Proprio nel giorno in cui l' "ASPETTANDO L'ESTATE" diventa "oh ecco è arrivata" , arriva anche la sua giornata. Quella in cui fargli gli auguri, quella in cui sorridere per i ricordi recenti e meno recenti e quella che ti riporta in testa alcune righe scritte un po' di tempo fa:
"...sono sicuro che l'idea di starmi vicino e non farmi di nuovo andare fuori strada abbia contribuito a motivare il loro viaggio, lungo soprattutto per il Rigio - che di strada dalla Maremma ne farà di più - ormai noto come il balordo della palude, conosciuto di rimbalzo dopo Fabry, è ora diventato uno di quelli di cui non faresti più a meno da quanto lo senti "parte di te"..."
(tratto da Sogni di Tricolor - Settima Giornata "E dalla nebbia sbuco io..")
Quel Rigio del libro ha quasi il suo nome, così come il Riko del mio Poeta, così come quel GhigioSkio che ormai è diventato motto e prassi. Quel quasi scompare quando invece la definizione diventa Balordo, perchè tale è e lì non ci sono dubbi o "quasi" che tengano. Ma un essere balordo di quelli che ti "segnano" e diventano parte del tuo patrimonio, anche nelle cose più piccole e non solo nelle trasferte a lunga distanza pre o post Brennero, pre o post Capitale, pre o post Madunina. Bastano due paia di occhiali scuri, un angolo assolato di Via Baracca, un "barco" preso d'assalto e tante parole cuore in mano con la scusa di un libro dalla copertina rossa. Quelle parole, come altre tra una balaustra di uno stadio e le gradinate di un campetto di periferia, sono talmente "balorde" da non poter non tornare a galla prepotenti proprio oggi. Ed allora, che Auguri Balordi siano.
da fb:
RispondiElimina�� ti aspetta Modena.prepara gli occhiali..
Massimo
Pronto... 😎
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