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sabato 18 marzo 2023

Domande fondamentali

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 531

Dopo quindici giorni abbondanti dalla tragedia di Cutro, la nostra presidente del consiglio ha deciso di incontrare i pochi superstiti ed i tanti parenti delle vittime. Bontà sua e del suo gesto "COL CUORE BUONO", inequivocabilmente spontaneo ed immediato....no?
Paradossalmente però, è come se questo gesto in qualche modo stonasse anche a lei; per questo forse si è adoperata per trovare il modo di dare concretezza al detto popolare "la pezza peggio del buco". Riuscendoci al meglio, da brava leader del partito più importante d'Italia.
Infatti al termine dell'incontro, il concetto che per lei è stato importante far emergere dalla giornata e dallo scambio avuto con le persone in lacrime che aveva davanti sono state le sue stesse parole: 
"Meloni ha chiesto loro quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo".
Ma che bello. Attenzione da mamma preoccupata che ha a cuore la conoscenza dei rischi. Tipo "hai messo la canottiera?"? Oppure "non correre" o "non accettare caramelle dagli sconosciuti" o "attento a chi frequenti".
Che bello. Hai di fronte a te sopravvissuti per miracolo e persone straziate dal loro di aver perso mogli/mariti/figli e quello che vuoi far emergere è il ribadire che il problema "è di chi parte". Concetto tra l'altro ampiamente emerso da parole, considerazioni ed atti politici di questa destra al potere. Ma evidentemente da ribadire in modo costante anche sopra le bare ancora calde o di fronte a familiari ancora straziati dal dolore dell'evento.
Non bastava il vergognoso copione recitato da piantedosi che incolpa i morti della loro...morte. Non bastava la mancanza di cordoglio ed umanità. Non bastava l'assenza istituzionale agli eventi commemorativi. Non bastava la passerella del consiglio di ministri a Cutro senza partecipazione ai luoghi funestati dal dolore di aver visto sulle proprie spiagge oltre settanta vittime e sentito il peso del dolore delle oltre settanta famiglie. Non bastava ignorare la sollevazione popolare ed il cordoglio dei cittadini. Non bastava ignorare la presenza dei parenti durante quei giorni per impegni improrogabili come il karaoke con la canzone di Marinella da cantare a squarciagola senza capire nemmeno una virgola di quel testo. Non bastava un ritardo di quindici giorni per fare un gesto da compiere dopo quindici minuti dall'evento (o forse meno).
NO. Serviva una nuova conferma dell'assenza di cuore. Ennesima. Un'ulteriore sottolineatura che la colpa sta in chi muore e nelle loro famiglie che gli permettono di partire. 
Chissà cosa avrebbero dovuto fare secondo l'amorevole preoccupazione della presidente del consiglio. Chissà quale alternativa la sua mirante conoscenza dei pericoli avrebbe seguito se fossero stati suoi parenti a dover partire. Chissà se magari gli avrebbe cantato la canzone di Marinella per esortarli a non prendere il mare per cercare libertà e vita. Chissà cosa avrebbe fatto nei panni di quelle donne morte affogate sapendo che per i propri figli l'unico barlume di futuro stava nel rischio di quella traversata e nel cuore o meglio nella normale umanità di qualcuno più fortunato di loro.
Lei che tutto sa e tutto consiglia chissà cosa avrà ricavato di importante dall'ignorare questa tragedia, dal colpevolizzare chi ha creato questo fastidio istituzionale con la propria morte e cosa avrà ricavato da quella fondamentale domanda posta in questi giorni. Sempre che abbia ascoltato le risposte, visto che le voci provenienti dal mare e dalle spiagge tende ad ignorarle.

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