eccoci di nuovo con "TU CHE ASPETTI UN PASSO" dopo aver immaginato e cercato domande originali, mentre ottieni invece in loop solo o quasi "sempre amato far del bene" "mai fatto volontariato?" "no, mai ma ne ho sentito parlare".
Ovviamente la sequenza e l'abbinamento di sedi e numeri da attribuire tra te ed il capo è fintamente democratico e realmente scontato, un po' come fare una gara sui 100 con Bolt: parti insieme, lo sparo è sentito nella stessa maniera, la distanza uguale e scarpette/vestiario anche. Ma il risultato è scritto. Lui un fenomeno della corsa, l'altro del defilarsi al momento giusto o scegliere con impassibile freddezza. Campioni di altra categoria.
Dopo la presenza del candidato che avrebbe avuto vita facile con Bollins con la maglietta del Dream Theater non puoi sperare di meglio, può solo complicarsi. Così cerchi di divincolarti tra chi i tuoi tempi programmati li triplica con tentativi di far concorrenza a Novella2000 e chi invece moltiplica numeri all'ultimo tuffo. 
Tra timidezze esasperate, volontari a cui puoi solo stringere la mano, maccheronici tentativi di farsi capire da chi arriva da lontano ma vuole mettersi a disposizione ("tu capire?" "tu piacere questo?" in versione IoTarzanTuJane del nuovo secolo) arriva anche il jolly. "Ho anche fatto uno stage da 3.000 euro con Boldi e De Sica e se non avevo sfortuna ora mi vedevi su canale 5 con loro e magari potevi anche vantarti di conoscermi". Tu pensa la sfortuna e la logica delle frasi. Il relax serale comincia con la presenza della Bibbia sul comodino a sostituire il fondale del giorno prima, commentata così da Bollins "stamani le stelle coi Dream Theater stasera le stalle". Poi il relax viene accantonato e parte la seconda DeejayTen in meno di una settimana, il tutto per trovare un tabaccaio ed un qualcosa di simile ad un locale vagamente aperto per darci una birra precena. Tra il buio totale spicca una porta aperta, entrando però sembra solo un caso il fatto che lo sia. Completamente vuoto, silenzioso. "Vuoi vedere che stanno facendo le pulizie per l'apertura futura". Avanzando un po', una tavolata all'unisono si volta e ci guarda tra il "oquestiichecifannoqui?!?!" ed il "viconvieneuscireedicorsa?!?". Per chi ha visto Gomorra, manca solo l'attacco di un pezzo dei Mokadelic come colonna sonora e poi potrebbe arrivare anche Don Pietro Savastano, l'aria più o meno è quella. Usciamo alla veloce con le nostre birre immaginando i possibili articoli dei giornali del giorno dopo "sparatoria in un noto bagno frequentato da persone affiliate a cosche locali, vittime due fiorentini apparentemente incensurati ma che per essere li in questo periodo...." e ci dirigiamo verso curve e tornanti in serie, tanto da far credere più alla salita verso il Monte Bianco che altro. Ma ogni curva ed ogni tornante saranno ampiamente ripagati da una bella serata a base di ricco antipasto tipico del luogo ed un paio di tazze piene all'esasperazione di arrosticini fantastici. Premio meritato e giusta benzina per il giorno successivo. Non prima però di rischiare di rimetterli tutti, gli arrosticini, per le risate sincere (e un filo preoccupate) quando al rientro, di fronte al bagno che ci ha fornito le birre, vediamo parcheggiata una macchina della polizia. "Meglio non sapere". 
Altro giro, altra corsa, altro loop di risposte con la stessa percentuale di notorietà. "Sai cosa andrai a fare?" "Sì" "Bene, riassumendolo in poche parole, cosa?" "In poche parole non è facile. Però sicuramente lavorare al computer, lavoro d'ufficio, fotocopie...". Vedi che non era difficile beccare tutte quelle che non sono comprese nel progetto? Ma poi ci sono anche quelli che ti lasciano a bocca aperta e un filo colpito emotivamente quando, con una lingua non loro imparata da meno di un anno, ti dicono che "in qualche modo voglio restituire all'Italia quello che mi ha dato da quando sono qui. Non posso chiedere cosa devo fare lo devo fare soltanto". In meno di due righe un concetto così alto da far venire vertigini e mal d'aria a menti salviniane e similari.
Tra un pasto con l'imbuto, un "non mi interessa più" dopo aver sconvolto piani e programmi ma soprattutto tediato l'universo creato, un "perchè c'è anche da avere a che fare con gli ospedali?" ed un "ormai è giusto che realizzi qualcosa visto tutto il tempo che ho perso, altrimenti..." detto da chi ha una carta d'identità che recita 1998 ci rimettiamo in moto. Direzione casa. L'antipasto delle ferie estive col capo è servito, adesso montenegro per digerirlo e farci trovare pronti ai piatti forti che arriveranno a breve.

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