#KdL - KIAVE di LETTURA n° 465 |
La sua vicenda ha seguito la dolorosa vicenda di Giulio Regeni ed in molti hanno "alzato la voce" proprio per evitare spiacevoli bis. Patrick dovrà difendersi sperando di poter trovare un processo giusto nel quale difendersi o probabilmente nel quale riuscire a far capire al mondo l'ingiustizia che ha subito. 22 mesi interminabili in cui è stato segregato nelle carceri egiziani in attesa di chiarimenti/giudizio/definizione esatta di quella che era accusa e relative eventuali colpe.
Adesso la voce che si era alzata nei mesi scorsi deve rimanere bella alta, forte e decisa. Perché deve essere chiaro che tutti sappiamo che la situazione non è chiusa e che adesso serve che la scarcerazione sia vista solo come il primo passo verso qualcosa di ancora più bello e soprattutto definito.
Quella voce che non dovrà mai abbassarsi neanche per un caso che è ancora tristemente aperto. Parlo di Giulio Regeni. Parlo della verità per il suo caso, per quello che davvero ha vissuto, per un processo vero e degno per i colpevoli della sua morte. Perché il caso di Giulio è precedente a quello di Patrick ma ad oggi non è ancora arrivata la parola che serve per definirlo totalmente e per dare una degna risposta ai suoi genitori ed a tutti quelli che gli volevano bene ma soprattutto a lui. Sarebbe bello se con la definizione del caso di Zaki qualcuno si degnasse anche di dare risposte certe e concrete a Giulio. Perché è tragicamente passato davvero troppo tempo. Perché di tragedie, oltre a quella della sua morte, i genitori di Giulio ne hanno dovuto sopportare fin troppe. Ed allora anche per lui è giusto tenere la voce ben alta e l'attenzione ancora di più. Nel frattempo stringo il mio braccialetto che dice "verità per giulio" e che da mesi è presenza fissa sul mio polso sperando presto di non doverlo indossare più. Quando quella verità sarà finalmente arrivata.
VERITA' PER GIULIO. VERITA' PER PATRICK. E giustizia, per entrambi.
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