sabato 25 maggio 2024

L'attualità di dodici anni fa

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 593
Quando ho un po' la penna scarica "MI ATTACCO ALLE" 
più disparate notizie e/o fonti di eventi da commentare. Se l'ispirazione per scrivere qualcosa per il mio piacevole impegno settimanale con la Kiave di lettura non arriva comunque, allora provo a sfogliare qualcosa che ho scritto in passato per vedere se riesco a trovare lo spunto giusto. Ecco, in questo caso la penna non si è ricaricata per scrivere qualcosa di nuova ma mi è venuta la voglia di "condividere" nuovamente qualcosa di già scritto.
E' un post di dodici anni fa che, rileggendolo, mi ha fatto molto riflettere. Per il numero di anni che vi tormento con quello che scrivo e per il fatto che leggendolo è praticamente quello che avrei potuto scrivere oggi se solo avessi avuto un po' di inchiostro nella suddetta bic. E non per una mia particolare lungimiranza ma per un'immobilità assoluta di questo "splendido paese".
Così, quello che faccio è riportare qui quello che ho già scritto esattamente il 03/04/2012 , periodo in cui ogni giovedì - su una parola casualmente definita dagli organizzatori del "WritingTuesday" - provavo a scrivere qualcosa. Quando la bic era particolarmente piena d'inchiostro.
Buona lettura, e buon sangue amaro.

IGNOBILE

Apro il giornale e dopo aver letto della solita inchiesta di corruzione dei politici di vari "colori", mi colpiscono le dichiarazioni del nuovo sottosegretario ed una specie di articolo riassunto che mette in fila le puntate precedenti del nuovo Governo. Queste infatti sono solo le ultime in ordine di tempo, ma seguono da vicino lo stile del ministro, che è allineato e coperto con il senso delle frasi del presidente del consiglio. E mi viene da riflettere.
In fondo c'è uniformità, d'intenti e di azioni, una vera e propria linea comune. Dallo "sfigato" per chi si laurea in ritardo, alla "noiosità" del posto fisso, all'articolo 18 da demolire "tanto abolirlo non comporta danni ma solo vantaggi", alle odiosi frasi sugli esodati che "in fondo non si sono pagati gli anni di pensione e qualche sacrificio bisogna pur farlo tutti". La linea comune è quella che in fondo il capitolo lavoro è solo un numero che deve inquadrarsi in un bilancio, e come tale deve quadrare con tutte le altre voci di costo/ricavo, perciò chi protesta è solo qualcuno che produce e mette in mostra "RUMORI E CORPI ATTUTITI" dalla prioritaria esigenza tecnica.
Fanculo alle vite che ci sono dietro, ai drammi sociali di chi aveva raggiunto un accordo con un'impresa pubblica per lasciare il suo posto ed andare in pensione domani ed invece ci andrà tra due anni senza nessun compenso, agli studenti fuorisede che per campare devono abbinare allo studio un lavoro (dato che alloggi universitari e borse di studio sono chimere) e quindi obbligatoriamente rallentano il loro percorso, a chi cerca un lavoro ed è sballottato tra co.pro., periodi di prove eterni, costrizioni a prendere la partita IVA per far risparmiare l'azienda, contratti a tempo determinato ed apprendistati eterni. Fanculo a tutti. I conti devono quadrare. In realtà non devono solo "quadrare", devono infatti portare qualcosa in più.
Eh già, perchè ci sono da sistemare e da tutelare gli amici delle banche, i super-ricchi, i politici da cui bisogna distinguersi ma poi non si può colpire più di tanto e soprattutto i famosi investitori stranieri. Per questo l'articolo 18 è da modificare e colpire, per fare arrivare gli investitori stranieri, che tutti sanno che non investono in Italia per la presenza dell'articolo 18 e non per la presenza della mafia, per la burocrazia che fa perdere anni, per la magistratura che senza strumenti diventa lentissima, per il fatto che enti locali e Stato fanno aspettare anche anni i propri fornitori prima di pagarli.
Fanculo se si apre un dramma sociale per i lavoratori italiani, "non siamo qui a distribuire caramelle" dice LA MINISTRA. Peccato che per i soliti oltre alle caramelle, restano nel piatto cioccolate varie e dolciumi di tutti i tipi. Dagli investimenti militari a cui è stato tolto poco o niente, ai benefit di parlamentari e politici che riguardano sempre l'eventuale futuro, dai redditi e patrimoni con tanti zeri alle potenti lobby manageriali ed imprenditoriali a cui i sacrifici non si chiedono mai. Così una classe tecnica che voleva salire agli onori della storia come "padri nobili" della salvezza del Paese si copre di IGNOBILE vergogna colpendo i soliti e con l'aria presuntuosamente saccente di farlo non per ideologie politiche o scelte strategiche di una visione economica ma proteggendosi dietro delle necessità a cui solo loro, portatori di scienza, possono porre rimedio.
Mentre sfoglio la pagina del giornale penso ad una frase di Maurizio Landini che racchiude perfettamente il tutto:
"è difficile far capire ad un operaio che Monti è meglio di Berlusconi se veniva licenziato prima e viene licenziato adesso, se andava in pensione più tardi del previsto prima e va in pensione più tardi adesso, se pagava più tasse anche per mantenere i benefici della casta prima e continua a farlo adesso".
Mi viene da sorridere, un sorriso di rabbia per il fatto che in questo paese la parola tecnico non si distingue troppo dalla peggiore declinazione della parola politico e pensare che, visto il livello rasoterra della nostra classe politica, non era per niente difficile riuscire a distinguersi.....

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