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sabato 21 settembre 2019

...non un canzone d'amore ma un libro da consigliare...

Kiave di lettura n° 354
Si aggiunge un volume al mio personale Katalogo , tornando a scrivere di letture e di libri, nello specifico, cercando di raccontare al meglio le mie impressioni su:
ALESSANDRO ROBECCHI - "Questa non è una canzone d'amore" - Sellerio 
L'impatto con la penna di Robecchi non è stato del tutto nuovo; lo stile infatti mi era noto grazie alla lettura dei suoi articoli sul Fatto Quotidiano, da sempre considerati particolari e pungenti. Qualità da me sempre apprezzate tanto da ritenermi "PRONTO PER IL PROSSIMO" scalino, quello di leggere un suo libro. Ho iniziato dal "primo episodio" della serie di Carlo Monterossi...da buon precisino...e devo dire che sono davvero contento di aver fatto quello scalino (ho fatto anche la rima).
Nel libro di Robecchi si mescolano stili e vicende. All'interno delle varie pagine si passa dal giallo al poliziesco passando per la commedia mentre il protagonista (il Carlo di cui sopra) viene di volta in volta affiancato da vari personaggi e varie vicende che vanno da killer professionali a nostalgici di epoche passate "...ha perso il controllo. L'odio fa di questi scherzi. L'odio ti fotte...", da giornalisti ed agenti alla ricerca di scoop e notorietà a collaboratori che non mollano mai il punto "...non so se avete mai diviso lo stesso spazio con una tigre selvatica, molto affamata, incazzata, nervosa, che vi odia, che non si fida di voi, che si sente minacciata e che sta pensando di sbranarvi. Ecco, immaginate Carlo in cucina con Nadia. Uguale...". Il protagonista infatti è un autore tv di successo che cerca in parte di rinnegare la fonte della sua popolarità, allontanandosi e prendendo le distanze da un programma che sembra la copia sputata di quelli in onda nella tv reale (da Barbara d'Urso a Maria de Filippi passando per uno Stranamore moderno). Dalla prima puntata della seconda serie del suo ex programma ad un tentativo di omicidio "...si rende conto solo ora di essere stato violato, di essere stato invaso, sparato, interrogato, vilipeso, minacciato. Di essere stato nei pensieri di un tizio che è arrivato fin lì con un dito per infilarglielo nel culo e magari per tagliare un dito anche a lui, per il culo di qualcun altro..." il passo è composto solo di qualche ora ed uno squillo di campanello "..Carlo sa che se suona il citofono non c'è dubbio: è un rompicoglioni. I citofoni li usano i testimoni di Geova, quelli che vendono Lotta Comunista, la polizia e ora non gli viene in mente nessun altro.." .
Da lì Carlo entra in un vortice di storie ed indagini di cui ora è vittima quasi fantozziana ora è assoluto protagonista di spessore "...quando è pulito, vestito e, se lo dice da solo, abbastanza un bell'uomo, sono quasi le dieci e si decide a rispondere...".Indagini ed inseguimenti si susseguono nelle varie vicende che accompagnano Carlo ed il suo gruppo a incrociarsi con i vari percorsi del romanzo, sempre con fatti nuovi, sempre con nuove "porte aperte". Quel che non cambia è lo stile di scrittura, che in ogni declinazione resta sarcastico ma con venature romantiche "...ha un sorriso che annuncia a tutti: da ora in poi ci sarà il sole sempre. Vabbè un po' di pioggia per l'agricoltura ma solo in campagna..." perfetto per la fotografia del protagonista e dei cambi di scenari e di tipologia del racconto "...ma ci sono delle albe, ma neanche troppo raramente, in cui un azzurro cilestrino che toglie il fiato si litiga l'orizzonte con un  rosa che non vuole andarsene, ed è una danza che vale la pena vedere...".
BIGNAMI: prima esperienza con Robecchi che soddisfa completamente e che consiglio. Valutazione pari a quattro stelle e mezzo su cinque.

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