#KdL - KIAVE di LETTURA n° 428 |
Non ci sono più le conferenze stampa della Protezione Civile delle 18 ma più o meno a quell'ora arrivano i bollettini della giornata COVID ed i commenti e le prospettive sono racchiuse negli stessi sconfortanti commenti di chi i numeri li analizza o dice di farlo. Si rincorrono i colori delle varie zone con limitazioni, strette, chiusure, buoni propositi ma solo futuri; tutto declinato alla stessa maniera con cui veniva argomentato il lockdown di un anno fa. Aiuti e sostegni vengono invocati da categorie più o meno uguali ed alla stessa maniera annunciati per poi venir disattesi in parte o totalmente. Cambiano i Governi ma i tempi rallentati rimangono l'accompagnamento naturale alle attività di prevenzione, intervento e programmazione in ambito emergenziale. Annunciati e sognati da un anno, continua la favola del "vacciniamo tutti subito" "vedrai che appena arrivano le nuovi dosi cambia tutto" "con il nuovo vaccino in uscita finalmente ne usciremo" mentre nel frattempo nella realtà la macchia di leopardo sbiadita dell'organizzazione e del piano vaccinale salta all'occhio tra sospensioni e categorie fragili sempre più tali.
E tutto il resto sembra non esistere più. Niente femminicidi. Niente infortuni sul lavoro. Niente mobbing. Niente discriminazioni. Niente problemi economici (se non legati all'emergenza pandemia). Niente considerazioni sull'ambiente. Niente visioni politiche di ampio/medio respiro. Niente considerazioni su quanto tutto questo periodo incida sulla "testa" di ognuno di noi.
Tutto magicamente soffocato e buttato nello scantinato degli argomenti da accantonare e da tener ben lontani dalla ribalta. Nessun interesse e sostanzialmente "sculo" per tutti gli argomenti da stanzino. Se poi muoiono donne o lavoratori, se sui posti di lavoro le dimissioni firmate anticipatamente per gravidanze vengono affiancate dalle frasi "ringraziate iddio che non siete per strada causa Covid", se intere parti della vita economica/sociali sono dimenticate da ogni intervento programmatico e strutturale (e non parlo di sostegni per chiusure causa Covid), se fare politica non suscita nè interesse nè viene letta con un minimo di accezione vagamente positiva, se i danni psicologici di questo periodo sembrano non essere nemmeno valutati come interessanti. Se, se, se, se, se. Ecco in fondo non interessano a nessuno questi se in fila. E noi tutti siamo colpevolmente complici di questa dimenticanza per tutto quello che ci circonda. Tutto viene colpevolmente inglobato dal COVID e dalla sua pandemia. La domanda è: ma quando (se) finirà questo periodo, tutto questo aver tralasciato tutto il resto per quanti anni produrrà effetti negativi? Per quanto, anche a COVID finito, conteremo i danni dello stesso? Già, chissà.
da fb:
RispondiEliminama quando (se) finirà questo periodo, tutto questo aver tralasciato tutto il resto per quanti anni produrrà effetti negativi?
Me lo chiedo anche io. La giostra continua a girare, girare, girare...
Raya
Troppo gira....vertigini e labirintite...
RispondiEliminaK