Sommario

sabato 28 gennaio 2023

Indifferenza e memoria

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 524
Nelle parole lette ed ascoltate ieri non c'è la ricorrenza annuale impostata da uno specifico giorno della Memoria. Si, ovviamente i messaggi si ripetono, le interviste ed i ricordi anche. Ascoltandoli però bene, tutti presentano un peso specifico ed un'intensità che di banale e ripetitivo non hanno niente. Ed allora la loro non originalità e la riproposizione nel giorno specifico non fanno perdere neanche un grammo di significato e di forza alle parole.
Che restano lì, moniti da fare propri ed insegnamenti da non tralasciare, perché come spesso dice Liliana Segre "L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa. E' l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte".
Per questo anche io mi ripeto. E ripropongo qualcosa che ho scritto un po' di tempo fa dopo un viaggio ad Auschwitz. Per non essere apatico. Per non voltarmi dall'altra parte.
Buona lettura ma soprattutto tenete tutto bene a memoria. Ed ogni tanto apritela- per agire di conseguenza e soprattutto per non essere indifferenti.

-------------

Come in un ritornello costante: "il fumo saliva lento, nel freddo giorno d'inverno". In fondo questo è l'effetto della nebbia: un fumo più o meno leggero che prima invade e poi piano piano sale. Avvolge persone, piloni, fili spinati ed ingressi. La nebbia. Sembra accompagnarti insieme al "solo grande silenzio" che resta il protagonista. Sale non soltanto nella definizione climatica, sale dentro. Parte dalla zona emozionale e la percorre tutta per arrivare dritta ad ogni singolo punto ricettivo che senti di avere. Il rumore intorno è così imponente da trasformarsi in silenzio, "tante persone ed un solo grande silenzio"Un rumore fatto di immagini, di racconti, di oggetti, di vite, di sofferenze. La sensazione di disagio avvolge ogni tuo pensiero come la nebbia. Senti l'inadeguatezza di ogni tuo pensiero rispetto a quello che hai intorno ed ormai dentro di te. "Occhi lucidi, gola strozzata, tempo fermo, silenzio assordante". Anche incrociare gli sguardi di chi è li con te è una fatica, è un qualcosa che paradossalmente senti come "di troppo". Le stanze si susseguono, la voce nelle cuffie racconta quello che sai, ti descrive quello che non puoi non immaginare già da te ma l'impatto dei racconti è di tale portata che produce lo stesso l'effetto di un evento a sorpresa. Il "TRAFFICO NELL'ANIMA" è sempre più intenso e si lascia trasportare da piccoli passi, rispettosi e ordinati. Lo sguardo spesso cerca le proprie scarpe per il motivo di prima. La testa rimugina, di nuovo, sempre più intensamente. La nebbia si trasforma in pioggia e cominci a sentirla solo quando si fa davvero invadente e costante. La senti scorrere sul giubbotto e sui jeans ma non ti fa spostare di un centimetro. Fa parte di tutto quello che ti sta entrando dentro. La camminata si allunga, gli spazi si aprono ma la stretta allo stomaco non si allenta, c'è solo un tempo diverso per assimilarla. Un paesaggio che adesso ha abbandonato stanze ed oggetti e lascia libero l'occhio nell'immensità di uno spazio aperto. Immenso, come l'orrore. Come i brividi, che "sono nel vento" che leggero si alza. Come le sensazioni di relatività e di totalità che si alternano fino a mescolarsi. Tutto è relativo e totale in quel momento. Tu sei relativo, quello che senti è totale. La nebbia continua a fare il suo lavoro. E ti avvolge. Stretta quanto serve.

Nessun commento:

Posta un commento