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sabato 21 novembre 2020

Simpatiche costanti

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 411

Passa come un veloce treno il tempo in queste settimane. Sembra lento nel suo continuo susseguirsi di parole e numeri purtroppo mai troppo brillanti e divertenti ma se abbasso gli occhi sulla data del pc in basso a destra mi chiedo come sia possibile si sia già alla fine di Novembre. Sono gli "SCHERZI CHE FA IL TEMPO" ed il suo ondeggiare tra freno ed acceleratore. 
Ci sono però cose che non oscillano e non cambiano. Che arrivano costanti come il ripetersi dell'alternarsi dei giorni in un calendario. E così, immancabile, ecco il nuovo tomo di Bruno Vespa ed allo stesso modo il suo consueto girovagare per studi televisivi. Lento e continuativo nelle sue ospitate ed osannato ovunque come la penna più acuta dell'West.
Questa ennesima puntata della sua scrittura si intitola "Perché l'Italia amò Mussolini e come è sopravvissuta alla dittatura del virus". E fin qui. Ognuno deciderà se e come partecipare ai suoi incassi per le vendite. Nei giorni scorsi però è capitato curiosamente e stranamente in tv a promuoverlo e si è lanciato in una sperticata lode del protagonista del suo libro. E non parlo del virus.
Opere, invenzione dell'INPS, giornalisti pagati benissimo, consenso enorme. Alcune delle sue perle. Curioso come si parli di consenso enorme per un regime dittatoriale dove l'espressione di appunto consenso (il voto) non era esattamente tra le opzioni. Sui criteri di riferimento per definirlo addirittura enorme non mi addentro, penso sarebbe un'attività inutile. Particolare anche che venga attribuito al Benito protagonista del suo libro la creazione dell'INPS che già esisteva da qualche anno con un altro nome e che il fascismo aveva ribattezzato in modo diverso (e non comunque come INPS). Non so inoltre se con opere sociali, il buon Bruno intendesse la considerazione della donna lavoratrice (e della donna in generale) e/o le leggi razziali con successive deportazioni. Infine per i giornalisti pagati benissimo mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i familiari dei giornalisti vessati e radiati dall'albo solo per non essersi allineati alle idee del regime o i discendenti di Giacomo Matteotti
Non avrei mai pensato di dirlo ma ho rimpianto ed ho sentito la mancanza del concetto "...eh...ma quando c'era lui i treni arrivavano in orario...". Rispetto a quanto ascoltato sarebbe stata certamente un'indicazione molto più pregnante. Magari qualcuno che era presente in studio ed ascoltava queste perle "inedite" poteva anche farglielo presente allo scrittore miscelatore di dittatori e pandemie.
Ma il tappeto rosso indipendentemente dalle verità è un'altra simpatica costante in certi casi e non c'è tempo e/o pandemia che tenga.

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