lunedì 28 maggio 2018

Veti e voti

Kiave di lettura n° 289
Chi proprio non ha altro da fare e legge quello che sempre più di rado scrivo sulla politica attuale già saprà che non riesco ad appassionarmi alle vicende che hanno ruotato e ruotano intorno alle elezioni dello scorso 4 marzo. Ho votato quasi per disperazione in una certa maniera e poi ho cercato di seguire questo gioco a rimpallino che è iniziato dal cinque in poi. Come già detto (clicca qui per leggere) ritenevo ogni alleanza paventata un vero e proprio troiaio. Ritenevo (e ritengo) che potesse esserci un' unica possibile soluzione: un accordo a tempo limitatissimo per le cose urgenti ed una legge elettorale a doppio turno. Per tornare a votare a brevissimo e dare finalmente la possibilità a chi vince di governare. 
Sentir dire invece che il Governo che stava per nascere era "esclusivamente politico" ha aumentato in questi giorni la sensazione che il troiaio fosse davvero grosso. Allearsi in modo programmatico e politico con la Lega, farsi dettare temi e ministeri da Salvini non può appartenere ad un movimento nato e cresciuto per provare a "cambiare" e provare a farlo da solo. Con quelle parole Di Maio si è conquistato i voti dei leghisti necessari al Governo, ma ha perso il mio....mezzo. Se ne sarà sicuramente fatto una ragione.
Le cose ieri però hanno avuto un fuori programma improvviso. Il castello di carta (e carte) è venuto infatti giù sul nome del possibile ministro Savona, che per il peso che si è deciso di dargli e la decisione presa si è fatto passare come il possessore delle chiavi de "LA PORTA DEI SOGNI" rivoluzionari di antieuropeisti ed amanti dell'uscita dall'euro. La premessa precedente del mio parere sul possibile governo Salvini-Di Maio era necessaria per cercare di farmi capire meglio. Per me infatti la decisione di Mattarella va un filino, anzi molto più di un filino, oltre quello che la Costituzione gli permette. Non sono certo un costituzionalista e non pretendo di avere maggiori conoscenze di Mattarella. So che a nominare i ministri è il Presidente della Repubblica e che in passato i suoi predecessori hanno usato il potere di veto. Ma i casi Previti e Maroni, tanto per fare gli esempi più recenti, niente hanno a che fare con un professore colpevole di aver studiato la possibilità dell'uscita dall'euro e che ha precisato di non averlo come obiettivo così come di non essere tra i punti del programma del governo troiaio in via di formazione. Tra l’altro, lo stesso Savona è già stato ministro in passato, evidentemente non doveva proprio essere un pericoloso estremista. Ecco, porre un veto del genere, per un ministro del genere, mi pare vada oltre la legittima possibilità costituzionale esistenti. L’articolo 92 su chi nomina i ministri è chiaro: il Presidente della Repubblica. Ma è anche vero che l’interpretazione ed il senso di quello stesso articolo e della sua applicazione non finisce in quelle due righe. Ed allora credo che Mattarella sia andato oltre, confermando l'uscita errata con l'immediata succeasiva nomina di Cottarelli, dove il "segnale" del gesto e la "ripicca personale" prevalgono sulla scelta in sè.
Banale e forse superfluo ma importante dire che poi chi ha offeso, augurato morte e minacciato ritorsioni nei suoi confronti deve ricevere quel che merita: denunce e giudizi processuali. Mi sembra importante anche sottolineare con forza che lo stato d’accusa è una procedura eccessiva e sballata soprattutto se usata con termini di accompagnamento violenti e clamorosamente sbagliati, visto il delicato momento che passiamo.
Detto questo, democrazia a rischio? Non credo. Ne per mano di Mattarella ne per mano di chi vuol il suo stato di accusa. Credo che da entrambi i lati, nel paventare i rischi della democrazia per questo motivo, ci sia una grande puntata fatta sul panno verde della prossima campagna elettorale ormai alle porte.
Per descrivere al meglio la situazione uso le parole di Daniele Silvestri, che condivido dalla prima all’ultima lettera. Daje Danielino, come sempre.
Come molti di voi sapranno, poche ore fa ho pubblicato un tweet, che diceva così: “inaccettabili decisioni di #Mattarella. Sbagliate nel merito miopi nello scopo pericolose nei risultati e irrispettose vs cittadini. Peccato”.
Premesso che ho sempre detto quello che penso, e che non avendo neanche intenzione di smettere adesso di farlo mi preoccupano poco gli insulti e le frasi tipo “riméttete a cantà che è meglio!” (Me le sento dire da circa 25 anni), devo però anche dire che mi pento. Mi pento di averlo fatto con un tweet di 141 caratteri.
Allora credo sia doveroso spiegare il mio pensiero in uno spazio che me lo permetta, soprattutto per rispetto verso chi a quello che scrivo un po’ ci tiene. O ci teneva.
Dal mio punto di vista, che non è certamente quello di un grillino e men che mai quello di un leghista, il veto con cui oggi il presidente Mattarella ha posto fine al tentativo di governo giallo-verde è un grave errore. Non certo un’azione eversiva o incostituzionale, ci mancherebbe. Ma un errore. Strategico innanzitutto, perché è facile prevedere un consenso pericolosamente in crescita per quelle forze, soprattutto a destra, che avranno gioco facile a gridare al complotto. Ma fin qui potrebbe essere solo l’opinione di uno che sta dalla parte diametralmente opposta (ho votato Potere al Popolo, tanto per dire).
Ma è anche un errore nel merito - sempre dal mio punto di vista, è sottinteso - perché il veto sulla figura di Savona rischia tremendamente di sembrare un veto dato per ragioni di opinione. E’ inutile che mi vengano ricordati i precedenti, tipo Previti, Maroni e via dicendo.. Mi sembrano casi ben diversi, con motivazioni ben più oggettive, e questo finisce per essere a sua volta un precedente molto preoccupante. 
Tra l’altro il rischio è che sia proprio questa mossa a gettarci in una campagna elettorale in cui il tema dell’uscita dall’euro e dall’europa diventi veramente IL TEMA. Con conseguenze e ripercussioni potenzialmente gravissime.
Avrei di gran lunga preferito che il nostro presidente, dopo aver giustamente fatto pelo e contropelo alle proposte che arrivavano da quella improbabile ma tuttavia legittima coalizione, avesse poi lasciato che si cimentassero davvero con l’esperienza di governo.
Dubito fortemente che di lì a poco ci saremmo ritrovati fuori dall’europa e in procinto di tornare alla lira.
E in ogni caso il presidente rimane quello che esercita il suo vero potere soprattutto nel momento in cui firma o non firma i decreti, in particolare quelli che risultino non avere adeguate coperture finanziarie ad esempio.
Invece così gialli e verdi potranno ben dire che è la Germania, o che sono le lobby economiche a decidere chi guida il nostro paese e come. Mi pare lo stiano già dicendo.
Questo in sostanza il mio pensiero.
Peccato averlo affidato a un tweet. 
Peraltro il messaggio originale - prima di rendermi conto di doverlo sforbiciare drasticamente, visto quanto poco sono avvezzo ai cinguettii - era già un filo più comprensibile, diceva “ Mi dispiace, ma faccio davvero fatica ad accettare le decisioni del presidente #Mattarella. Credo siano sbagliate nel merito, miopi nello scopo, forse perfino pericolose nei probabili risultati, e da ultimo (non pensavo di doverlo mai dire) irrispettose nei confronti dei cittadini. Che peccato “ . Invece la versione tagliata inizia con la parola “inaccettabili”, che pende pericolosamente verso le posizioni di chi sta addirittura minacciando un improbabile impeachment. Inutile dire che ritengo quell’ipotesi poco più che una battuta di cattivo gusto. Ma anche la frase “irrispettose nei confronti dei cittadini” è stata comprensibilmente malinterpretata. 
Intendevo dire che mi aspetto da parte della massima carica dello stato maggiore attenzione verso i cittadini quando deve spiegare decisioni così drammatiche. Le sue parole se non ricordo male dicevano più o meno - vado a memoria - che con la scelta di quel ministro sarebbe praticamente “inevitabile” ritrovarci fuori dall’Europa. Come ho già detto non credo a questa spiegazione. Non sono certo un fan di Savona, sul quale mi sono solo informato in questi giorni come tutti voi, ma che non mi risulta essere né un profilo inadeguato al ruolo né un pazzo criminale, per quanto critico verso i modi e le scelte attraverso i quali l’europa si è data una moneta unica.
Io sono un convinto europeista, anche se sognavo un’Europa ben più “alta” e illuminata di questa che per ora ci ritroviamo. 
Ma mi hanno insegnato che vanno rispettate le opinioni diverse, che anzi ci si batte perché siano rispettate. A maggior ragione in questo caso, quando è stato più volte lo stesso capo dello stato a pretendere - giustamente - che questo governo fosse un governo politico. E se non lo è nell’attuazione delle politiche economiche dove deve esserlo?
E adesso avanti pure con gli insulti. Io almeno so di essermi chiarito.
notte
daniele

domenica 20 maggio 2018

Imbarcata finale

Kiave di lettura n° 288
Campionato - 38 ^
MILAN - FIORENTINA = 5 - 1
GOAL: Simeone, Calhanoglu, Cutrone, Kalinic, Cutrone, Bonaventura
LE PAGELLE
Sportiello 5,5
Compie un paio di buoni interventi e due buone uscite. Colpevole sul gol del pareggio
Milenkovic 5
Cerca di tenere su la baracca cambiando diversi ruoli ma crolla nel secondo tempo
Pezzella 5,5
Finchè fisicamente tiene è la scialuppa di salvataggio, si fa anticipare da Cutrone e poi esce
Biraghi 5 -
Soffre anche fisicamente, stringe i denti ma la prestazione ne risente
Benassi 5
Gira a vuoto per poi scomparire piano piano
Cristoforo 4
Oggettivamente non presentabile
Dabo 5,5
Primo tempo di sostanza che sparisce nella ripresa
Chiesa 6+
Lotta fino al recupero, assist d'oro e qualche giocata
Saponara 4,5
Non pervenuto
Simeone 6
Un gran bel gol poi non gli arriva nessun altro pallone
Olivera 4
Vedi Cristoforo
Dragowsky 4,5
C'era qualcuno che si lamentava di Sportiello e lo voleva titolare...
Gaspar 4
Vedi Olivera che vede Cristoforo
All. Pioli 5
Partita sfortunata certo ma anche giocata senza il giusto piglio. Cambi un po' naif ma alla sfortuna delle assenze tutte nello stesso reparto era difficile porre rimedio. Resta un'imbarcata che macchia il finale del campionato.
IL MIGLIORE: CHIESA
Il peggiore: Cristoforo
LA PARTITA
Era una partita inutile. Non contava niente perché era ormai tutto scritto. L'Europa buttata via nell'ultima in casa col Cagliari non era recuperabile e l'ottavo posto era mediamente al sicuro, perchè tutto il mondo sapeva che la Spal avrebbe asfaltato la Samp. Quindi quello che rappresentava la partita finale a San Siro era una prova di maturità ed orgoglio, provando a divertirci magari lanciando qualche giovani. NP. Non pervenuti. Nè questi elementi nè la squadra. Certo il destino c'ha messo lo zampino con le assenze di un Badelj sempre più faro, Veretout e poi la coppia difensiva centrale ed il portiere durante la partita. Insomma non poco. Certo ovviare con Maxi Olivera difensore centrale e Cristoforo titolare non è stato il massimo. Sicuri sicuri che in una partita sostanzialmente inutile non si poteva lanciare un Primavera al posto di due giocatori ormai che si possono dichiarare impresentabili? Cambiava qualcosa? No. In un senso e nell'altro. Fino al gol di Simeone era una partita da fine stagione, abbastanza ferma, poi s'è stappata. "Tutta colpa di quel gol al freddo" direbbe Oronzo Canà. Hanno segnato tutti anche l'uomo dal certificato facile che a Milano hanno più paragonato a Calloni che ad un idolo. E noi tranne i primi venti minuti in partita non ci siamo mai stati con una difesa nel secondo tempo che faceva temere anche qualcosa di peggio, dell'imbarcata presa come ultimo saluto stagionale. 
"E ALLORA AVANTI UN ALTRO" . Campionato. Il prossimo. Ci potrebbero essere anche le basi per costruire qualcosa di buono. Qualcosa di positivo che possa partire da questa stagione. Che è stata segnata da quella infinita tragedia di Davide. Hanno dato tutti tutto per superarla e sicuramente il giudizio sulla stagione risente dell'impegno massimo che hanno mostrato. Cercando di essere razionali, le basi ci potrebbero essere. Penso a Pezzella, a Chiesa, a Veretout, a Simeone. Ma anche a Sportiello, Biraghi, Benassi. Ma il punto è sempre lo stesso. Che intenzioni hanno in società? La rincorsa al terzino di squadre retrocesse l'ultimo giorno di mercato o qualcosa di programmato partendo da basi esistenti e un paio di investimenti importanti? Presto per parlare di questo. Lo vedremo nei prossimi mesi.....intanto....FORZA VIOLA...sempre...

lunedì 14 maggio 2018

Proprio oggi...

L'ultima immagine che abbina il MIO bomber e la mia Viola che avrei voluto ricordare è quella di un centravanti che al momento dell'ennesimo record infranto si infrange (gioco di parole voluto e dovuto) contro la rete e stremato si mette a piangere. Ed invece in quelle lacrime non c'era solo la felicità per il record raggiunto. Quel "gol fisico" rappresentava in modo evidente l'atto finale di una splendida storia d'amore durata nove anni. Ma sul momento non volevo crederci, non potevo crederci. Non poteva finire, non quella storia d'amore. E mentre praticamente tutta la curva mi diceva che dovevo cominciare ad abituarmi all'idea, io scuotevo la testa testardo, rinchiudendomi nella mia convinzione. Nel mio "non è possibile, BATI non ci può lasciare".

Proprio oggi, diciotto anni fa, l'ultima tua partita in maglia viola, l'ultimo tuo gol...pardon gli ultimi tre...l'ultima NOSTRA vittoria.
Il record assoluto di gol con la nostra maglia, le tue lacrime dentro quella porta che infinite volte ci aveva regalato sorrisi enormi.
Quanto manchi BATI mio. A questa squadra, a questo sport, a questa città, a questa maglia. Ai nostri "SOGNI DI".

sabato 12 maggio 2018

Qualcosa ed anche di più...

Kiave di lettura n° 287
La Kiave di lettura di questa settimana aggiunge un volume allo scaffale del mio personale Katalogo, più precisamente:
CHIARA GAMBERALE - "Qualcosa" - Longanesi
Autrice nota e già presente nel mio Katalogo, in questo libro scopro una Gamberale alle prese con un nuovo modo di sperimentare la sua scrittura. La cornice del libro è infatti quella di una fiaba, dove appare l'immancabile principessa che per la sua voglia esagerata di vivere profondamente ogni cosa riceve dai suoi genitori il nome di Qualcosa di Troppo. Nome particolare ma d'altra parte da un re Qualcuno di importante e da una regina Una di noi non ci si poteva aspettare molto di diverso. I nomi di questo tipo, che illuminano subito il lettore sulla tipologia del personaggio, sembrano dire "FAREMO APPARIRE UNA" storia di un certo tipo, cosa vera ma solo in parte. Nel suo percorso infatti, la protagonista non conosce esattamente solo le bellezze a cui può essere abituata appunto una principessa e non è così sempre scontato che il nome di chi conosce porterà con sé solo "il suo nome". Così fa capolino nella sua vita il dolore che come conseguenza le porta "in dono" il Cavalier Niente con cui riuscirà a scoprire molte cose, ma solo dopo aver fatto le sue valutazioni e le sue analisi. Infatti sarà una sorta di saggio maestro che l'accompagnerà nelle sue nuove scoperte: principi, duchi, conti che le faranno scoprire tristezza, gioia ed indignazione. Con gli eccessi del suo modo di vivere le cose, la principessa imparerà a riconoscere anche tante altre cose come la sensazione del bisogno "..il bisogno è solo un sogno: prima o poi finisce.." l'arte del non fare e l'importanza di Madama Noia "..il non fare è un'attività per cui ci vuole parecchio impegno.." e l'importanza di riuscire sempre a leggersi dentro prima di trovare le soluzioni altrove "..quel vuoto non è una maledizione: è un regalo.." che si rivelerebbero comunque inutili. Il tutto sempre affiancata da quel cavaliere che dal vuoto dentro prodotto si rivelerà invece molto e molto di più. In una fiaba del genere, non può mancare ovviamente la conoscenza dell'amore, prima ben nascosto e poi evidente "..è la sensazione di avere una, due, centosette, mille onde in pancia. E' un desiderio diverso, assolutamente diverso da tutti quelli che non mi lasciano mai in pace. Gli altri desideri vogliono qualcosa che non c'è: l'amore invece vuole qualcuno che c'è.." che però non è il protagonista centrale. Il libro scorre bene e le illustrazioni (di tuono pettinato) aiutano e alleggeriscono ancora di più il testo e pur facendo capolino, sono poche le pagine in cui il percorso del racconto "fiabesco" conduce allo scontato/ovvio. La "favola" della Gamberale mette al centro gli stati d'animo nella loro interezza e nella loro complessità. Il guardarsi dentro e l'analizzarsi come elemento necessario per apprezzare e vivere tutto quello che ci circonda. Una favola con una morale molto più densa di....qualcosa
BIGNAMI: stile diverso, chiave di scrittura curioso e concetti che comunque "restano". Perde un po' di spessore la trama ma il libro merita quattro stelle (con un piccolo meno) su cinque.

domenica 6 maggio 2018

Siamo ancora in corsa....

Campionato - 36^
GENOA - FIORENTINA = 2 - 3
GOAL: Benassi, G.Rossi, Lapadula, Esseryc, Dabo
LE PAGELLE
Sportiello 6,5
Presente sull'unico tiro del primo tempo e sul finale della partita. Sui gol poche colpe
Gaspar 5
Costantemente in affanno nelle chiusure e quando viene puntato
Pezzella 5 +
Leader con diverse pause soprattutto in occasione del doppio gol genoano. Tiene nei minuti finali
Milenkovic 6 -
Centrale di sinistra ma non sembra soffrire il cambio, meglio di Pezzella anche se con qualche sbandamento specie sui gol
Biraghi 6 +
Sta crescendo ed acquisendo personalità. Sfiora l'eurogol, e fa un gran primo tempo di spinta, si fa prendere in mezzo sul doppio gol ma nel finale fa un salvataggio decisivo
Benassi 7 +
Un primo tempo complicato nel trovare la posizione poi lo squillo importante che gli fa fare una grande ripresa, da vero uomo ovunque
Badelj 6,5
Comanda il gioco e ci prova da fuori, quando esce la squadra cala vistosamente
Veretout 6
Gara un po' grigia con alcuni errori di precisione, migliora nel finale anche se in cabina di regia si nota la differenza con Badelj
Chiesa 6,5
Corre moltissimo e fa sempre tenere bassa la squadra avversaria, qualche protesta e fallo di troppo che dovrebbe cominciare a limitare
Saponara 6
Un paio di giocate ed un importante cross che poteva diventare un assist importante
Simeone 5,5
Assist importante dopo un primo tempo di sostanzialmente solo di corsa. Nella ripresa sparisce del tutto anche se dà tutto a livello di presenza e grinta, anche coi crampi
Dabo 7,5
L'uomo del match, porta grinta e cattiveria ma anche due tiri importantissimi: un palo ed un gol
Esseryc 6,5
Nel finale si incarta quasi comicamente, ma trova un gol decisivo per la rimonta
Falcinelli 6,5
Entra bene nel match ed offre un assist d'oro a Dabo
All. Pioli 7
Primo tempo da padroni del campo, nella ripresa succede di tutto e forse una mano grande ce la dà Pandev ma questa squadra non molla mai e trova risorse impensabili in modo continuo e grande merito va a chi questa squadra la gestisce 
IL MIGLIORE: DABO
Il peggiore: Gaspar
LA PARTITA
Per mantenere viva una fiammella per la comunque complicata corsa europea la trasferta di Marassi aveva un'unica possibilità di risultato: la vittoria. Mister Pioli conferma l'ossatura di squadra ormai tipo e inserisce Gaspar al posto dell'infortunato Laurini. Il Genoa appare timido e con poca grinta e la Viola è padrona del campo e del gioco. Possesso palla costante e pressing che però portano al tiro Badelj e Biraghi dalla distanza per una buona parata di Perin ed un tiro fuori. Il Genoa risponde solo con una bella punizione su cui Sportiello presta la giusta attenzione. Poi verso il finale di tempo uno scambio Benassi-Simeone concede al Cholito la palla giusta per farsi perdonare di due secondi di ritardo su un cross di Saponara di metà tempo. Bello l'assist del centravanti per lo stesso Benassi e gol del vantaggio viola proprio al termine del tempo: 0-1.
La ripresa comincia con un Genoa più tonico col passaggio ai tre attaccanti e l'ingresso di Pandev. Ma è un colpo di testa di Benassi da un angolo molto ben battuto da Biraghi l'occasione più pericolosa che solo un bell'intervento di Perin non fa diventare il raddoppio viola. La nuova carica del Genoa porta a quello che "era scritto" cioè il ritorno al gol dopo anni di Pepito, ed un po' il cuore viola non può che sorridere, anche se in modo amaro. Il problema è che dopo pochi minuti Pepito esce ed entra Lapadula, molto meno simpatico e ben visto da Pepito tanto che qualcuno scrive "lo odio, lammerda proprio" e dopo meno di niente con la solita giocata (cross dalla fascia e gola pochi metri dalla porta) trova il raddoppio: 2-1 mentre tra i due gol genoani Dabo aveva preso un palo che continuerà a tremare per diversi minuti. Oltre ad averla ribaltata, il Genoa sembra averne di più ma il giocatore che probabilmente aveva cambiato l'inerzia della partita (Pandev) con due giocate decisive per i due gol decide di entrare con entrambi i piedi uniti e prendersi il rosso diretto. La partita cambia di nuovo "inerzia" (come dicono quelli che sanno "ragionare"). A questo punto ci crediamo e con l'ingresso di Esseryc (che in modo lungimirante avevo battezzato con un "ecco siamo a posto") e quello di Falcinelli (che con lo stesso tono vien battezzato dai miei inviati come quello che "la risolve") a provare a ribaltarla siamo noi. Prima Perin si mette di mezzo con un paio di grandi interventi, poi lo stesso Esseryc prima e la coppia Falcinelli (assist) - Dabo ci regalano un 2-3 importantissimo. Nel finale Medeiros gioca tutte le sue carte e ci fa venire i brividi con due tiri consecutivi poi nel mezzo a mille cartellini gialli arriva anche il fischio finale sancendo "l'ammonizione più bella" quella  per la maglia tolta di Dabo che ci ha regalato i tre punti. 
A due giornate dalla fine siamo in corsa per l'Europa, con qualche punto di svantaggio ma ci siamo. Una fase finale di campionato che ha regalato un filotto di risultati davvero notevoli e soprattutto una squadra davvero tale. Compatta, mai doma, vogliosa di regalarsi qualcosa di importante. Nel primo tempo avevamo dominato palla e campo. La partita nella ripresa è stata pazza e probabilmente senza la loro espulsione eravamo a mangiarci le mani per averla buttata via. O forse no, perchè con questa squadra non si può mai dire. E proprio per questo motivo possiamo dire fieri che noi ci siamo e siamo sempre in corsa. Proviamoci.
FORZA VIOLA...sempre...

venerdì 4 maggio 2018

Vittorie solite e vittorie insolite

Kiave di lettura n° 286
L'avevo annunciato qualche giorno fa (leggi cliccando qui) che la vittoria di Sarri per me era indiscutibile e chiara. Ma soprattutto indipendente dalla vittoria dello scudetto. Lo confermo oggi dopo l'ultima domenica di campionato. Il Napoli era di scena a Firenze domenica, ma secondo il mio modo di vedere la partita s'è già incanalata sabato sera tanto da farmi pensare e dire "domani la vinciamo" persino a me che di solito per scaramanzia non faccio mai pronostici in viola. Infatti sabato sera a San Siro, la #juvemerda ha fatto il suo mestiere, quello di squadra più forte che quando ha bisogno di una mano "CASUALMENTE" "NON C'E' NESSUNO MAI", delle personcine con le giacchette nere (o fosforescenti), a dirgli di no. E così è andata. Orsato ha pilotato la partita nel senso unico che conosciamo ormai da sempre permettendo ad una #juvemerda in crisi di fiato e forze di giocare praticamente novanta minuti (considerando i recuperi) in undici contro dieci e sfiancare l'avversario.
Questo non comportava automaticamente la sconfitta del Napoli, ma ci sono regole ugualmente automatiche anche se "non scritte". Così, se per una settimana stuzzichi Firenze con "tanto si scanseranno", se vedi che come ti avvicini al primo posto la rivale gioca in dodici contro dieci, se cominci la partita e ti buttano fuori (GIUSTAMENTE) il miglior giocatore, il crollo è dietro l'angolo. E così è stato per il Napoli. Anche se fortemente "aiutato" nel crollo da una squadra davvero vogliosa di vincere e convincere. La mia Viola infatti ha fatto una partita spettacolare, come non si vedeva da tempo. Per intensità, grinta, coesione (e questi elementi per diverse partite li avevamo ritrovati) ma soprattutto gioco. Ritmo, velocità e tante azioni da gol. Il gruppo a dopo - sezione curva (in formazione ridotta e, seppur soddisfatto della presenza sugli spalti, con lo stato d'animo di chi sente la mancanza degli assenti) non ha creduto ai propri occhi dall'inizio alla fine e nessuno s'è posto il problema del "regaliamo lo scudetto alla Juve". Perché esaltati da una splendida gara ma anche consapevoli del fatto che l'ennesimo scudetto ai gobbi l'hanno consegnato altri. I soliti.  Loro stessi, gli aiuti, le giacchette nere/fosforescenti, rivali inesistenti tranne appunto il Napoli fatto di giocatori sette/otto gradini inferiori. Ed allora a maggior ragione si fa intensa la gioia di vedere quei tre gol di un Simeone scatenato e finalmente "punta vera" ma soprattutto di vedere una squadra che orgogliosamente gioca per se, per i residui sogni di qualificazione, per la città, per la voglia di "non scansarsi". Con tanti saluti a quel tizietto di Sky, rigovernatore di mestoli.
FORZA VIOLA...sempre...
Campionato - 35 ^
FIORENTINA - NAPOLI = 3 - 0
GOAL: Simeone, Simeone, Simeone
Sportiello 6
Praticamente spettatore non pagante
Laurini 6,5
Puntuale e preciso nelle chiusure
Milenkovic 7
Gara fatta di agonismo e concentrazione
Pezzella 7 +
Leader e guida sicura dei quattro della difesa
Biraghi 7 +
Tra i più positivi per determinazione e spinta offensiva
Veretout 6,5
Qualche sbavatura ed imprecisione in una gara comunque positiva
Badelj 7
Con lui in campo la squadra gira ad un altro ritmo e con un gioco che scorre nettamente più liscio
Benassi 7 -
Sul finale crolla un po' ma dopo aver macinato km su km
Chiesa 7 -
Il contrario di Benassi, parte timido per poi crescere col passare dei minuti
Saponara 6
Tra i meno positivi, non incide troppo con le giocate, contribuisce al successo ma in modo "oscuro"
Simeone 9
Tre gol così importanti, in una partita del genere non possono che meritare un voto del genere
Gaspar SV
Esseryc SV
Cristoforo SV
All. Pioli 7,5
Compito agevolato sicuramente dalla situazione generale e dall'espulsione ma la squadra non sbaglia niente ed annienta il Napoli.
IL MIGLIORE: SIMEONE
Il peggiore: Saponara