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sabato 20 novembre 2010

Destino in dieci inverni...

VALERIO MIELI – “Dieci Inverni” – Rizzoli

Rituale nell’incedere e ciclico nella trama e nei personaggi. Con queste premesse sembrerebbe complicato far diventare avvincente una storia. Invece capita. I personaggi, Camilla e Silvestro, crescono con lo svilupparsi del libro che abbraccia dieci anni di vita della loro adolescenza e all’interno delle vicende di un percorso decennale vivono una storia composti da tanti piccole scene che sembrano mini-racconti ma in realtà sono solo capitoli di una storia più “grande”. Dall’incontro si capisce che la casualità ed il destino ha giocato un po’ con loro e dal loro rapido allontanarsi si capisce anche lo sberleffo del destino che proprio quando “PENSI DI FARE” l’incontro della vita ti smentisce facendolo allontanare in un soffio. Non ci sono rincorse o inseguimenti, la storia scorre piano ma non lenta. Va del suo passo, che purtroppo spesso non è il passo con cui gira tutto il resto che ti circonda. Ed i due si perdono, in un certo senza neanche essersi trovati. “La cosa non mi era così evidente allora, ma in ogni caso non avevo voglia di chiarire con lei, né con me stesso, la direzione in cui stavamo andando”. Il tempo scorre, passa e ripassa sullo stesso binario e fa uscire numeri già noti. Ma sempre con un attimo di anticipo o di ritardo rispetto alla puntata giusta dei protagonisti, che pur prendendo altri treni ed altri binari, quei numeri se li ricordano ed ogni tanto continuano a giocarli “sono state poche settimane quelle che abbiamo passato insieme qui a Venezia, ma le ricordo ancora giorno per giorno, ora per ora; io che non ricordo mai niente.” In ogni capitolo che si chiude c’è un misto tra la parola fine e la parola prologo, Camilla e Silvestro si sfiorano a lungo sempre con il loro passo ed il loro ritmo ed assecondando quel destino che continua a metterci uno zampino che non si capisce bene se è uno zampino amico o nemico. Naturale rimanere interessati ad una storia che parte parte e non arriva mai, la capacità dello scrittore è quella di non farla diventare banale o ripetitiva pur correndo su una trama nota sin dal titolo. “E la difficoltà di trovare qualcuno con cui sentirmi davvero serena, forte e vera, si era fatta pungente, adesso che avevo passato delle ore con una persona sentendomi meglio che da sola, più viva ed insieme non più finta. Ora stare senza nessuno mi pesava come mai prima.” Sullo sfondo del destino parallelo e perpendicolare di Camilla e Silvestro un misto di Venezia e Russia ed una casa con un divano sgangherato ed un caco…..

BIGNAMI: libro che si fa leggere bene per la buona scrittura e la trama che da intuibile nel suo percorso generale diventa interessante nel suo svilupparsi capitolo dopo capitolo….belle anche le fotografie delle caratteristiche dei personaggi che nella loro “semplicità” sanno diventare particolari….

2 commenti:

  1. Numeri, date ed incontri che di ripetono.
    Il non capire i "controtempi" che...continuano a decidere i binari...su cui procedono due anime affini nel lento/veloce scorrere della vita.
    Credere al destino nemico/amico od ad un essenziale appartenersi nonostante direzioni opposte...
    Una storia scritta...interessante e coinvolgente...ottimo spunto...grazie...

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  2. I controtempi a volte non si riescono a capire, a volte chiudiamo gli occhi e ci abbandoniamo a loro per comodità e facilità....ma l'affinità vera prevale anche da percorsi paralleli, creando strade tortuose d'incontro chiamate "segni del destino"....buona lettura, prego...

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