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venerdì 24 gennaio 2020

Percorsi senza memoria

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 372

Da sempre le campagne elettorali stimolano il "portaAporta", da ben prima che Bruno Vespa ideasse la sua trasmissione e gli trovasse quel nome. C'è ovviamente chi, per risaltare, deve sempre andare oltre e dare nuovi significati a certi concetti. Credo però che, come è ormai triste abitudine in questo corto circuito continuo che viene chiamato politica, si sia oltrepassato "IL DRAMMA LA COMMEDIA" di molto. Il senso del ridicolo e/o del comico ha lasciato infatti spazio al pericoloso. 
Nei giorni scorsi infatti, l'ex Ministro dell'Interno (...) ha visto bene di trasformarsi nel vendicatore coraggioso e citofonare a quello che, secondo le voci di alcuni cittadini, era l'appartamento di una famiglia di spacciatori. Quando ho letto il lancio della notizia, ho pensato di aver capito male. O meglio, l'ho sperato. Resto in fondo, forse, un sognatore.
Il video postato in rete mi ha chiarito però ogni possibile dubbio. E' davvero drammaticamente istruttivo. Lascia senza parole, sia il gesto in se che l'atteggiamento. Per non parlare di tutto quello che lo circonda. Fa trasparire il senso ed il rispetto dello Stato e delle persone da parte di chi dello Stato e delle persone è stato ed è rappresentante, anche di cariche importanti. O meglio evidenzia la sua totale mancanza di rispetto.
Del suddetto ed attuale corto circuito ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse così drammatica e così è anche per questa vicenda specifica. L'ex Ministro dell'Interno che ascolta le lamentele di parte degli abitanti di un quartiere e, con il diritto attribuitogli dai sondaggi di opinioni sulle preferenze elettorali, citofona chiedendo di entrare nella casa di perfetti sconosciuti e richiamando gli stessi alla calma ed alla loro necessità di sfruttare l'occasione che gli stava fornendo. Quella di difendersi rispetto alle "accuse" di cui sopra. Lo stesso ex Ministro da sempre schierato (almeno a parole) dalla parte delle Forze dell'Ordine che invece di rivolgersi a loro per una denuncia di reato, li salta a piè pari cercando di risolvere la cosa ben oltre il giustizialismo personale. Credo che questo continuo inseguire il centro della scena e qualcosa di comunicativamente sempre più eccessivo, sia sfuggito di mano molto tempo fa ed adesso tocca vertici pericolosi.
"Cari amici cominciate a prepararvi alla risposta che i prossimi ad essere 'citofonati' siamo noi omosessuali" ha scritto nei giorni scorsi un ragazzo che seguo su twitter. L'abbinamento è forte e riporta a Niemoller ed alla sua:
...quando i nazisti presero i comunisti, io non dissi nulla perché non ero comunista. Quando rinchiusero i socialdemocratici io non dissi nulla, perché non ero socialdemocratico. Quando presero i sindacalisti, io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa...
Eccessivo il tweet? Eccessivo il richiamo alla poesia di nere esperienze del passato? Chissà. Certo è che, anche in passato, tutto ha avuto un inizio più o meno diverso rispetto a tutto il percorso successivo. Vorrei che non si fosse di fronte a questo. La paura è che situazioni come la citofonata libera dell'ex Ministro della Repubblica possano essere l'inizio di un percorso, mentre sarebbe bello fossero la fine di quel corto circuito. Una fine che cadrebbe nel momento migliore, proprio in prossimità del giorno della memoria di lunedì. Mentre scrivo già so che non potrà mai essere così, che questo percorso purtroppo continuerà. Senza memoria, quella che sembriamo aver perso tutti.

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