Kiave di lettura n° 289 |
Chi proprio non ha altro da fare e legge
quello che sempre più di rado scrivo sulla politica attuale già saprà che non riesco ad appassionarmi
alle vicende che hanno ruotato e ruotano intorno alle elezioni dello scorso 4 marzo. Ho votato quasi
per disperazione in una certa maniera e poi ho cercato di seguire questo gioco
a rimpallino che è iniziato dal cinque in poi. Come
già detto (clicca qui per leggere) ritenevo ogni alleanza paventata un
vero e proprio troiaio. Ritenevo (e ritengo) che potesse esserci
un' unica possibile soluzione: un accordo a tempo limitatissimo per le cose
urgenti ed una legge elettorale a doppio turno. Per tornare a votare a
brevissimo e dare finalmente la possibilità a chi vince di governare.
Sentir dire invece che il Governo che stava per nascere era "esclusivamente politico" ha aumentato in questi giorni la sensazione che il troiaio
fosse davvero grosso. Allearsi
in modo programmatico e politico con la
Lega , farsi dettare temi e ministeri da Salvini non può
appartenere ad un movimento nato e cresciuto per provare a "cambiare"
e provare a farlo da solo. Con
quelle parole Di Maio si è conquistato i voti dei
leghisti necessari al Governo,
ma ha perso il mio....mezzo. Se ne sarà sicuramente fatto una ragione.
Le cose ieri però hanno avuto un fuori
programma improvviso. Il castello di carta (e carte) è venuto infatti giù sul nome del possibile ministro Savona, che per il
peso che si è deciso di dargli e la decisione presa si è fatto passare come il
possessore delle chiavi de "LA PORTA DEI SOGNI" rivoluzionari di antieuropeisti ed amanti
dell'uscita dall'euro. La premessa precedente del mio parere sul possibile
governo Salvini-Di Maio era necessaria per cercare di farmi
capire meglio. Per me infatti la decisione di Mattarella va un filino, anzi molto più di un
filino, oltre quello che la
Costituzione gli permette. Non sono certo un
costituzionalista e non pretendo di avere maggiori conoscenze di Mattarella. So
che a nominare i ministri è il Presidente
della Repubblica e che in
passato i suoi predecessori hanno usato il potere di veto. Ma i casi Previti e Maroni, tanto per fare gli esempi più recenti,
niente hanno a che fare con un professore colpevole di aver studiato la
possibilità dell'uscita dall'euro e che ha precisato di non averlo come obiettivo
così come di non essere tra i punti del programma del governo troiaio in via di
formazione. Tra l’altro, lo stesso Savona è già stato ministro in passato, evidentemente non doveva proprio essere un pericoloso estremista. Ecco, porre un
veto del genere, per un ministro del genere, mi pare vada oltre la legittima possibilità costituzionale
esistenti. L’articolo 92 su chi nomina i ministri è chiaro: il Presidente della
Repubblica. Ma è anche vero che l’interpretazione ed il senso di quello stesso
articolo e della sua applicazione non finisce in quelle due righe. Ed allora
credo che Mattarella sia andato oltre, confermando l'uscita errata con l'immediata succeasiva nomina di Cottarelli, dove il "segnale" del gesto e la "ripicca personale" prevalgono sulla scelta in sè.
Banale e forse superfluo ma importante
dire che poi chi ha offeso, augurato morte e minacciato ritorsioni nei suoi
confronti deve ricevere quel che merita: denunce e giudizi processuali. Mi
sembra importante anche sottolineare con forza che lo stato d’accusa è una
procedura eccessiva e sballata soprattutto se usata con termini di accompagnamento violenti e
clamorosamente sbagliati, visto il delicato momento che passiamo.
Detto questo, democrazia a rischio? Non
credo. Ne per mano di Mattarella ne per mano di chi vuol il suo stato di
accusa. Credo che da entrambi i lati, nel paventare i rischi della democrazia per questo motivo, ci sia una grande puntata
fatta sul panno verde della prossima campagna elettorale ormai alle porte.
Per descrivere al meglio la situazione uso
le parole di Daniele Silvestri, che condivido dalla prima all’ultima lettera. Daje
Danielino, come sempre.
Come molti di voi
sapranno, poche ore fa ho pubblicato un tweet, che diceva così: “inaccettabili
decisioni di #Mattarella.
Sbagliate nel merito miopi nello scopo pericolose nei risultati e irrispettose
vs cittadini. Peccato”.
Premesso che ho sempre
detto quello che penso, e che non avendo neanche intenzione di smettere adesso
di farlo mi preoccupano poco gli insulti e le frasi tipo “riméttete a cantà che
è meglio!” (Me le sento dire da circa 25 anni), devo però anche dire che mi
pento. Mi pento di averlo fatto con un tweet di 141 caratteri.
Allora credo sia
doveroso spiegare il mio pensiero in uno spazio che me lo permetta, soprattutto
per rispetto verso chi a quello che scrivo un po’ ci tiene. O ci teneva.
Dal mio punto di vista,
che non è certamente quello di un grillino e men che mai quello di un leghista,
il veto con cui oggi il presidente Mattarella ha posto fine al tentativo di
governo giallo-verde è un grave errore. Non certo un’azione eversiva o
incostituzionale, ci mancherebbe. Ma un errore. Strategico innanzitutto, perché
è facile prevedere un consenso pericolosamente in crescita per quelle forze,
soprattutto a destra, che avranno gioco facile a gridare al complotto. Ma fin
qui potrebbe essere solo l’opinione di uno che sta dalla parte diametralmente
opposta (ho votato Potere al Popolo, tanto per dire).
Ma è anche un errore
nel merito - sempre dal mio punto di vista, è sottinteso - perché il veto sulla
figura di Savona rischia tremendamente di sembrare un veto dato per ragioni di
opinione. E’ inutile che mi vengano ricordati i precedenti, tipo Previti,
Maroni e via dicendo.. Mi sembrano casi ben diversi, con motivazioni ben più
oggettive, e questo finisce per essere a sua volta un precedente molto
preoccupante.
Tra l’altro il rischio
è che sia proprio questa mossa a gettarci in una campagna elettorale in cui il
tema dell’uscita dall’euro e dall’europa diventi veramente IL TEMA. Con
conseguenze e ripercussioni potenzialmente gravissime.
Avrei di gran lunga
preferito che il nostro presidente, dopo aver giustamente fatto pelo e
contropelo alle proposte che arrivavano da quella improbabile ma tuttavia
legittima coalizione, avesse poi lasciato che si cimentassero davvero con
l’esperienza di governo.
Dubito fortemente che
di lì a poco ci saremmo ritrovati fuori dall’europa e in procinto di tornare
alla lira.
E in ogni caso il
presidente rimane quello che esercita il suo vero potere soprattutto nel
momento in cui firma o non firma i decreti, in particolare quelli che risultino
non avere adeguate coperture finanziarie ad esempio.
Invece così gialli e
verdi potranno ben dire che è la
Germania , o che sono le lobby economiche a decidere chi guida
il nostro paese e come. Mi pare lo stiano già dicendo.
Questo in sostanza il
mio pensiero.
Peccato averlo affidato
a un tweet.
Peraltro il messaggio
originale - prima di rendermi conto di doverlo sforbiciare drasticamente, visto
quanto poco sono avvezzo ai cinguettii - era già un filo più comprensibile,
diceva “ Mi dispiace, ma faccio davvero fatica ad accettare le decisioni del
presidente #Mattarella. Credo siano sbagliate nel merito, miopi nello scopo,
forse perfino pericolose nei probabili risultati, e da ultimo (non pensavo di
doverlo mai dire) irrispettose nei confronti dei cittadini. Che peccato “ .
Invece la versione tagliata inizia con la parola “inaccettabili”, che pende
pericolosamente verso le posizioni di chi sta addirittura minacciando un
improbabile impeachment. Inutile dire che ritengo quell’ipotesi poco più che
una battuta di cattivo gusto. Ma anche la frase “irrispettose nei confronti dei
cittadini” è stata comprensibilmente malinterpretata.
Intendevo dire che mi
aspetto da parte della massima carica dello stato maggiore attenzione verso i
cittadini quando deve spiegare decisioni così drammatiche. Le sue parole se non
ricordo male dicevano più o meno - vado a memoria - che con la scelta di quel
ministro sarebbe praticamente “inevitabile” ritrovarci fuori dall’Europa. Come
ho già detto non credo a questa spiegazione. Non sono certo un fan di Savona,
sul quale mi sono solo informato in questi giorni come tutti voi, ma che non mi
risulta essere né un profilo inadeguato al ruolo né un pazzo criminale, per
quanto critico verso i modi e le scelte attraverso i quali l’europa si è data una
moneta unica.
Io sono un convinto
europeista, anche se sognavo un’Europa ben più “alta” e illuminata di questa
che per ora ci ritroviamo.
Ma mi hanno insegnato
che vanno rispettate le opinioni diverse, che anzi ci si batte perché siano
rispettate. A maggior ragione in questo caso, quando è stato più volte lo
stesso capo dello stato a pretendere - giustamente - che questo governo fosse
un governo politico. E se non lo è nell’attuazione delle politiche economiche
dove deve esserlo?
E adesso avanti pure con gli insulti. Io almeno so di essermi
chiarito.
notte
daniele