sabato 28 luglio 2018

Piccola città eterna

Kiave di lettura n° 298
Mi è capitato ieri di cercare spunti tra le cose già scritte in questo blog, per la Kiave di Lettura di questa settimana. Quando "la penna è un po' scarica" infatti si cercano spunti nelle cose note e nei porti certi.
Cosa più nota di quella già scritta proprio dalla tua penna? Quale porto più certo della tua splendida Fiorenza
Così ho "sfogliato" i post di questo blog (cliccate qui per ri-vederli) dedicati alla "PICCOLA CITTA' ETERNA" del mio cuore ed ho visto che mancava un profilo importante dei suoi splendori.
Il profilo della "casa principale" della città, l'immagine istituzionale del suo splendore, uno dei tanti sfondi capaci di far perdere la testa.
Ed allora ho capito che non sarebbe servito così tanto impegno per riempire il post di questa settimana, bastava una ricerca tra le foto che potevo aver fatto nei miei giri cittadini. E così, la penna scarica è stata sistemata. Le fortune di vivere nella città più bella è quella che non servono troppe parole, basta avere l'accortezza di ammirarla e fotografarla. Basta la sua bellezza. Grazie Fiorenza.

giovedì 19 luglio 2018

19 giorni speciali

Kiave di lettura n° 297
Oggi 19 luglio, nel mio spazio settimanale dedicato alla Kiave di lettura, ne ospito una di qualcun'altro. Di una persona speciale che intervista una persona speciale. 
Ve la consiglio, di cuore. Perché il mio inviato romano "CERCA NEL CUORE" dei ricordi di chi ha il 19 come marchio di fabbrica, il significato più profondo ed intenso e come sempre riesce ad arrivare dentro, con i ricordi e le emozioni ma soprattutto con il loro messaggio.
In un periodo che sempre di più annulla i ricordi, le esperienze ma soprattutto dove si fa una drammatica fatica a trovare "messaggi" dal buon sapore, credo che questa sua speciale kiave di lettura sia particolarmente indicata e necessaria. A completamento di ciò, DAVVERO bravo Andrè.
Buona lettura, ma soprattutto buona visione.

Una volta mio nonno ha rischiato di morire perché si è spaccato la testa. Era a Cattolica aveva dieci anni e uno con un carretto gli ha spaccato la testa. E’ rimasto tanto in ospedale e ha perso un anno di scuola. Un’altra volta ha rischiato di morire perché un dottore si è scordato di togliere un tappo da un tubo che gli aveva messo in pancia. Aveva 84 anni e era a Roma, all’ospedale. Anche quella volta è rimasto tanto in ospedale. Ma pure quella si è salvato. Un’altra volta ha rischiato di morire che gli mancavano 19 giorni per compiere 19 anni. Erano le 11.03 del 19 luglio e sopra allo scalo a San Lorenzo, a Roma, c’era il tenente puntatore Owen Gibson che sganciava bombe da un aereo che si chiamava Lucky Lady. Sotto c’era mio nonno, che ha detto “Bombardano!“, poi è scappato dallo scalo, è andato in un palazzo e pure quello lo hanno bombardato mentre ci passava sotto e anche lì si è salvato.
Questa è la storia che Remo, mio nonno, ha raccontato per tutta la sua vita. La storia di quando gli mancavano 19 giorni per compiere 19 anni e era il 19 luglio, aveva visto le bombe da sotto e aveva detto “Bombardano!”. Gliele tirava in testa il tenente puntatore Owen Gibson. Ecco oggi che è il 19 luglio e a mio nonno gli mancano 19 giorni per compiere 89 anni, pensavo al dottore dell’ospedale di Roma, a quello che guidava il carretto a Cattolica, al tenente puntatore Owen Gibson che ascoltano la storia di quel giorno e fino all’infinito sono costretti a guardare e ascoltare la sua risata anche sulle loro di facce.

Vedi qui l'intervista:

venerdì 13 luglio 2018

Paranza di qualità

Kiave di lettura n° 296
Dopo un po' di tempo dall' ultimo post con etichetta libreria, ecco il mio nuovo capitolo per il Katalogo di questo blog.
ROBERTO SAVIANO - "La paranza dei bambini" - Feltrinelli
Partiamo dal facile: regalo azzeccatissimo (GRAZIE!). Era un bel test quello di capire se, tornando ad argomenti noti dopo la parentesi di ZeroZeroZero (clicca qui per leggere il mio parere su questo libro), Saviano potesse creare di nuovo quel legame speciale coi suoi testi seguendo la scia di Gomorra.
Ed il test è stato ampiamente superato. La paranza dei bambini è un testo duro nei contenuti ma clamorosamente affascinante, per lo stile e la trama. La penna del Saviano romanziere e non saggista è ugualmente carica e piena di spunti e descrizioni affascinanti. La storia arriva clamorosamente a bersaglio con il soggetto fatto di tanti piccoli/grandi bambini "quelle voci così ridicole sembravano assai più appropriate delle voci impostate che cercavano di avere fingendosi adulti" che hanno in comune la ricerca della strada più breve per diventare "rispettabili", che nella lingua del loro rione è sinonimo di capo, di boss. "meglio tenere la fama di essere un maestro di crudeltà che di pietà".
Da Dentino a Lollipop, da Tucano a Drone, tutta la paranza ha il motto "ORA CHE NON HO PAURA" impresso come uno dei tanti tatuaggi del gruppo "veloci, strafottenti, maleducati, violenti". Ma è davvero così? Davvero ognuno di loro non ha paura "se non provi paura non vali più un cazzo" della fine che in qualche modo è prevedibile per la vita che conduce? Saviano riesce a far capire anche questo. Fa emergere l'ambiente dove la paranza nasce e cresce "dobbiamo costruire una paranza tutta nostra. Nun amm''a appartenè a nisciuno, sulo a nuje" non dimenticandosi mai di fotografare al meglio anche gli aspetti personali "sa manovrare il rumore del mondo e trovare la lingua giusta per raccontarlo" di ogni singolo componente, inquadrandolo e mettendolo in qualche modo nella giusta prospettiva "matrimonio collettivo che sanciva la fedeltà per il resto della vita". Per chi ha visto la serie di Gomorra (la terza in particolare) rivedrà tratti noti di alcune puntate nelle descrizioni e nelle azioni dei protagonisti del libro. La lotta per guadagnare spazi, territori e potere è direttamente proporzionale alla necessità di crearsi un nome che incuta rispetto, paura e onore. Il tratto della penna di Saviano non si perde mai in ripetizioni o in fotografie che non abbiano una logica ed un'utilità nella trama del libro. Anche la moltitudine di nomi e nomignoli mixati al dialetto napoletano, che possono (specie inizialmente) rappresentare un freno alla scorrevolezza della storia, sono elementi distintivi che rendono ancor più l'idea del panorama che fa da sfondo e da protagonista del libro. A dar rilievo alla storia ed ai percorsi dei bambini sono invece le contraddizioni sia del territorio che degli stessi protagonisti.
La voglia di sembrare invincibili "diventare feroci, solo così chi ancora incuteva timore e rispetto li avrebbe presi in considerazione" e grandi nelle loro debolezze ed insicurezze di bambini si abbina perfettamente ad una realtà che vuol mostrarsi forte e potente nella sua totale fragilità "bambini sì ma con le palle, creare scompiglio e regnare su quello, disordine e caos per un regno senza coordinate..teniamo arme e palle questo era il concetto". E Saviano ne fa una perfettamente mixata fotografia. Interessante, cruda, reale. Come sempre. Come non poteva non fare. 
BIGNAMI: di nuovo da applausi convinti. Di nuovo da cinque stelle su cinque di valutazione. Da non perdere.

giovedì 12 luglio 2018

A sorpresa


Pasalic, Pjaca, Berardi. Ripetere ad ordine invertito: Berardi, Pjaca, Pasalic.
E poi di nuovo: Pasalic, Pjaca, Berardi. Per qualche giorno, settimana.
Poi, a sorpresa la svolta.
Mossa a sorpresa, anche per l'interessato.

sabato 7 luglio 2018

Maglietta Rossa

Kiave di lettura n° 295
Ero un po' indeciso sul fatto di partecipare o meno. Non per la motivazione che sta alla base della campagna ma per la sua effettiva utilità. Mi sono chiesto quanto potesse essere utile alla causa, quanto non fosse solo una banale trovata per farsi un po' di pubblicità. Poi ho visto i promotori, ho letto i loro cv, ho riflettuto sul loro costante impegno e sul senso delle loro parole per presentare l'iniziativa. 
Ho letto anche un post di una persona che seguo "maglietta rossa messa. Magari non servirà a niente come il 99,9% dei nostri e vostri post" (cit. Pelle1870) ed ho pensato che ne valeva la pena. 
Soprattutto perchè non si può sempre e costantemente fare finta di niente, in particolar modo di fronte a vite umane vestite di rosso solo per rendersi più visibili nel buio di una traversata e del mare che invece spesso altro non fa che farli sparire nell'oblio inghiottendoli.
Ed allora forse non è così inutile far "sentire la propria voce" contro "TUTTA QUESTA MERDA INTORNO" a veri e propri drammi di vite umane viste solo come il nemico da combattere ed in un certo senso quasi meritevoli di "rimanere sul campo" fatto di onde e gommoni fatiscenti, pazienza, problemi loro che partono in condizioni vergognose.
Per questo ogni tanto anche un semplice gesto, più o meno fine a se stesso, è giusto e doveroso farlo se lo ritieni giusto. Ecco, più giusto di questo ne vedo pochi. Con la giusta compagnia di Emergency, MSF, Libera, anche io stamani mi sono messo la #maglietta rossa, prima per correre e dopo per uscire. Per rendere questa tragedia visibile, sempre.

giovedì 5 luglio 2018

Scontrini


Ma la richiesta degli scontrini da parte del M5S alla Lega per i 50 milioni di euro a che punto è?