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martedì 30 aprile 2024

Non facile ma bello

#Klibro Aprile 2024 
qui il mio intero
Katalogo
EMMANUEL CARRERE
"V13"
Adelphi

Qualche anno fa illustrai proprio su questo blog lo stile del mio Capo nel cercare di "farmi felice" con i regali (clicca qui). Il gioco ha preso campo soprattutto nel settore libri portandolo a farmi trovare impacchettati volumi che mai avrei scelto e/o addirittura che avrei evitato senza ombra di dubbio. All'ultimo compleanno si è presentato con "V13" illustrandolo come un mix perfetto di elementi che avrei certamente "apprezzato" "libro di un autore straniero, non romanzo ma con la struttura dei racconti e soprattutto leggero".
Impaurito dalla non semplicità dell'argomento ho aspettato un po' il momento giusto; visto che però lo stesso sembrava non essere proprio dietro l'angolo ho preso coraggio e mi sono buttato. E credo che dovrò dare un dispiacere al re dei regali "alla rovescia": il libro mi è piaciuto.
Come anticipato dalla lettura dei "sunti di copertina" il libro raccoglie (ampliandoli e dandogli una struttura in capitoli ben precisi) gli articoli dell'autore relativi al processo sulla più grande strage terroristica avvenuta in Francia nel 2015. Quel tristemente famoso venerdì 13 (da qui il titolo dell'opera) novembre 2015 quando in pochi minuti vennero colpiti il Bataclan, lo Stade de France e diversi bistrot della capitale. Quasi cinquecento persone che quel giorno - tra morti e feriti - videro cambiare per sempre la propria vita. Più in generale un livello di angoscia e paura che ancora è palesemente percepibile al ricordo di quella serata. 
Carrère ha vissuto in prima persona ed in prima fila i nove mesi di udienze del processo ed ha provato a raccontarlo nel modo più vero e concreto dividendo il libro in tre macroaree: vittime, colpevoli e giuria/processo. La prima è sicuramente quella in cui il cazzotto allo stomaco arriva più diretto ed intenso. Percorsi dove si sono "MISCHIATI LA PELLE LE ANIME E LE OSSA" di chi quei momenti li ha vissuti nei luoghi in cui l'inferno si è scatenato o in chi a casa attendeva notizie che poi tragicamente sono arrivate dopo ore di silenzio assordante. Nella seconda parte - i colpevoli - è durissima l'impresa tentata di provare ad andare oltre l'istinto dell' “occhioperocchio” automatico che parte nella mente di tutti. Il percorso di scrittura prova, ed in parte riesce, a lasciare traccia anche di altro descrivendo e fotografando i protagonisti ed i loro vissuti. Con il percorso processuale - ultima parte - il libro assume più il percorso di racconto/romanzo in base agli appuntamenti delle udienze ed ai suoi risultati.
E' un libro importante. Curatissimo anche nei dettagli e con una base chiara di racconto. Le piccole sbavature ripetitive sono dettate probabilmente dal mettere insieme articoli di periodi diversi ma sono ampiamente superate da un percorso ben delineato dallo stile di Carrère. Il dettaglio di dati e nomi in certi momenti è più ostico ma mai diventa troppo ingombrante. Il mettersi come cronista giornaliero a disposizione delle vicende personali, oltre che processuali, fa del libro un romanzo di sentimenti più che giudiziario. E questo arriva. Clamorosamente nella prima parte comunque in modo deciso anche nelle altre.
Con il fiato giusto e nel momento giusto, libro che consiglio.

CINQUE CITAZIONI

1 - "...quel che vorrei ora è vivere, semplicemente vivere. Sentirmi libera di essere innamorata senza sensi di colpa. Godere con spensieratezza di una serata tra amici. Essere capace di accettare nuove prove..."
2 - "...tutto quel che dite su noi jihadisti è come se leggeste l'ultima pagina di un libro. Il libro dovreste leggerlo dall'inizio..."
3 - "...leggendo il loro dialogo ci si chiede: che cosa è peggio? Avere un figlio assassino o una figlia assassinata? Questa domanda, che dà le vertigini, ho l'impressione che sia soprattutto Salines a porsela..."
4 - "...non ha rimpianti ci dice. Non rimpiange nulla. Se tornasse indietro lo rifarebbe, pur sapendo in quale ginepraio va a infilarsi. Se non è un'eroina Sonia, non so che cosa sia un'eroina..."
5 - "...a un certo punto sento che dietro di me c'è la morte. C'è un uomo alle mie spalle, proprio contro di me. Sento il suo respiro irregolare, sento il suo rantolo, so che sono i suoi ultimi momenti. So che sto vivendo accanto a lui gli ultimi momenti della sua vita. E' qualcosa di intimo, forse è la cosa più intima che si possa condividere con qualcuno. L'unica testimone della sua morte e non so nemmeno il suo nome..."

Mia personale VALUTAZIONE: ***° - tre stelle e mezzo su cinque

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