Sommario

domenica 30 giugno 2024

Tutto quello che non potete perdere

#Klibro Giugno 2024 
qui il mio intero
Katalogo
ANDREA CARDONI 
"Tutto quello che non doveva succedere"
Fandango

Da dove partire per raccontare qualcosa di speciale? Forse dal titolo. "Tutto quello che non doveva succedere" è un libro dedicato a quattordici giorni. Non di successi o di gloria ma caratterizzati da due eventi entrambi accaduti nella capitale ed entrambi drammatici. A livello sportivo ed a livello di vita: la finale di Coppa Campioni persa dalla Roma in casa ai calci di rigore ed i funerali di Enrico Berlinguer. 30 maggio - 13 giugno. Periodo in cui ha prevalso il silenzio.
"IL DESTINO HA LA SUA PUNTUALITA'" ed in quei giorni si è dato appuntamento tra l'Olimpico e le strade verso Piazza San Giovanni. Nelle pagine del libro che scorrono veloci vengono raccolte le voci di chi quei giorni li ha vissuti e da quel 1984 li ha tatuati dentro più che sulla pelle. 
Nel racconto, a parlare sono gli intervistati e la loro visione dei due eventi. Il loro sentirsi di fronte alla più grande occasione (sprecata) della loro storia di innamorati del pallone ed al cospetto della più grande perdita umana, sociale e politica della sinistra italiana e non solo. Le voci rotte, le lacrime, i nodi allo stomaco, la disperazione. In ogni racconto emergono prepotenti e dolci allo stesso tempo.
Merito della scelta di lasciare il palcoscenico del libro a tutti quelli che (anonimamente) hanno portato la propria visione di quei quattordici giorni. Capacità innata dell'autore che nel concedere spazio ai racconti raccolti permette la fotografia più ampia dei due eventi, compiendo un lavoro di "assemblaggio" accurato e perfetto per armonia. Senza mai mettersi in primo piano, ma lasciando sotto i riflettori i testimoni diretti di "tutto quello che non doveva succedere". O meglio la trama di quei quattordici giorni.
Come spesso accade, perlustrando la passione, ad emergere non sono solo i fatti ma anche mille altre strade che dall'argomento principale partono. Aneddoti, ricordi, emozioni  che viaggiano veloci regalando letture divertenti e/o intense.
La Roma e la passione calcistica. Berlinguer e la politica di un tempo. Mischiati in giorni indimenticabili. Il cuore che batte per la possibilità di andare sul tetto d'Europa e l'ammirazione per un uomo che tutto il mondo ammirava e modellava ad esempio di una società migliore. Il destino li ha mescolati in due settimane di quarant'anni fa. Andrea Cardoni gli ha dato luce, risalto e con il suo studio e lavoro ha fatto raccontare a chi in quei giorni ha "ascoltato quel silenzio" facendolo proprio, tutti i colori ed i profumi di Roma. Un lavoro davvero speciale, dalla cura allo stile, dal modo di far passare ogni singola voce con lo stile dell'intervistato alla trama non rigida ma che fluttua in base ai toni del percorso.
Un libro da leggere. Non solo. Dalle ricerche e le interviste per scrivere il libro sono nati così tanti spunti e contenuti da far venire all'autore la voglia di non perdere il materiale che per motivi di spazio editoriale non sarebbe rientrato nel libro. Per questo l'idea di creare un ulteriore modo per immergersi in quei giorni, il prodotto finale è una chicca che trovate qui. Un podcast da ascoltare.
Fidatevi. Ne vale davvero la pena.

CINQUE CITAZIONI

1 - "...se fosse un saggio, e non lo è, quello che segue potrebbe essere lo studio dell'acustica di un silenzio che segue tre lutti collettivi..."
2 - "...oggi un romanista comunista è un deficiente come Rambo che torna dal Vietnam che innanzitutto non je devi cacà er cazzo e poi è uno che ha visto la morte, uno che è connesso a una storia molto più grande..."
3 - "...Romaliverpul è la giornata più brutta della vita mia. Dice Ma tu non ciai avuto la morte dei parenti, la morte dei tuoi genitori? Certo! Ma quella sta in classifica oh porca miseria! Capito? Quella va in Champions. E' una cosa che non puoi descrivere..."
4 - "...un lutto pubblico che però continua nel privato in quei silenzi delle mamme e dei papà che in quegli anni hanno sperato per noi che quel signore rimanesse a sorvegliare sulle nostre vite..."
5 - "...il partito era crescita civica. Il partito ce diceva che quando montavamo sull'autobus che stavamo seduti dovevamo alzarci per far mettere sedute le donne, gli anziani, i bambini. Te rendi conto de che livelli stavamo? Non è che il partito te imponeva. Il partito te suggeriva. Se vuoi stare nel partito queste sò le cose che suggeriva. Se vuoi stare nel partito queste sò le cose che chiediamo..."

Mia personale VALUTAZIONE: ***** - cinque stelle su cinque

sabato 29 giugno 2024

Scatole piene di....

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 598
Nei giorni scorsi mi son trovato a dover sollevare un oggetto bello pesante, in vari sensi. Una piccola rappresentazione del "PESO DELLA VALIGIA" che spesso ci portiamo dietro, di vari tipi e diverse nature. In questo caso aveva preso le sembianze di una scatola di buone dimensioni che trasudava ricordi da ogni angolo. Sul coperchio faceva bella mostra di sé una sorta di etichetta scritta a penna da una calligrafia per me inconfondibile e che recitava semplicemente "Foto".  
L'avevo scansata nei giorni/settimane precedenti perché non ero poi così pronto, un po' come sto scansando qui un post vero e proprio che sento di aver dentro e voler scrivere ma allo stesso tempo percepisco di non essere pronto a farlo.
Alla fine, anche per motivi di altro tipo, sono stato costretto ad aprirla ed a controllare quanto pesasse quella valigia dalle sembianze di scatola. Il responso è stato "denso" di significati che anche a questo giro preferisco scansare o meglio raccontare attraverso qualcosa di già scritto su questo blog.
Oltre dodici anni fa scrivevo infatti questo (clicca qui) che mi pare particolarmente adatto al momento e che quindi mi va di riproporvi oggi promettendovi che prima o poi quel post "inedito" lo scrivo davvero. 
Intanto, buona lettura....anzi ri-lettura.

MALATTIA

Lo so benissimo che non dovrei farlo. Che in momenti come questo è l'ultima delle cose da fare, ma è quasi un riflesso automatico. Salto l'album dei ritagli con la scritta "l'anno della Coppa Italia" e tengo ben a distanza il libro che invece dovrei aver già aperto da ore sulla scrivania e con piglio sicuro prendo quel raccoglitore. Quello che in questi giorni conosco a memoria, quello delle foto al cui effetto calamita non so resistere.
Mi avvicino alla poltrona e mentre lo stereo fa il suo dovere amplificando le note dell'assolo di chitarra con cui si apre il cd io mi metto comodo. Apro il raccoglitore e lentamente scorro con lo sguardo le prime due foto presenti nella prima pagina. Sorrido. L'inizio è soft, foto divertenti e che non giocano sulla malinconia ma stimolano il ricordo divertito.
Ma è come se si mettesse in moto un ingranaggio. Un piccolo ricordo, un sorriso che da ampio e completo poi prende la rughetta del "pensieroso" e con lo sfogliare delle pagine ed il rincorrersi delle foto diventa malinconico. Anche la musica sembra intravedere il cambiamento e cambia registro per adagiarsi su ritmi più lenti dando risalto molto più alle parole che non alla musica, il tutto sembra seguire il "disegno" di portarmi su quella foto che prende un'intera pagina.
Misure più grandi, senza colori ma con il bianco e nero a far da cornice ad un'immagine da cui non mi riesco a staccare. La guardo ammirato e mi fisso su quella pagina del raccoglitore, lasciando correre i ricordi e soprattutto le fantasie più intime ed intense, magari anche strane analizzandole "da fuori".
E' come se fosse una specie di MALATTIA, non riesco a staccare gli occhi da quella pagina, immobilizzato in una sorta di catalessi, che alla fine, sarò sincero, "NON MI VA DI PERDERE" vista la piacevole malinconia in cui mi fa immergere. Il cd avanza nel suo percorso, io resto fermo sulla mia poltrona con i miei ricordi che sono anni luce lontani da qua. Ed anche per oggi il libro resta chiuso e lo studio dovrà aspettare domani.

lunedì 24 giugno 2024

Quella piazza

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 597

E niente, ancora la penna non si è caricata. 
Ci giro intorno ma non emergono parole che abbiano un percorso logico e/o un filo così solido da poter diventare qualcosa di "pubblicabile". Poco male eh.
Però il piacevole impegno settimanale e l'appuntamento con la mia #KiaveDiLettura che per 596 volte prima di oggi ho rispettato, vorrei non perderlo. Quindi torno indietro nel tempo in questo blog e ripesco qualcosa di "già scritto" ma ancora adatto. Per la passione immutata verso una piazza e non solo ma soprattutto per la dedica a quella donna con gli occhiali. Incidentalmente perfetto anche per la giornata odierna, San Giovanni e la festa di Fiorenza
"ERA SEMPRE TEMPO" - e continua ad esserlo ancora di più oggi - di accarezzare con gli occhi il fascino di quella donna e delle sue origini, mantenendo lo sfondo fiorentino.
Così, ecco quello che ho scritto oltre sette anni fa (clicca qui). Buona lettura.

E ti capita di percorrere via Verdi verso i lungarni ed improvvisamente trovarsi con sulla sinistra una magia. Nel percorso del cuore della "più bella del mondo" ti imbatti nella più bella delle più belle.
Una di quelle piazze, o meglio LA piazza, che ti permette di rimanere coi "SOGNI MEZZI APERTI" e di incrementare ammirato gli altri mezzi che ti restano.
Sarà il DNA che mi è stato passato ma quando arrivo di fronte a quella Piazza mi si illuminano gli occhi e mi si apre un sorriso beato e da persona fortunata nel poterla ammirare.
E' quella che definisco la più bella nella città più bella. Ha il fascino di Firenze, la poesia di Dante ed i colori meno confusi di una piazza che si allarga e si apre alla gente che passeggia senza la calca delle zone più centrali. Passandoci rivedo me da piccolo che esco dal bar della mia infanzia mentre corro via dalla mano che mi accompagna fino alla piazza, vedo le immagini in bianco e nero dei racconti di infanzie di altri, vedo i miei occhi spalancati al primo corteo del calcio storico, alla prima partita degli Azzurri ed al primo concerto oltre transenna.
E' "la mì piazza" direbbe la donna con gli occhiali, ed è un po' anche la mia aggiungo io. E' Piazza Santa Croce. Una vera e propria magia, la più bella nella città più bella. Proprio come lei.


sabato 15 giugno 2024

San Giovanni anticipato

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 596

Una sorta di San Giovanni anticipato....e manco ho capito perché...e come da tradizione oggi FIORENZA era vestita a festa. Bellissima, come sempre, nel suo accogliere i quartieri del suo calcio storico. 
Mi sono messo a guardarla, tornando un po' indietro negli anni quando qualcuno mi ha insegnato cosa significasse quel corteo. Quella tradizione. Quella sfilata. Così, "COME SE GLI ANGELI FOSSERO LI'" , mi ci sono immerso dentro con gli occhi romantici ed un po' di magone ed ho "tirato fuori" le mie cinque foto.
Viva Fiorenza, convinto che dall'alto sia stata ammirata ancora di più e meglio.

1 - Corteo

2 - Pallaio della finale

3 - Sbandieratori

4 - Il simbolo di Firenze ovunque

5 - Il quartiere del cuore di chi osserva dall'alto

domenica 9 giugno 2024

Souvenir e pensieri

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 595
In attesa di ricaricare la penna (clicca qui) e di trovare il momento giusto per parlare della fonte della citazione della scorsa settimana (clicca qui) mi affido a qualcosa che ho scritto un po' di tempo fa, chiedendomi se "SARA' UN BEL SOUVENIR".
Tre pezzi tratti da "Sogni di Tricolor" , tre pezzi con un minimo comun denominatore che di minimo non ha proprio niente.
Buona lettura.

…pallone di spugna, terrazza stretta come un campo di serie A ed io che gioco fingendomi Daniel Bertoni. La testa fa davvero strani giri, molte volte incomprensibili, e così mi rivedo mamma che mi dice di stare attento a giocare sul terrazzo ed io che continuo a fantasticare su una corsa sulla fascia infinita, più o meno come la fantasia viste le dimensione super ridotte della terrazza a tetto di quel palazzone dove ho trascorso la maggior parte degli anni della mia infanzia. In ognuna di quelle partite fantasticate, l’avversaria era sempre una soltanto: la Juventus…

…dopo qualche settimana un po’ grigia ho finalmente sentito mamma serena e senza acciacchi, ed è inutile che mi atteggi a duro o “campioncino maledetto” (tanto per citare Piero), il mio umore è fortemente influenzato dal modo in cui riesco a sentirla, se la sento serena e tranquilla come in questi giorni tutto fila liscio quasi magicamente, non c’è niente da fare sono il classico mammone italiano...

…<< Lo so lo so, non avresti potuto mai dimenticartene…..non preoccuparti…tanto da lassù lo sanno che ce l’hai sempre in testa … >> mi ha detto rassicurandomi e facendomi davvero capire che alla fine è solo davvero un pallone che rotola….e so che anche per quell’angelo lassù, anche se tanto interessato a quel pallone che rotola, qualcosa di più importante c’è, come farmi trovare sempre una via di uscita pronta ai casini che combino o come darmi la giusta mano nei momenti in cui serve...

domenica 2 giugno 2024

Tanto fortunato

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 594
"Lo studio è importante, come lo sarà il lavoro e come sicuramente lo saranno anche i soldi, ma ricordati sempre che le vere cose fondamentali sono gli affetti, i rapporti ed i legami. Solo con quelli uno può non sentirsi solo".
Questa citazione di una fonte di cui ancora non sono pronto a parlare è stata da sempre uno dei principi/insegnamenti da provare a portare avanti ed utilizzare come obiettivo da realizzare.
Affetti. Rapporti. Legami. "CI VOGLIONO BUONI COMPAGNI DI VIAGGIO" se proprio vogliamo riportarla in musica.
Ecco.
Nella vita si passano periodi di varia natura e varia lunghezza. E' il suo ciclico andamento: momenti belli, meno belli, brevi, lunghi. Ci sono quelli che regalano sorrisi  e belle sensazioni che hanno durata sempre troppo limitata visto che vorresti durassero costantemente. Ed altrettanto "naturalmente" nell'incastrarsi delle cose, capita di incappare in momenti non sempre proprio divertenti che magari non ti abbandonano subito ma ti accompagnano per un po'. 
Mentre nel primo caso viene quasi spontaneo e/o facile condividere "una risata" e trovare chi è disposto a raddoppiarla con te, nel secondo caso non sempre il primo istinto è quello di condividere "un problema" e/o trovare chi è disposto ad ascoltarti/sostenerti.
Ri-ecco.
Se ho cercato sempre di seguire la citazione di cui sopra a cui facevo riferimento prima, ho per natura trovato sempre qualche difficoltà  in più nell'aprirmi o cercare appoggi. Ma evidentemente i buoni compagni di viaggio non hanno bisogno di troppe richieste esplicite ed a prescindere da queste ci sono.
E lì sicuramente entra in ballo anche la buona sorte. Quel pizzico di fortuna che ti permette di trovare sulla tua strada certe persone.
Ecco finale.
Non sono stati giorni facili ed il periodo non propriamente agevole è durato un po'. Non ho visto allontanare nessuna persona che contava di quei compagni ed ogni giorno ho sentito arrivare qualcosa in più. Che fosse un pensiero, un aiuto, un sondaggio, una serata. Negli ultimi giorni queste conferme sono "esplose" a causa degli eventi ed hanno evidenziato tutto il loro valore. Sarebbe complicato scrivere come e chi, certamente dimenticherei qualcuno e sarebbe davvero ingiusto. Provo allora a fare solo un piccolo sunto ed una serie di dediche.
A chi non ha perso neanche un passaggio, a chi ha fatto (tanti) chilometri solo per un abbraccio stretto, a chi ha preso ferie solo per essere a disposizione, a chi ha confermato ogni istante di essere un "fratellone acquisito", a chi era preoccupato che il suo abbraccio non arrivasse quando invece aveva scaldato come pochi, a chi si è organizzato per esserci nel momento più pesante e non è arretrato di un passo, a chi affranto per non poterci essere fisicamente ha messo in frigo l'abbraccio per consegnarmelo alla prima occasione, a chi nonostante acciacchi ed impegni per niente facili non è mancato, a chi per tutto il periodo mi ha accompagnato comprendendo ed allargando la propria disponibilità, a chi ha lasciato il suo ruolo di spigoloso per sciogliersi in un abbraccio, a chi è andato oltre il proprio momento non facile per assecondare il mio, a chi partendo da un ruolo diverso si è dimostrato compagno di viaggio ed amico, a chi da sempre non manca mai, a chi si è fatto trovare presente nel posto più duro da affrontare nel giorno più complicato, a chi non c'era fisicamente ma era pronto ad accorrere con semplicemente un fischio, a chi è corso subito per arrivare prima di subito, a chi aspettava la mia telefonata per calmare la sua preoccupazione di sapermi in difficoltà, a chi origliava solo per tranquillizzarsi che non avessi bisogno e me lo tenessi per me, a chi ha superato le sue difficoltà per alleggerire le mie, a chi con un abbraccio interminabile mi ha stappato, a chi ha strappato un sorriso anche nei giorni un po' più duri, a chi ha permesso la soluzione di altri pensieri affiancando senza mollare un centimetro anche quelli principali, a chi commosso non è riuscito a trattenere la propria commozione condividendo la mia, a chi mi ha stritolato stringendomi o fatto un buono per una stritolata appena possibile, a chi ha scritto parole indelebili, a chi ha detto parole non dimenticabili, a chi c'era anche senza riflettori e si è defilato in file più lontane quando questi si sono accessi ma non ha fatto mai mancare la sua presenza, a chi mi ha fatto capire tutto con uno sguardo, a chi mi ha stretto forte le mani, a chi ha rilanciato ogni volta.
A tutti loro - ovviamente tutti e tutte - voglio dire che sono davvero fortunato. Tanto. Ad averli trovati sulla mia strada, a camminarci insieme, a sentirli ogni volta come compagni di viaggio. Preziosi. Ne sarebbe fiera soprattutto l'autrice della frase da cui questo post è partito. E questa è davvero l'ennesima sua vittoria. E la mia fortuna appunto.