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sabato 16 dicembre 2023

Corsi e ricorsi

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 570

C'è un leader politico che è considerato da sempre un fenomeno. Ammetto per qualche istante di esserne stato incuriosito anche io avendolo avuto sotto mano come presidente della mia Provincia, quando esisteva, e poi come sindaco della mia città. Gli altri passaggi sono noti un po' a tutti dalla corsa alla segreteria Pd "rottamazione" in resta, alla presidenza del consiglio senza passare dalle urne con il motto #enricostaisereno, il referendum costituzionale messo come cartina tornasole del suo operato ed il relativo "se vincono i NO è un fallimento e lascio la politica".
Non proprio "UNA VITA DA MEDIANO" quella di Matteo Renzi da Rignano bensì una con l'obiettivo dichiarato e mal nascosto di essere sempre e comunque il protagonista con l'autovalutazione di essere "il primo"
Perché "lui sì che sa incantare la gente, lui sì che ha idee nuove, lui sì che ha strategia, lui sì che è un leader". Ed infatti ha prima sfasciato il PD, poi ne è uscito portandosi via importanza e gruppetto di parlamentari da lui voluti ed eletti con liste bloccate. Ha fondato un micro partito in pieno rispetto del suo motto iniziale: "i piccoli partiti che vogliono incidere ed essere aghi della bilancia sono la rovina della politica italiana" per influenzare fino all'ultimo giorno di vita del vecchio Parlamento la scena e dopo si  è messo sul mercato ed ha cercato/annunciato/smentito/fatto/confermato/consolidato/smontato/rismentito/annullato/criticato/deriso/ricercato un accordo con Calenda (altro su cui si potrebbe scrivere un post infinito).
Dalla vittoria del centro destra di oltre un anno fa si è ricollocato molto più vicino al Governo che non alle opposizioni di cui non perde occasione per illustrare mancanze e creare distinguo. Legittimi ma anche indicativi del suo nuovo posizionamento. Certo mantenendo il suo stile critico e distintamente superiore ma facendo intravedere spiragli di disponibilità costanti, basta riprendere il discorso fatto in Parlamento all'insediamento del nuovo Governo con relativi sorrisi, mezze frasi e vicinanze ipotizzate. 
L'incontro di ieri ad Atreju - festa/convention di Fratelli d'Italia - ha dato l'ennesima conferma. Quel "son venuto qui nonostante si sia diversi perché apprezzo il vostro impegno civico", quel lusingare Nordio e la sua idea di Giustizia, quel giocare con Delmastro ed ironizzare insieme su Ely Schlein. Uno spettacolo di cabaret con apprezzamenti reciproci sulle battute dell'altro, una Corrida rivisitata per intendersi. 
Sul palco quindi una sorta di macchietta che voleva essere uno statista ed è ancora convinto di esserlo, tra consulenze in terra araba ed accordicchi tentati/smontati/proposti. Il giusto erede di quel suo punto di riferimento tanto ammirato che una quindicina d'anni prima di lui, su quello stesso palco maramaldeggiava raccontando barzellette su Hitler di fronte ad una plaudente padrona di casa. Un'altra di quelle brave e con capacità politiche. Una vera leader nuova, all'epoca. E che ancora viene definita così adesso che è presidente del Consiglio. Ancora oggi nuova ed originale - quindici anni dopo - con le caratteristiche da leader così evidenti da far da spalla al comico di turno. Proprio come ieri Renzi con Delmastro. Corsi e ricorsi storici o banalmente comici.

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