#KdL - KIAVE di LETTURA n° 583 |
Tutti ad incensare, festeggiare, proclamare la loro importanza e la necessità di adoperarsi per tutelarle sempre e comunque.
Anche io non sono stato "da meno" sperando di non apparire banale o peggio attento solo alla ricorrenza. Come scrivevo proprio venerdì, ogni parola purtroppo rischiava di essere superflua e vecchia. Non per il grado di ipocrisia (comunque presente in buone/cattive quantità), non perché non importante (anzi tutt'altro), non perché non sarebbero state attuali (costantemente moderne da quel punto di vista).
Quel grande rischio era dettato da un semplice aspetto matematico purtroppo. Come se fosse solo quello. Un calcolo di media nazionale, tra quelle più brutte. Una cadenza numerica che parla di una donna uccisa ogni tre giorni. E così è stato, "C'E' SOLO DA METTERSI IN PARI COL CUORE".
Nel Salento infatti è andato in scena proprio oggi il ventunesimo femminicidio dell'anno (dati di femminicidioitalia.info). Con il solito copione: lei che vuole uscire dalla storia, lui che la uccide. Aneta il nome della donna in questione. Quello attuale. Quello che purtroppo tra qualche giorno sarà sostituito da un altro nome di donna come il suo ha sostituito oggi quello di Brunetta.
Un continuo alternarsi di nomi che ogni settantadue ore porta a modificare quello sotto i riflettori, quando questi ultimi si degnano di accendersi per l'evento, perché spesso altre notizie hanno più attrattività mediatica rispetto alla solita trama che porta al solito finale. In fondo sono "solo" vite umane no? E' solo una strage continua da 120 donne morte l'anno, che volete che sia.
La festa della donna è dietro l'angolo, ormai superata. La media matematica ha ripreso a camminare e fare il suo corso ed il suo dovere. Qualche lacrima di coccodrillo cala anche oggi, ma con meno riflettori rispetto a quelli donati dal giallo della mimosa. Ed allora avanti così, con le parole che vengono spazzate via dai numeri. Con il rosso del sangue a fare da sfondo ed ad oscurare le luci di cui sopra.
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