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sabato 6 marzo 2021

Dimissioni e divisioni

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 426
Curioso. Se non fosse tragico visto l'abbinamento ad un periodo mondiale che di questo tipo di curiosità onestamente farebbe volentieri a meno. E' infatti di qualche giorno fa la notizia che il segretario PD si è accorto che i suoi colleghi di partito erano più impegnati nella ricerca di polemiche, correnti e poltrone che non in altre più opportune e redditizie attività. Così ha preso coraggio, penna ma soprattutto riflettori ed ha deciso di lasciare. Ma anche no. Non si è capito bene. Ma conta relativamente in questo momento. Il buon Nicola ha comunque messo in primo piano cosa accadeva nel suo partito e come questa cosa l'infastidisse. 
Chissà dove si era nascosto nei mesi scorsi quando, come tutti gli altri, lo stesso partito contrattava con Tizio e Caio la tenuta del precedente governo o si confrontava con nuovi/vecchi alleati "E BELLA COMPAGNIA" per l'attuale esecutivo. Ma meglio tardi che mai.
Nel frattempo, per questa "clamorosa" decisione, si è mosso un can-can oltremodo surreale. Beppe Grillo si candida a segretario. Con un testo di avanspettacolo già proposto anni fa e che ha ritirato fuori per l'occasione. Le sardine che avevano destato curiosità e anche un po' di interesse/simpatia qualche tempo fa per l'elezione in Emilia Romagna, adesso si muovono (e assembrano) davanti alla sede del PD per chiedere assemblee allargate ed un partito non elitario. Renzi sorride sotto i baffi improvvisati e si intesta anche questa vittoria.
Basta? No, ovvio. Tutti i cronisti politici partono con l'analisi delle scissioni e gli autogol della sinistra. Ed invocano la possibilità di ripartire. Da zero. Dagli errori e dalle possibilità di nuove strade da percorrere. Partendo da sinistra appunto. 
Rileggo la frase e mi chiedo: sinistra? Ma quale sinistra? Ma davvero qualcuno pensa che un partito che negli ultimi anni è stato più al governo con Berlusconi che non con forze di quella che chiamano la sua area possa definirsi ancora sinistra? Via giù. Gentiloni, Franceschini, Lorenzin, Nardella, De Micheli, Morani, Romano, Zanda, Pittella. Ripeto, sinistra?
Dovrebbe rinascere la sinistra da un partito che sta in un governo Draghi sedendo accanto a ministri come Giorgetti, Draghi e Stefani esponenti di quella Lega autrice delle mirabolanti leggi sull'immigrazione e di fianco a Brunetta, Gelmini, Carfagna leader del partito di quel Berlusconi ormai riabilitato? Solo perché Zingaretti si è accorto così d'improvviso di essere stato da sempre in un partito pieno di correnti e più attento ai rapporti di forza interni ed alle poltrone che non al fare politica e seguire linee e principi valoriali?
Via giù. Altro che curioso. Altro che tragico. Proviamo a fare i seri per qualche minuto. Per una volta.

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