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domenica 9 gennaio 2022

Anno nuovo? Davvero?

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 469
Arriva la neve, annunciata anche a bassa quota. La Befana è appena passata a portare via le feste che quest'anno hanno visto un bis di limitazioni forse anche più tristi del lockdown totale di un anno fa.
Nel campionato di Serie A ogni giornata è un terno al lotto per capire chi giocherà e quando, tra positivi e provvedimenti ASL. 
Al Governo il super fantastico presidente del Consiglio e la sua compagnia sono stati travolti dall'esima ondata e non riescono più a mettere in fila un provvedimento che sia uno che abbia un minimo di respiro o lungimiranza (si entra solo con tamponi, no non si entra, col vaccino rafforzato ma solo in certi posti, i tamponi solo molecolari, no vanno bene i rapidi, le quarantene sono da mantenere, no da ridurre, anzi togliamole, le scuole aperte a prescindere, solo con X positivi si va in DAD, anzi con X-3, e via e via).
Le regioni ricominciano a colorarsi anche se nessuno pare essersi accorto che con le modifiche di greenpass, supergreenpass, vaccini obbligatori i colori fin quando non saranno così accesi da non saper tenere gli occhi aperti sono sostanzialmente inutili e tutti molto simili negli effetti tanto da dover cercar con il lanternino le differenze tra "essere bianchi" ed "essere gialli".
Differenza che invece sarà clamorosa per un altro aspetto. Finalmente (da sempre dico che doveva essere previsto da subito e per tutti) l'obbligo vaccinale ha fatto capolino nei provvedimenti governativi. Verrebbe da dire "si chiude la stalla quando i buoi hanno fatto ciao ciao" o un più fiorentino "avehano ad aspettà dell'attro". Ma son sicuramente cattiverie miopi rispetto allo sconvolgimento che toccherà ad un ultra50enne che deciderà di non vaccinarsi: ben 100 euro una tantum. Un vero salasso che sicuramente costringerà chi non ne aveva intenzione a correre agli hub vaccinali in ciabatte pur di non dover subire questo rischio di esborso che, pur se una tantum, inginocchierebbe le proprie finanze.
Oltre a questo, buona parte di quelli che contestavano i vaccini con l'aggiunta dell' "almeno lo rendessero obbligatorio" ora gridano alle liste di proscrizione ed all'illegalità dei provvedimenti. 
Uscendo dal ciclone Covid che tutto ingloba e mette nel frullatore, ogni discorso politico è invece rimandato all'appuntamento di fine mese dove verrà eletto il successore di Mattarella, sempre che Sergione nazionale non decida come Napolitano che il "mai nella vita il bis" si possa trasformare in un "se me lo chiede il mio Paese rimango".
Nella corsa al Quirinale è come sempre partita la parallela corsa alla previsione che mette insieme nomi improponibili, scenari complicati, accordi da prendere e soprattutto il solito coretto "sarebbe l'ora di una donna". Frase oscena che chi pronuncia vuol far credere di dire in ottica femminista ma che in realtà degrada il genere femminile a pura "categoria" a cui si concede l'onore di partecipare alla corsa, ma si badi bene non con una figura ritenuta di spicco ma con un generico "una donna". Che a breve sarà sostituito da un nome senza cognome come in classico maschilismo che "LE DONNE LO SANNO" benissimo anche e soprattutto in questi casi e modi di parlare esce fuori prepotente.

Ecco, sono otto giorni di questo nuovo 2022 e non sentite anche voi un'aria totalmente diversa? Nuova? Fresca e piena di iniziative così originali da spiazzare chi le legge o addirittura le vive?
Come dite? No? Ah ecco quindi non sono solo io......

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