mercoledì 28 febbraio 2018

In deroga


Ogni volta che "se ne esce fuori" con un tweet/post/dichiarazione che vuol essere spiritoso/a o "istruttivo/a" mi viene da scuotere la testa. Parlo di Roberto Giachetti che girella per Mugello e zone limitrofe, visto il suo tour per la campagna elettorale. Parlo nello specifico della sua capacità di farsi "splendido" per passione e purezza politica e poi....
- è oggettivamente candidato in deroga perché ha superato il numero massimo di legislature possibili secondo lo statuto del suo partito
- è attualmente sia parlamentare che consigliere comunale e quindi in deroga perché ha cariche non cumulabili secondo lo statuto del suo partito
- è praticamente in deroga con se stesso, visto lo sciopero della fame contro la precedente legge elettorale e il voto favorevole invece a quella attuale; legge che, nei punti specifici che lo avevano portato allo sciopero, è peggiore rispetto alla precedente
- è certamente in deroga con la "parola data" attraverso l'annuncio ufficiale fatto il giorno prima della "pubblicazione" dei candidati e del loro abbinamento nei collegi. " ...caro Matteo...ti chiedo di lasciarmi libero di giocarmela....io e la mia città, io ed il territorio dove vivo da 50 anni, io ed il mio amore per la mia città (Roma) e per la politica.....a guardare i risultati delle precedenti elezioni non ho molte chances...il collegio 10 è di quelli persi. ...ma io ci credo....Se vogliamo cambiare le cose dobbiamo metterci in gioco...". Evidentemente il collegio 10 di Roma è molto grande ed arriva fino in Mugello - Toscana dove risulta candidato..... e  "dove peraltro sono stato spessissimo in questi anni a fare iniziative" dichiara lo stesso Giachetti, che si sa da sempre è attento al legame con il territorio da parte dei candidati.
Io al contrario suo invece nei suoi confronti non derogo ed ogni volta che sento il suo cognome...mi parte un video.....


e mi ritrovo ad anticipare la "battuta" di Benigni, condividendola totalmente: 
GIACHETTI....BOCCIATO...

lunedì 26 febbraio 2018

Coreografica

Campionato - 26^
FIORENTINA - CHIEVO = 1 - 0
GOAL: Biraghi
LE PAGELLE
Sportiello 6+
Nel secondo tempo si fa trovare pronto sui rari pericoli
Pezzella 6
Compitino senza sbavature
Vitor Hugo 5,5
Rischia l'affanno più volte anche se ci mette una pezza
Astori 7
Tra i migliori, sia in chiusura che in fase di riproposizione
Chiesa 6,5
Si sacrifica e ci prova, un po' appannato in alcuni momenti
Benassi 5,5
Gara tendente al grigino
Cristoforo 6-
Ripescato a sorpresa, compitino senza strafare
Veretout 6
Corre e lotta anche se la precisione è altra roba
Biraghi 7
Propositivo sin da subito, gran bel gol
Simeone 5,5
Non è proprio periodo, ci prova e c'è nelle occasioni ma non concretizza
Falcinelli 5+
Fa da spalla a Simeone ma è impreciso sottoporta e raramente pericoloso
Dabo 5,5
Non pare entrare in partita nel migliore dei modi
Thereau SV
Dias SV
All. Pioli 6
La squadra vince e nel secondo tempo crea qualcosina, ma veramente poca poca roba
IL MIGLIORE: BIRAGHI
Il peggiore: Falcinelli
LA PARTITA
Convinto a non saltare il match dal classico "l'è coreografica" che Rone rispolvera dalle citazioni del Capitano rispetto alla paventata neve prevista su Firenze, la sfida col Chievo è stata totalmente in linea col grigio che circondava il Franchi. Freddo e folate vento intorno con nevischio di riporto hanno accompagnato la conquista di tre punti che di buono hanno solo.....i tre punti appunto. Il "FREDDO CANE IN QUESTA" partita era ampiamente messo in conto dalle varie previsioni, un po' meno previsto il grigiore della partita (ma purtroppo ipotizzabile ormai...) che in realtà si accende subito con un Biraghi versione bomber che prima sfiora il gol e poi lo trova con un gran bel tiro. Ma il ritmo non si mantiene con la stessa vivacità, se si esclude quello degli spalti (vuoti) che mantengono il passo tra barricata, nuove spine  e vecchi Borghetti
In campo l'esperimento delle due punte insieme "...si vede che nevica eh..." porta pochissimi frutti avendo entrambi i nostri attaccanti la pericolosità di una freccia spuntata, anzi due. Ed essendo l'unico in grado di "innescarli" costretto a partire dall'altezza dei terzini o giù di lì, si naviga sostanzialmente a vista. In mezzo al campo, la sorpresa Cristoforo a centrocampo fa il suo (e già che 'unfaccia danni unnè poco) mentre dietro Hugo (l'altra novità) riesce a non essere sicuro nemmeno contro il nulla dell'attacco del Ceo.
Un po' meglio nella ripresa quando un po' più di spazi nella difesa veronese degli ex portano a qualche accenno di pericolo in più, ma davvero poca roba e si escludono un paio di occasioni targate Simeone e Falcinelli imprecisi, a farci prendere qualche spavento sono le folate di vento e un paio di iniziative di Pellisier e soci che per fortuna non arrivano ad essere troppo pericolose e trovano comunque uno Sportiello presente. Il tempo scorre, gli sbadigli più o meno aumentano, la partita rimane dove era al sesto minuto: 1-0 all'inizio ed alla fine.
Poco da dire: c'era da vincere. S'è vinto. Detto questo poco altro se non il commento finale di Rone: "..barricata, spalti 'voti, neve, due punte, gol di Biraghi...a posto..." perfetto per fotografare il tutto.
FORZA VIOLA...sempre...
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...Simeone lo vuoi capire che l'è il nuovo Bati?!?!? sennò icchè l'è? Magari ha bisogno del caldo tu dici?..."

sabato 24 febbraio 2018

Vamos

Kiave di lettura n° 276
In vista dell'imminente appuntamento del prossimo, molto prossimo ormai, quattro marzo mi sembra molto identicato usare come Kiave di lettura di questa settimana un libro che può aiutare a chiarire i dubbi a qualche indeciso del voto o meglio farli venire a qualche già deciso.
ANDREA SCANZI - "Renzusconi" - PaperFirst
E' da qualche settimana che, una volta terminato, è appoggiato sul comodino in attesa di essere rimesso nello ripiano della libreria di casa dedicato ai libri pubblicati e venduti insieme al Fatto Quotidiano. Era lì forse per una breve rilettura di qualche pagina particolarmente divertente o forse per trovare lo spunto giusto per scrivere questo post, perché ammetto che non è facile riuscire ad essere obiettivo. Perché è scritto da Scanzi, pubblicato dal Fatto e con la prefazione di Travaglio.......e l'obiettività in automatico è messa a dura prova.
Il titolo del libro identifica subito argomento e modo di affrontarlo e per chi conosce bene la penna non poteva aspettarsi libro diverso. Nelle ventiquattro puntate che mette in fila Scanzi si parte dal percorso di Renzi e dalle somiglianze con il "maestro" Silvio "...entrambi goffi di successo, caricaturali e non di rado improponibili, entrambi venditori di pentole..." dalla sua ascesa "...un leader che vive il momento, non sa niente del passato e non si pone il problema dell'avvenire..." fino alla discesa "...se si cerca la ragione della diffusa insofferenza verso Matteo Renzi, la risposta è Matteo Renzi...". Di Renzi vengono analizzati i difetti "...così bravo a mentire che finisce per primo a credere lui stesso alle sue stesse bugie..." ed i pareri che vengono alla bocca a chi cerca di guardarne opere ed attività "...Renzi non ha lavorato a costruire una comunità, ma a drammatizzare il rapporto tra un capo e la folla...". Ma non è il solo protagonista del libro e con lui sono analizzati anche i suoi "adepti" (Sensi, Anzaldi, Nicodemo, Richetti, Lavia, Morani, Nardella, Orfini.....tranquilli però, anche se può sembrare da questo elenco non è un libro horror....) e la rumorosa e clamorosa assenza della critica degli intellettuali "di sinistra" "...perdona l'ardire caro Nanni, ma questo tuo (vostro) silenzio mette un po' di tristezza...senza offesa ma così come Benigni era meglio da Cioni Mario, tu eri meglio quando perdevi...". Il tutto è esaminato e descritto con la penna ironica, sarcastica nell'uso dell'iperbole e dei paragoni mischiati agli eccessi "...mitico Pieroni, capoclasse autoproclamato..." che confluisce nella compiaciuta spavalderia/presuntuosità e nel compiacimento della stessa e del proprio ego che sembra sempre "STARCI UN PO' STRETTO". Essendo marchio di fabbrica di Scanzi non poteva non notarsi, dato che sul punto è lui stesso il primo a giocarci. In molti punti vengono descritti e ripresi concetti che, da lettore costante del Fatto, non mi sono nuovi ed articoli o riferimenti sono ancora più evidenti o riconosciuti. Non manca ovviamente il riferimento naturale alla prossima scadenza elettorale che fa ulteriormente centro, descrivendo in pratica la mia condizione attuale "...appartengo, nel mio piccolo, a quei milioni di italiani che politicamente si sentono come un flipper in cui la pallina ora carambola sui 5 stelle, ora su una forza di sinistra (vera e coesa) ora sull'astensione..." che va (quasi) totalmente di pari passo con quanto trovo scritto nel suo capitolo finale "...da qui alle elezioni farò come milioni di elettori, saprò benissimo chi non votare. E aspetterò che qualcuno mi convinca davvero a votarli...". Con questo gol finale il libro si chiude e non è assolutamente un caso che l'ultimo concetto citato è "scatafascio", in linea con lo stile di tutte le tappe precedenti e con il protagonista delle stesse.
BIGNAMI: non so se per la scarsa obiettività o per l'attualità del libro, ma non posso che dare a Renzusconi le cinque stelle su cinque come personale valutazione e con un Vamos come aggiuntiva e degna citazione finale.

mercoledì 21 febbraio 2018

Nel merito


Fossi un attivista/dirigente del PD sarei seriamente preoccupato del fatto che l'unica posizione netta ed intransigente del segretario e candidato premier Renzi sulla vicenda scandalo del momento (inchiesta su Regione Campania/tangenti/infiltrazioni e successive reazioni di De Luca) sia stata quella di sfidare Di Maio sull'immunità parlamentare in merito ai suoi commenti.
Ok Matteuccio, Di Maio è offensivo e deve essere "processato, condannato....ed anche pagare"Bene. Detto questo, visto che ti piace parlare "nel merito", vogliamo dire qualcosina anche su come è governato la Regione? Sulle realtà che le inchieste hanno fatto emergere? Sul signor Vincenzo De Luca e la sua dinastia familiare? Sul "sistema deluchiano" che regna sovrano? Sul fatto di come casualmente attraverso i geni familiari si siano trasmesse anche le abitudini di essere soggetti di attenzione/indagini/inchieste/processi della magistratura?
Che dici? O questo merito 'untigarba?
P.S. sempre se fossi l'attivista/dirigente del suddetto PD sarei ulteriormente ed ancor più preoccupato del fatto che il personaggio così preso a cuore dal segretario/candidato premier è lo stesso indagato per alcune vicende/prescritto per altre vicende/condannato per altre ancora e quello del:
- grandissimo sfessato, un pipiì, scorretto, imbecille, aspetto di incontrarlo al buio verso Travaglio
- sventurella, signora delle sventure verso Milena Gabanelli
- camorrologo di corte e salotti...costretto ad inventarsi la camorra anche dove non c'è altrimenti rimane disoccupato verso Roberto Saviano
- iniziativa volgare, diffamatoria, infame, eversiva della pia donna di potere...a cui rimprovero la sua esistenza e di cui deve chiedere scusa...una cosa infame, da ucciderla.. verso Rosy Bindi
- grido di dolore alzato da un tanghero e che è passato di porcilaia in porcilaia verso Gotor
- consumatore abusivo di ossigeno, un danno ecologico permanente, un somaro verso Peter Gomez
- atti di camorrismo giornalistico, di aggressioni personali, di imbecillità verso Rai Tre
- dovete diminuire le quantità delle cose che fumate o inalate verso vari giornalisti 
- che li possano ammazzare tutti...guidati da uno sfaccendato... ex stewart che porta seccia (sfortuna) verso M5S e Di Maio
- operazione camorristica e squadristica, cafoni che esercitano violenza privata che si dovranno ingoiare tutto verso i giornalisti fanpage
Eh sì in effetti quello offensivo e da condannare è solo Di Maio...

domenica 18 febbraio 2018

Punticino

Campionato - 25^
ATALANTA - FIORENTINA = 1 - 1
GOAL: BadeljPetagna
LE PAGELLE
Sportiello 6-
Inoperoso fino al gol atalantino sul quale non appare troppo reattivo, nella ripresa buon intervento su Petagna e su un paio di cross pericolosi
Milenkovic 5,5
Rischia il provvedimento disciplinare per due falli nei due minuti iniziali su Gomez. Poi prova a non farsi mettere in mezzo e ci riesce abbastanza fino a fine partita quando ricomincia coi falli evidenti che portano il rosso
Pezzella 6,5
Senza strafare fa il suo per tutta la gara fino a quando con due grandi interventi risolve due possibili rischi finali
Astori 6,5
Sul gol atalantino non fa una grandissima figura ma le colpe principali non sono le sue, nel secondo tempo con un recupero prodigioso salva il raddoppio e spesso è in anticipo
Biraghi 5
In sofferenza se spingono poco presente in avanti fino ad un bel tiro finale che però è veramente troppo poco
Benassi 5,5
Un primo tempo che lascia intravedere qualcosa, nella ripresa poco reattivo in avanti e poco preciso a centrocampo cala molto
Badelj 7
Un bel lancio per Simeone e un bel gol, sempre presente anche nel finale. Una delle migliori partite dell'anno
Veretout 6,5
Corsa e grinta anche se manca di precisione e di qualche giocata
Gil Dias 5
Poco preciso in un'occasione molto importante, per il resto poco produttivo ed utile
Simeone 5
Si divora un gol davvero grande, nervoso e salvo qualche corsa, opaco come sempre nell'ultimo periodo
Chiesa 6+
Un quasi assist per il gol del vantaggi ed un primo tempo di ripartenze importanti. Eccede nelle proteste, nelle giocate. Ma è l'unico elettrico e che può dare la scossa a questa squadra
Falcinelli 5
Si nota poco fino all'occasione finale che spara nel settorino dei tifosi venuti da Firenze
Dabo 6
Al debutto gli tocca anche sacrificarsi da terzino, non fa danni.
Thereau SV
All. Pioli 6
Gara non negativa, primo tempo di sostanza e con un vantaggio che sarebbe stato meritato. Ripresa confusionaria e senza la voglia di farla nostra.
IL MIGLIORE: BADELJ
Il peggiore: Simeone
LA PARTITA
Nel "tipico orario" delle 18 domenicali ci giochiamo a Bergamo una sorta di ultima chiamata europea. L'Atalanta è reduce dal giovedì di coppa a Dortmund noi dalla sconfitta di dieci giorni fa contro la #juvemerda. Mentre l'Atalanta fa ampio turnover facendo giocare le riserve per il 50% della squadra, per noi la decisione è quella di dare conferma totale agli undici che avevano iniziato il match con la Juve. Venti secondi e Chiesa metterebbe Benassi davanti al portiere se non fosse che l'ex Toro non ci crede e l'occasione sfuma. L'Atalanta prende possesso della nostra metà campo per i successivi cinque minuti e con un paio di cross invitanti ci mette qualche brivido ma la grande occasione ce l'abbiamo noi: lancio lungo, errore di Caldara che fa involare Simeone che solo davanti al portiere spara alto e largo in modo quasi clamoroso innervosendo noi e se stesso tanto che un minuto dopo si fa ammonire. L'occasione però ci dà coraggio e toglie fiducia all'Atalanta che lascia spazio ai nostri centrocampisti, inizialmente chiusi in un quasi 4-5-1. In uno di questi spazi Badelj trova il tiro, respinto e sul successivo cross di Chiesa lo stesso croato ci riprova e trova lo spiraglio giusto: 0-1. Gli avversari accusano il colpo e ne dovremmo approfittare. Ci proviamo con Gil Dias che sfiora il palo mentre in difesa corriamo solo un piccolo rischio su una bella giocata di Cristante che con un cross velenoso per poco non serve un assist al bacio per il Papu. Sembriamo poter trovare il raddoppio con l'accelerazioni di Chiesa ma è Astori ad avere una grande occasione, di testa da angolo, che ci porta a pochi cm dal gol. Sembra finito il primo tempo quando da una punizione esterna, palla in mezzo e Petagna senza saltare tocca di testa e pareggia "...tanto già lo so....dico solo questo....quant'è che 'un segna Petagna?..." avevo sentenziato venerdì e come sempre il DNA viola non mi smentisce.
Parte il secondo tempo con una grande occasione bergamasca salvata da un grande intervento di Astori, poi la partita abbassa i giri e tranne qualche azione interessante non si segnalano occasioni se non un tiro non male di Biraghi fuori di poco ma da lontanissimo e con Gollini che sembrava pronto. Petagna invece ci prende gusto e con un "colombellone di testa" costringe Sportiello a togliere la palla, che viaggia a due all'ora, dal sette. A parte centoquindicimila palloni persi e passaggi sbagliati nella ripresa c'è poco da segnalare nonostante i cambi ed una decina di minuti di pressione atalantina. Basterebbe poco per dare anche "SOLO UN PO' DI COLORE" al finale di gara ma l'idea di Milenkovic per darla non è troppo consigliabile: due gialli in pochi minuti e per gli ultimi minuti siamo in dieci. Sembra che l'Atalanta lanci il forcing finale ed invece è Falcinelli su assist di Badelj a farci quasi portare via i tre punti. Purtroppo il tiro è da calcio piazzato e quindi il risultato finale è 1-1.
Era un'occasione importante. L'Atalanta era stanca ed in formazione per larga parte sperimentale per il turnover e per noi poteva essere l'occasione per riagganciare qualche squadra che davanti oggi si era fermata o diminuire il distacco esistente (Udinese e Torino sconfitte; una tra Milan e Samp che giocano contro ed appunto Atalanta che giocava contro di noi). Un buon primo tempo fatto di copertura e ripartenze (in pratica un 4-5-1 pronto a giocare di rimessa) ci ha portato in vantaggio e ci poteva far raddoppiare. Poi non avendo attaccanti con buona confidenza con la porta ci siam visti costretti a subire il ritorno atalantino. Abbiamo subito poco, l'Atalanta non ha creato tanto e soprattutto nel secondo tempo ha prevalso il numero infinito di errori da entrambe le parti. Alla fine arriva un punticino, che serve cosìcosì e che sa di occasione persa ma soprattutto conferma il grigiore tecnico di questa squadra. Peccato.
FORZA VIOLA...sempre...
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...t'hai sempre parlato male di badelj e ilicic te....avello ora ilicic... : - ) se s'arriva a rimpiangere mati ammazziamoci..."

sabato 17 febbraio 2018

Prima tappa

Kiave di lettura n° 275
Tirare fuori la vecchia tuta che ormai dovrebbe invece essere solo buttata via, ma da cui non riesci a staccarti perché paradossalmente rappresenta qualcosa e ti ci sei affezionato. Allacciarsi le scarpe, regolare gli auricolari e scendere le scale. Salutare con odio il tombino che è sempre stato lì, più basso del livello stradale, imperturbabile al tempo che passa ed alle maledizioni ricevute. Infine far partire la app che ormai da mesi era in naftalina. Attaccare la corsa, fare pochi metri e sentire che qualche goccia comincia a scendere. Il dubbio che "non sia aria" viene, accompagnato anche dal grigio che circonda tutto intorno. Ma il cappuccio della vecchia felpa viene in aiuto, sembra fatto apposta "DICI E SE VUOI VAI" sembra dirti per motivarti, quindi si parte davvero. Sensazione strana quella di ripartire, fiato corto ben presto e qualche dolorino da tener sotto controllo che piano piano si manifesta. Ma anche il ritrovare vecchi amici che ti accompagnano negli auricolari mentre corri, come il colpo all'anima del tuo Poeta, l'immancabile Freddy e Daniele e le sue navi. Ti mettono sul ritmo giusto, con il passo non eccessivamente svelto che la condizione da ritrovare ti permette e ti fanno riassaporare lo sforzo e la soddisfazione della corsa. Accanto a loro arrivano le canzoni poco intelligenti ma contro la paura di Brunori, Mirko ed il suo cane ed un Renga d'annata che non ricordavi nemmeno di avere. Tanto per dirti che alla fine, ogni corsa è diversa e ti regala qualcosa di nuovo ogni volta. Il tempo ed il risultato contano relativamente ed anche se sono da "piccola tappa" ti fanno sorridere perché sono numeri che rappresentano un interruttore che si è di nuovo acceso, ovviamente sempre aspettando il responso di "muscoli e giunture" che stasera e domani daranno il loro verdetto e confermeranno quel sorriso o lo ridurranno di un po'. Nel frattempo la tuta resiste ed invece che nel cassonetto è appesa ad asciugare, nella speranza e nella voglia che torni a fare il suo "lavoro" molto presto. 

giovedì 15 febbraio 2018

Ringraziamenti


Invece di gridare al complotto dell' "inchiesta ad orologeria" sotto elezioni, fossi un attivista/dirigente del Movimento Cinque Stelle ringrazierei di cuore Le Iene
Non solo e non tanto per aver dato la possibilità al movimento di una pulizia e migliore scelta di candidati (selezione non impossibile...) che non rispettavano quelli che sono definiti come loro principi basilari. 
Non solo e non tanto per aver portato all'attenzione un necessario controllo sull'effettiva regolarità dei versamenti che, pur sembrando basilare ed ovvio visti gli stessi dettati del movimento, evidentemente era sfuggito (che sbadati..). 
Ma bensì per aver permesso al movimento un'altra importante "scoperta": l'esistenza di excel, per il conteggio del dovuto e del versato (diavoleria moderna...).

sabato 10 febbraio 2018

Già vista

Campionato - 24^
FIORENTINA - JUVENTUS = 0 - 2
GOAL: Bernardeschi, Higuain
LE PAGELLE
Sportiello 5
Grave l'errore sulla punizione del vantaggio, per il resto poco impegnato
Milenkovic 6,5
Grintoso e preciso gioca una buona partita
Pezzella 6
Non scintillante ma in crescita rispetto alle ultime partite
Astori 6 -
Sul secondo gol non è reattivo sulla partenza di Higuain, per il resto imposta e difende abbastanza bene
Biraghi 5,5
Dovrebbe proporsi al cross con maggiore e migliore frequenza, soffre sul finale la spinta mentre nella prima parte aveva difeso bene
Benassi 6
Prima parte positiva per poi calare alla distanza
Badelj 5,5
Quasi tutta la partita poco preciso e molto lento anche se il gioco parte sempre di lì
Veretout 6 +
Nel primo tempo si sacrifica tantissimo sdoppiandosi e recuperando sempre, meno brillante nella ripresa ma sempre positivo
Gil Dias 6,5
Buon impatto col match e palo davvero sfortunato. E' in crescita
Simeone 5
Magari corre anche ma non trova uno spunto che sia uno, tanto meno un tiro in porta
Chiesa 6 +
Corre a ripetizione e si vede che sente la partita in modo speciale, purtroppo pecca di precisione
Thereau 5
Lento e poco utile ad una squadra che dovrebbe rimontare
Esseryc 5
Ha un quarto d'ora, non la tocca/vede mai
All. Pioli 6 - -
La squadra gioca un match apprezzabile per impegno e precisione, ma con una sola occasione in novanta minuti ed una gestione del secondo tempo (cambi compresi) un po' così.
IL MIGLIORE: MILENKOVIC
Il peggiore: Sportiello
LA PARTITA
Foto di Galga - uno che di foto se ne intende (clicca qui)
Arriva la Juve. La classica partita che non è da presentare o da preparare. Basta il nome JUVEMERDA e quello che rappresenta per Firenze. Il mister sostituisce Laurini con Milenkovic e conferma Gil Dias senza toccare tutto sommato la squadra tipo. Firenze risponde, tra le polemiche per la proprietà quelle per gli striscioni quelle per la coreografia forse anche quelle per l'acqua naturale. Non c'è il pienone, non c'è la coreografia ma la curva fa dire "siete belli belli" da chi ci guarda dalla tribuna ("saluta il galga"), tanto da fotografarci (GRAZIE). L'impatto è di quelli positivi, la squadra sembra aver capito che oggi deve dare tutto e non molla un pallone che sia uno, così come si mette bene in campo ordinata e precisa. Non è esattamente una partita ricca di emozioni e/o giocate e l'occasione che potrebbe cambiare la partita arriva quasi inaspettata. Cross di Benassi e mano di Chiellini, rigore. Per chi conosce i furti ripetuti dei gobbi a Firenze (e non solo) è un vero colpo a sorpresa, bocca aperta che resta tale per l'attesa di Veretout sul dischetto. Tutto pronto ma passano i minuti e si resta in attesa del via del VAR. Che non arriva perché Benassi pare fosse in fuorigioco anche se l'ultimo tocco è di Alex Sandro. Volontario? Fallo di Simeone su di lui? Mah. Sta di fatto che il rigore, senza che l'arbitro visioni nulla, è cancellato e si riparte. Con la stessa inerzia: JuveMerda chiusa ad aspettarci e noi che non troviamo lo spunto per il tiro. Quasi per paradosso, sull'unica ripartenza nostra troviamo Gil Dias in buona posizione ed il palo ci dice clamorosamente no. Finisce il tempo così con un (doppio?) rammarico enorme ed uno 0-0 poco emozionante ma che è frutto di una gara decisa dei viola.
Si sembra ripartire alla stessa maniera ma dopo dieci minuti arriva la svolta. Purtroppo del colore sbagliato e, come direbbe il mio inviato romano, #ecometesbaji la punizione (doppio senso voluto) arriva dal piede dell'ex 33 che trafigge uno Sportiello con molte colpe nella circostanza. Ci aspettiamo una reazione, un po' di "argentovivo e rabbia" ed invece PUFF...come un soufflé ci sgonfiamo senza riuscire nei quaranta minuti restanti a tirare una volta (ripeto UNA) in porta. Per provarci mettiamo Thereau al posto di un Gil Dias apparso positivo. Proprio il francese avrebbe l'occasione per farci saltare qualche scalino della curva ma riesce nell'impresa di non tirare e farsi anticipare da una scivolata (coi piedi sì..) del quarantenne Buffon. Il secondo cambio arriva a dieci (più cinque di recupero) dalla fine ma Esseryc è come se non entrasse. "Altro? No, a posto così" si direbbe dal pizzicagnolo. Se non che Higuain decide di chiuderla con il suo sigillo personale. 0-2 ed a casa.
Abbiamo giocato una partita di impegno e precisione tattica. Abbiamo avuto un'importante occasione e sull'episodio del rigore poteva andarci meglio, anche se. Anche se l'episodio era al quindicesimo ed onestamente l'episodio stesso si presta ad alcuni dubbi, tradotto: ho subito furti molto più evidenti e sanguinosi coi gobbi, attaccarsi a questo, in questa partita mi riesce solo in parte. Nella ripresa abbiamo subito il gol dal simpaticissimo 33 e non abbiamo avuto la forza, l'idea e la capacità di tirare una volta in porta. A proposito dell'ex 33, l'ultimo a segnare ed esultare come ex a Firenze è stato Pasqual. Gli auguro a fine stagione (o prima) di avere una bella sorpresa come ha avuto il suo omonimo di simpatia, intanto i mondiali già se li guarda da casina sua. Tornando alla partita, è difficile criticare dopo una partita comunque gagliarda contro i gobbi e sicuramente è da apprezzare lo spirito. Per il resto è una partita già vista in mille altre occasioni  con loro, meriteremmo di più ma alla fine ad andare via con i tre punti sono quelli più brutti. Resta il fatto che non abbiamo un gioco d'attacco, siamo prevedibili e noiosi quando dobbiamo provare a "far male" agli avversari e se per dare la svolta in termini di rabbia/grinta/sprint mettiamo Thereau...... Prendiamo il buono, mantenendolo anche nelle prossime giornate, e cerchiamo di accantonare presto il poco buono magari trovando novità di gioco quando si tratta di provare a far gol, perché sarebbe il caso di ricordarsi che "a questo giochino bisognerebbe ogni tanto buttarla dentro" e che per farlo bisognerebbe almeno/intanto cominciare a tirare in porta.
FORZA VIOLA...sempre...
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...il ragazzino sul muso a higuain idolo...invece che Jeep mettici CCCP sulla maglia di Buffon pare Mexico 86...per giocare alla meno 'uncibatte nessuno, cambiamo la regola che bisogna segnare..."

venerdì 9 febbraio 2018

Sarà per te

Kiave di lettura n° 274
"Son sempre stato uno che la vita l'ha voluta mangiare a morsi. Di quelli grandi." Potrebbe essere il sottotitolo dello spettacolo, nonché della vita di Francesco. Già, Francesco, in tono confidenziale, "PERCHE' ALLA FINE E' UN" amico (o sembra tale) che ti sembra di aver sempre frequentato da sempre e con il quale è come se tu avessi condiviso battute e risate.
I suoi silenzi, le sue "uscite", i suoi sguardi, le sue facce, sono un piacevole bagaglio che chi come me è cresciuto coi suoi film è orgoglioso di avere tra i propri "oggetti cari".
Anche per questo, era difficile affrontare uno spettacolo su un attore, un'artista ed un personaggio come Francesco. Non tanto per gli spettatori, ma per il regista e per chi doveva recitare il suo ruolo o comunque provare a dargli voce, essendo lo spettacolo in pratica il percorso della sua vita. Una vita sempre a tutto gas, sempre con lo sguardo verso la cima, sempre alla ricerca di una vetta più alta per impegnarsi in un'ascesa costante fino ad una caduta ugualmente rumorosa. Ed invece Valerio Groppa prima (regista) e Nicola Pecci poi (protagonista unico accompagnato da un'orchestra davvero da applausi) riescono nell'intento di non finire nel patetico omaggio all'artista sfortunato o nell'esaltazione fuori luogo del suo genio artistico oscurando il resto.
L'interpretazione di Pecci è perfetta per quello che deve essere un omaggio, una commedia e la rappresentazione di una storia amara ma con una base dolce fatta di sorrisi ed ironia. Lo spettacolo parte dalle prime apparizioni di Cecco di Narnali che diventa presto il biondino dei Giancattivi per poi "mettersi in proprio" come l'astro nascente della commedia di quel periodo. Da lì il salto verso gloria, fama, successo e soldi che lo stesso Pecci distribuisce sul palco non metaforicamente ma realmente in banconote rappresentanti l'incasso dei successi di Nuti: Tutta colpa del paradiso, Caruso, Willy, Donne con le gonne. A brevi omaggi video seguono interpretazioni canore sorprendenti di Pecci che diventando cantante prende esattamente note e voce di Francesco in una somiglianza di tonalità quasi perfetta, andando anche oltre ai ripetuti intoppi tecnici dei microfoni. E' uno spettacolo godibilissimo ed è un omaggio riuscito. Totalmente. Alle storie divertenti di un "collezionista" di avventure si alternano momenti grigi dati dalla depressione e momenti romantici dai colori pastello. Quando le note di "Giulia" arrivano, la risata del monologo appena finito si ferma e l'ascolta rapita:
"...Giulia non lo sa, ma dentro al cuore mio c'è l'ombra dei suoi brividi, e l'alba della sua mano. E quando il nostro abbraccio sfiorirà oltre il tempo che non ride mai conserverò il silenzio del suo sguardo, ogni voce sua. E questa è Giulia che vive fra le pieghe del mio cuore da sempre bella e nuda come un fiore che non passa mai E questa è Giulia che ride oltre il ritmo del mio cuore..." 
per poi commuoversi quando la voce diventa ancora più dolce in un "Sarà per te" :
"...E se il tempo passa, sarà per te e se non è mai presto, sarà per te. Se ho sbagliato e ho riprovato sarà per te... Se quando sono solo ho paura, ho paura a stare con te... E se qualcosa resta, sarà per te e se un sogno resta, sarà per te. Se adesso sto cercando di capirti fino in fondo.. E non mi accorgo che rimango troppo solo in mezzo al mondo, ma quando son sereno io non posso fare a meno di pensare 'mamma mia, che fortuna che ci sia'..." 
che mette a dura prova la commozione di tutti quando ad affiancare quella di Pecci è la voce di Ginevra Nuti, la figlia da poco maggiorenne di Nuti a cui la canzone era stata dedicata da un "veggente Francesco", che l'aveva scritta e portata a Sanremo molti anni prima della sua nascita. 
Anche la presenza di Ginevra non è la banale apparizione o il tentativo di strappare un pietismo fuoriluogo per la situazione attuale di Francesco, di cui Ginevra è da poco diventata tutrice legale. Ma è un romantico omaggio, come le sue commedie ironiche e sarcastiche, che merita un sentito e lungolungolungo applauso come quello che ha accompagnato autore ed attore alla fine di una serata dove davvero "la prosa è andata di sfriso alla poesia".
Francesco Nuti - andata, caduta e ritorno

giovedì 8 febbraio 2018

A brigante, brigante e mezzo


Scrivere di quanto accaduto a Macerata è difficile, duro e sicuramente inutile, vista la "rilevanza" del mio pensiero. Ma vorrei lo stesso puntualizzare un po' di cose. 
Che non è la sparatoria frutto di un pazzo quella che ha ferito sei persone l'altro giorno, bensì la mano di un terrorista/fascista/nazista
Che il silenzio e l'assenza di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio/Camera/Senato (forse oggi s'è mosso Grasso), Governo e leader politici di PD e M5S (gli altri non li cito nemmeno visti gli ovvi motivi di schieramento politico e di appartenenza dello stesso fascista) al capezzale delle persone vittime dell'attentato sono una mancanza vergognosa.
Che al ministro Orlando, unico a recarsi a Macerata e per questo oggetto di sberleffi politici e minacce fasciste, va il mio più sincero ringraziamento e la mia più totale e GRANDE stima.
Che la decisione del Governo e del Ministero dell'Interno di vietare le manifestazioni antifasciste fa pensare e fa paura, tanto è sbagliata.
Che la richiesta del Sindaco di Macerata di evitare nuove manifestazioni può anche essere comprensibile dal suo punto di vista per provare a riportare tranquillità nella città. Ma la decisione di associazioni come ad esempio ANPI di lasciare di fatto la piazza a Forza Nuova e Casapound, annullando le manifestazioni antirazziste ed antifasciste, per me è gravemente sbagliata.
Che la linea da seguire secondo me doveva essere dettata dal motto di Sandro Pertini "a brigante, brigante e mezzo" e manifestare in piazza lo sdegno per il fascismo del nuovo millennio era il miglior modo per seguirlo e realizzarlo.

domenica 4 febbraio 2018

Un lampo nel grigio

Campionato - 23^
BOLOGNA - FIORENTINA = 1 - 2
GOAL: Veretout, Pulgar, Chiesa
LE PAGELLE
Sportiello 5
Grave l'errore sul gol
Laurini 5,5
In affanno contro un Bologna spuntato
Milenkovic 6+
Preciso e poco in affanno se non sul palo di Destro, per il resto gara non male
Astori 6
Fa il suo
Biraghi 5,5
Soffre le accelerazioni avversarie e davanti è poco presente. Riesce a giocare nonostante una brutta botta presa
Benassi 6
Un tiro ed un assist importante dentro un primo tempo in crescita rispetto alle precedenti occasioni, cala nella ripresa
Badelj 5+
Tra lo svogliato e l'impreciso. Bello il passaggio per Chiesa
Veretout 6+
Dà sostanza anche se con diversi, molti, errori, il più per il gol
Gil Dias 6--
Un po' meno assente del solito, trova anche uno spunto non male parato da Mirante
Simeone 5
Volenteroso ma assente sottoporta e leggero come una piuma
Chiesa 7+
Una buona giocata ed un tiro importante nel primo tempo, una meraviglia nella ripresa che porta al secondo gol all'interno di un secondo tempo più vivo
Bruno Gaspar 6
Compitino senza sofferenze
Falcinelli 5,5
Entra ma si nota poco o niente
Vitor Hugo 6
Fa il suo nel quarto d'ora finale
All. Pioli 6
Squadra grigia e spenta ma che ottiene una vittoria importante grazie ad un lampo
IL MIGLIORE: CHIESA
Il peggiore: Simeone
LA PARTITA
Cambiare il ritmo di un preoccupante binomio di partite giocate dopo la sosta. Questo l'obiettivo della trasferta bolognese ed onestamente a far meglio della trasferta genovese e del flop col Verona non serviva neanche troppo. Pezzella squalificato e Thereau fuori forma (ma dai? domenica era stato forzato il suo rientro..) portano ai due cambi rispetto alla formazione tipo. La partita sembra un diesel, di quelli lenti, molto ma molto lenti. Per mezz'ora più o meno è una noia mortale, uno sbadiglio "ESAGERATO PROPRIO IMPOSSIBILE". Palle perse da entrambe le parti, nessun idea di gioco. Si accende qualcosa con una giocata di Benassi (che ammetto di aver rivisto solo al replay perchè intento a....pisolare...tanto era forte il livello adrenalinico del match), una di Dzemaili e una di Chiesa ma il pericolo gol è davvero lontano e sembrano casi isolati quasi involontari. Poi Gil Dias trova una giocata, bella la deviazione di Mirante in angolo da cui Veretout trova una traiettoria velenosa che picchia contro il palo e contro Mirante e supera la linea. Siamo in vantaggio con un gol da angolo. Si grida al casuale ma non è ancora abbastanza: il bello arriva dopo pochi minuti. Destro si libera benissimo tira forte Sportiello devia sul palo ed in angolo e dallo stesso Pulgar imita Veretout, Sportiello fa peggio di Mirante e Badelj è complice degno. Finisce 1-1 il primo tempo.
Nella ripresa si riparte da Gil Dias che davanti a Mirante si fa ipnotizzare e recuperare. Dopo sostanzialmente il match ritorna al ritmo del primo tempo, errori in quantità industriale e palla che non riesce a scorrere oltre i due passaggi, quando va bene. Servirebbe un lampo e per fortuna in campo l'unico che può permetterselo ha la maglia viola, pardon verde. Chiesa trova una gran giocata, ne salta uno, due e la infila di sinistro sotto il sette. Siamo in vantaggio e proviamo a rovinare tutto con Gaspar che si perde il diretto avversario che non approfitta e con Badelj che regala palla in corsa a Palacio che salta anche Sportiello e tira alto. Da lì in poi il Bologna mette insieme solo cambi e qualche cross, noi solo cambi ed una difesa a cinque. Finisce con un 1-2 molto particolare (un'invenzione di Chiesa e due gol da angolo che nella stessa partita uns'eran mai visti nemenno a sensible soccer) ma soprattutto con una vittoria importante.
Una viola più attenta contro un avversario sostanzialmente nullo porta a casa una vittoria importante anche se a livello di gioco non c'è da stare molto tranquilli o sorridenti. Però era fondamentale invertire la rotta, ed allora per oggi fermiamoci qui, a quel lampo dell'unico giocatore sopra-livello che abbiamo (magari proviamo a non metterlo più terzino come in passato ed, azzardo, a costruire la squadra intorno alle sue caratteristiche e giocate) in un grigio scuro che era il periodo ed in un grigio appena più chiaro che aveva avvolto la partita.
FORZA VIOLA...sempre...

sabato 3 febbraio 2018

Case ed idee originali

Kiave di lettura n° 273
Dopo il salto nelle letture passate della scorsa settimana la Kiave di lettura settimanale torna a libri letti più recentemente e più nello specifico si dedica al terzo appuntamento del mio personale Katalogo per Chiara Gamberale ed il suo: 
CHIARA GAMBERALE - "Le luci nelle case degli altri" - Mondadori
I precedenti due "incontri" con la scrittrice avevano portato a risultati molto diversi: applausi convinti per "La zona cieca" e qualche dubbio a far capolino per "Quattro etti d'amore grazie".
Ho scelto di leggere "Le luci nelle case degli altri" perchè mi ha ispirato l'idea che sta alla base della storia, che spiata dalla quarta di copertina mi è sembrata curiosa ed originale. Leggendo poi il libro per molti tratti il "giudizio" d'impatto è stato confermato, per alcuni un po' meno. La storia parte da un lutto improvviso di una giovane donna (Maria) che lascia sola una bambina piccola (Mandorla). Nel condominio che la stessa amministrava, l'evento sconvolge le vite del palazzo, e le diverse storie delle varie "case" situate nel palazzo, cominciano ad intrecciarsi sempre di più, in una metodica descrizione, piano per piano. Nel percorso di quello che descrive la Gamberale ci sono vicende quotidiane con emozioni "...se siamo così felici che ce ne importa di farlo sapere a tutti..." problemi (vissuti in modo diverso ed affrontati in maniera ancor più diversa) "...i problemi mica si affrontano, no si scappa se ci sono dei problemi, anzi: si batte in ritirata.." raccontate con gli occhi di un'osservatrice attenta che esamina percorsi "...sono pochi i mezzi che abbiamo a disposizione per credere, quando le cose non cambiano, che non sia del tutto vero che sono cambiate..." e sentimenti che si mescolano "...non tutti gli amori son fatti per essere vissuti...". Il ricordo di Maria e del suo modo di sorridere "..da ridere non ci sarebbe niente se non fosse che è irrefrenabile l'allegria che sente dentro..." da intenso e personale si fa nuovo e sorprendente "...conoscere una persona secondo te significa sapere tutto, proprio tutto di lei?.." e mescola le storie "...se ti capita di non vedere niente di bello è naturale che te lo inventi...". La capacità della Gamberale è quella di raccontare gli intrecci senza perdere di vista il protagonista non scritto (Maria e la figlia) che riesce a far diventare protagonisti tutti gli inquilini del palazzo, un piano alla volta. Nell'amore totale verso la sua piccola Mandorla "...comportarti con lei come con la cosa più cara che non vorresti mai perdere...", che piano sarà condiviso da tutti gli abitanti del palazzo, è come se riuscisse a programmare il suo percorso futuro nonostante l'evento improvviso che la porta via da lei "...leggerai questa lettera quando ne avrai bisogno, così potrà farti bene come oggi sta facendo bene a me scriverla...". In alcuni momenti il libro sembra rallentare un po', quasi come se le descrizioni delle storie esagerassero un po' nel loro incidere e si finisse per "METTERCI TUTTO E FORSE STONARE DI BRUTTO". Il libro però nel suo insieme scorre e scorre bene, forte di quell'idea originale che mantiene fascino anche con il passare delle pagine, delle storie e dei piani del palazzo di Maria e Mandorla.
BIGNAMI: la terza personale puntata di Chiara Gamberale si piazza sostanzialmente come via di mezzo delle due precedenti e merita tre stelle e mezzo su cinque di valutazione.

giovedì 1 febbraio 2018

Auguri Santo

Oggi. Il "GIORNO DEI GIORNI" o quello della nascita dell'unico e reale Santo protettore riconosciuto. Il giorno di avvio di un miracolo dal nome Gabriel Omar. Più passano i "1 febbraio" di ogni anno e più aumentano nostalgia ed orgoglio di aver visto quel numero nove regalarci magie, anni pieni di gol e la consapevolezza di avere sotto gli occhi il più grande di sempre.
Tanti AUGURI Bati ed ancora GRAZIE.
"...il Bati trova la giornata perfetta e sportivamente uccide da solo il diavolo: tre gol, uno più bello di un altro per una vittoria che ci permette di volare a nove punti da soli in testa alla classifica. Primi, con il Trap che giganteggia in panchina per tutta la partita e con il mio personale Santo di Reconquista che vola in testa alla classifica dei cannonieri. Da “bomber in provetta” come mi hanno ribattezzato gli altri appena mi hanno visto oggi ammiro la capacità del nostro splendido centravanti argentino di caricarsi la squadra sulle spalle e di esplodere in tutta la sua potenza nella giornata che può rappresentare una minisvolta. L’esempio tangibile è il terzo gol: punizione a due in area, poco spazio per tirare ed il Bati che sembra dire “tranquilli ci penso io”. E tira fuori dal cilindro una vera e propria saetta imprendibile..." 
Rivedi la tripletta a San Siro