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domenica 12 dicembre 2021

Voce alta per le verità

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 465
Camminando verso Natale finalmente "TIRA UN PO' DI VENTO" buono ed arriva una bella notizia. E' di questa settimana infatti quella che ha annunciato la scarcerazione di Patrick Zaki, studente egiziano dell'Università di Bologna. Dopo quasi due anni trascorsi nelle carceri del suo Paese, Patrick è stato scarcerato proprio questa settimana. Era stato fermato con accuse di istigazione alla violenza, terrorismo e pericolo per la sicurezza pubblica. Accuse che son sembrate da subito deboli e frutto di un regime di polizia messo in discussione da un movimentista come Patrick, inviso al regime per le sue posizioni a difesa delle minoranze, così maltrattate dallo stesso paese egiziano. Da subito si è mossa la sua Bologna seguita da un po' tutta Italia che richiedeva a grande voce la scarcerazione dello studente e la chiarezza sulle accuse che erano alla base di quell'arresto. Sono serviti ventidue lunghi mesi fatti di richieste e solleciti per vedere la sua scarcerazione. Ed ancora la situazione non è chiusa. Tra pochi mesi infatti Patrick dovrà presentarsi davanti alla Corte per il giudizio definitivo.  
La sua vicenda ha seguito la dolorosa vicenda di Giulio Regeni ed in molti hanno "alzato la voce" proprio per evitare spiacevoli bis. Patrick dovrà difendersi sperando di poter trovare un processo giusto nel quale difendersi o probabilmente nel quale riuscire a far capire al mondo l'ingiustizia che ha subito. 22 mesi interminabili in cui è stato segregato nelle carceri egiziani in attesa di chiarimenti/giudizio/definizione esatta di quella che era accusa e relative eventuali colpe. 
Adesso la voce che si era alzata nei mesi scorsi deve rimanere bella alta, forte e decisa. Perché deve essere chiaro che tutti sappiamo che la situazione non è chiusa e che adesso serve che la scarcerazione sia vista solo come il primo passo verso qualcosa di ancora più bello e soprattutto definito. 
Quella voce che non dovrà mai abbassarsi neanche per un caso che è ancora tristemente aperto. Parlo di Giulio Regeni. Parlo della verità per il suo caso, per quello che davvero ha vissuto, per un processo vero e degno per i colpevoli della sua morte. Perché il caso di Giulio è precedente a quello di Patrick ma ad oggi non è ancora arrivata la parola che serve per definirlo totalmente e per dare una degna risposta ai suoi genitori ed a tutti quelli che gli volevano bene ma soprattutto a lui. Sarebbe bello se con la definizione del caso di Zaki qualcuno si degnasse anche di dare risposte certe e concrete a Giulio. Perché è tragicamente passato davvero troppo tempo. Perché di tragedie, oltre a quella della sua morte, i genitori di Giulio ne hanno dovuto sopportare fin troppe. Ed allora anche per lui è giusto tenere la voce ben alta e l'attenzione ancora di più. Nel frattempo stringo il mio braccialetto che dice "verità per giulio" e che da mesi è presenza fissa sul mio polso sperando presto di non doverlo indossare più. Quando quella verità sarà finalmente arrivata. 
VERITA' PER GIULIO. VERITA' PER PATRICK. E giustizia, per entrambi.

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