sabato 17 febbraio 2018

Prima tappa

Kiave di lettura n° 275
Tirare fuori la vecchia tuta che ormai dovrebbe invece essere solo buttata via, ma da cui non riesci a staccarti perché paradossalmente rappresenta qualcosa e ti ci sei affezionato. Allacciarsi le scarpe, regolare gli auricolari e scendere le scale. Salutare con odio il tombino che è sempre stato lì, più basso del livello stradale, imperturbabile al tempo che passa ed alle maledizioni ricevute. Infine far partire la app che ormai da mesi era in naftalina. Attaccare la corsa, fare pochi metri e sentire che qualche goccia comincia a scendere. Il dubbio che "non sia aria" viene, accompagnato anche dal grigio che circonda tutto intorno. Ma il cappuccio della vecchia felpa viene in aiuto, sembra fatto apposta "DICI E SE VUOI VAI" sembra dirti per motivarti, quindi si parte davvero. Sensazione strana quella di ripartire, fiato corto ben presto e qualche dolorino da tener sotto controllo che piano piano si manifesta. Ma anche il ritrovare vecchi amici che ti accompagnano negli auricolari mentre corri, come il colpo all'anima del tuo Poeta, l'immancabile Freddy e Daniele e le sue navi. Ti mettono sul ritmo giusto, con il passo non eccessivamente svelto che la condizione da ritrovare ti permette e ti fanno riassaporare lo sforzo e la soddisfazione della corsa. Accanto a loro arrivano le canzoni poco intelligenti ma contro la paura di Brunori, Mirko ed il suo cane ed un Renga d'annata che non ricordavi nemmeno di avere. Tanto per dirti che alla fine, ogni corsa è diversa e ti regala qualcosa di nuovo ogni volta. Il tempo ed il risultato contano relativamente ed anche se sono da "piccola tappa" ti fanno sorridere perché sono numeri che rappresentano un interruttore che si è di nuovo acceso, ovviamente sempre aspettando il responso di "muscoli e giunture" che stasera e domani daranno il loro verdetto e confermeranno quel sorriso o lo ridurranno di un po'. Nel frattempo la tuta resiste ed invece che nel cassonetto è appesa ad asciugare, nella speranza e nella voglia che torni a fare il suo "lavoro" molto presto. 

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