Sommario

mercoledì 22 luglio 2009

Un dolce brigante

MARCO VICHI - "Il brigante" - Tea
"In quel momento capii che l’amore nasce dal mistero, un mistero più grande dell’uomo” …. “Nessuno può dire sull’amore una sola parola sensata…tutto è alla rovescia…fa come gli pare” …. “all’improvviso ci ritroviamo schiavi di due occhi luminosi, di una guancia morbida o di due labbra rosse” …..sfido chiunque ad indovinare da queste tracce che il libro di cui stò parlando si ambienta in una notte di terribile temporale in una taverna sui monti dell’Appennino….con protagonista un vecchio brigante…di cui “tutti sanno tutto di lui o almeno ne sanno una loro versione”…figura dalla descrizione “oscura” e cupa che appieno fotografa il ruolo che riveste....ma che come paradosso rispetto al suo ruolo se ne stà sdraiato, immobile su una panca della locanda. A far da sfondo quindi la figura del brigante, ed in primo piano quattro uomini dall’aspetto rozzo e truce ma che scaldati da un focolare e da quattro tazze riempite spesso di vino si lasciano andare a racconti tenuti fino ad allora nascosti a tutti anche probabilmente a loro stessi per il significato che hanno…..racconti che sono ognuno diverso dall’altro e di persone che hanno in comune solo la casualità di trovarsi in una locanda insieme in una notte di tempesta…..ma che alla fine sono uniti da un filo conduttore più profondo. La scrittura è semplice ed i racconti e le descrizioni non rischiano mai di andare “oltre”, anche perché sommarli di seguito potrebbe essere un forte rischio se si eccedesse in parole e discorsi….invece come sempre Vichi centra in pieno “il punto” e lo fotografa dando colore a “scenari” illuminati e ombreggiando scenari più oscuri…..il racconto sembra per lunghi tratti poter essere solo quattro foto diverse in uno stesso album….ma si rivelerà una previsione sbagliata……il giovane, il vecchio, l’ultimo arrivato e dita mozze si avvicineranno al brigante……ed allora? Continuerà il “contrasto”? Per scoprirlo…..un solo modo…..
Per chiudere dopo la descrizione del "buio e del grigio" della locanda……la "luce delle stelle" di alcune parole…… “la volontà non mi obbediva più, soffrivo di quel febbricitante e stupido piacere che gli innamorati, ma solo quelli veri, conoscono bene. Sentirsi come ubriaco. Mi piaceva tutto, mi bastava guardarla…ogni suo gesto era quello più nobile del mondo e lei l’essere più bello….quel binomio che rendeva il mondo semplice e magico e te voglioso di respirare l’aria di questo mondo a pieni polmoni…”
BIGNAMI: il concittadino Vichi riesce a cambiare soggetto (dal commissario Bordelli allo sciupafemmine di “donne donne” passando per i briganti) lasciando immutati contrasti, colori, semplicità e soprattutto piacere nel leggerlo.

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