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sabato 24 febbraio 2018

Vamos

Kiave di lettura n° 276
In vista dell'imminente appuntamento del prossimo, molto prossimo ormai, quattro marzo mi sembra molto identicato usare come Kiave di lettura di questa settimana un libro che può aiutare a chiarire i dubbi a qualche indeciso del voto o meglio farli venire a qualche già deciso.
ANDREA SCANZI - "Renzusconi" - PaperFirst
E' da qualche settimana che, una volta terminato, è appoggiato sul comodino in attesa di essere rimesso nello ripiano della libreria di casa dedicato ai libri pubblicati e venduti insieme al Fatto Quotidiano. Era lì forse per una breve rilettura di qualche pagina particolarmente divertente o forse per trovare lo spunto giusto per scrivere questo post, perché ammetto che non è facile riuscire ad essere obiettivo. Perché è scritto da Scanzi, pubblicato dal Fatto e con la prefazione di Travaglio.......e l'obiettività in automatico è messa a dura prova.
Il titolo del libro identifica subito argomento e modo di affrontarlo e per chi conosce bene la penna non poteva aspettarsi libro diverso. Nelle ventiquattro puntate che mette in fila Scanzi si parte dal percorso di Renzi e dalle somiglianze con il "maestro" Silvio "...entrambi goffi di successo, caricaturali e non di rado improponibili, entrambi venditori di pentole..." dalla sua ascesa "...un leader che vive il momento, non sa niente del passato e non si pone il problema dell'avvenire..." fino alla discesa "...se si cerca la ragione della diffusa insofferenza verso Matteo Renzi, la risposta è Matteo Renzi...". Di Renzi vengono analizzati i difetti "...così bravo a mentire che finisce per primo a credere lui stesso alle sue stesse bugie..." ed i pareri che vengono alla bocca a chi cerca di guardarne opere ed attività "...Renzi non ha lavorato a costruire una comunità, ma a drammatizzare il rapporto tra un capo e la folla...". Ma non è il solo protagonista del libro e con lui sono analizzati anche i suoi "adepti" (Sensi, Anzaldi, Nicodemo, Richetti, Lavia, Morani, Nardella, Orfini.....tranquilli però, anche se può sembrare da questo elenco non è un libro horror....) e la rumorosa e clamorosa assenza della critica degli intellettuali "di sinistra" "...perdona l'ardire caro Nanni, ma questo tuo (vostro) silenzio mette un po' di tristezza...senza offesa ma così come Benigni era meglio da Cioni Mario, tu eri meglio quando perdevi...". Il tutto è esaminato e descritto con la penna ironica, sarcastica nell'uso dell'iperbole e dei paragoni mischiati agli eccessi "...mitico Pieroni, capoclasse autoproclamato..." che confluisce nella compiaciuta spavalderia/presuntuosità e nel compiacimento della stessa e del proprio ego che sembra sempre "STARCI UN PO' STRETTO". Essendo marchio di fabbrica di Scanzi non poteva non notarsi, dato che sul punto è lui stesso il primo a giocarci. In molti punti vengono descritti e ripresi concetti che, da lettore costante del Fatto, non mi sono nuovi ed articoli o riferimenti sono ancora più evidenti o riconosciuti. Non manca ovviamente il riferimento naturale alla prossima scadenza elettorale che fa ulteriormente centro, descrivendo in pratica la mia condizione attuale "...appartengo, nel mio piccolo, a quei milioni di italiani che politicamente si sentono come un flipper in cui la pallina ora carambola sui 5 stelle, ora su una forza di sinistra (vera e coesa) ora sull'astensione..." che va (quasi) totalmente di pari passo con quanto trovo scritto nel suo capitolo finale "...da qui alle elezioni farò come milioni di elettori, saprò benissimo chi non votare. E aspetterò che qualcuno mi convinca davvero a votarli...". Con questo gol finale il libro si chiude e non è assolutamente un caso che l'ultimo concetto citato è "scatafascio", in linea con lo stile di tutte le tappe precedenti e con il protagonista delle stesse.
BIGNAMI: non so se per la scarsa obiettività o per l'attualità del libro, ma non posso che dare a Renzusconi le cinque stelle su cinque come personale valutazione e con un Vamos come aggiuntiva e degna citazione finale.

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