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venerdì 23 maggio 2014

Ciao Carlo, grazie Bobo

Kiave di lettura n° 84

Mentre lunedì il mio unico santo riconosciuto, San Gabriel da Reconquista, dimostrava al mondo intero che certi vizi non si perdono e che certi gol e certi bomber sono indimenticabili ed ineguagliabili io decidevo di gustarmi un tributo diverso rispetto a quello fatto ad Emergency.
Il comune di Campi Bisenzio infatti, con un'iniziativa secondo me azzeccatissima e da applaudire, ha deciso, ad un anno dalla sua scomparsa, di intitolare il proprio teatro alla memoria di uno dei suoi cittadini più illustri: Carlo Monni. Così lunedì era prevista l'inaugurazione del nuovo "teatrodante Carlo Monni" e dopo il "TUTTI QUANTI CON IL DRINK IN MANO" iniziale è andata "sul palco" una serata omaggio per il mitico "Monna"
Dopo alcuni tributi e video che ricordavano la capacità poetica e lo spessore enorme del Monni, tra sorrisi, vere e proprie risate ma anche qualche brivido con relativa umidità agli occhi per ricordi "più speciali" alle noveemezzo è entrato in scena Bobo.
Penso che migliore artista per omaggiare Carlo non ci potesse essere; pur non essendo fiorentino/campigiano infatti, Bobo viaggia su un'altra delle corde di Monni: "l'essere artista a 360 gradi".
Il suo concerto, per me non una novità vista la sua presenza abbastanza assidua nel mio personale Katalogo, è stato come sempre un mix di poesia, arte, commedia, sarcasmo, ironia, dissacrazione e cervello. Si passa dalla dedica ad Emergency ("non siete andati alla partita ma sostenete Emergency, non mi fate incazzare") alla presa in giro degli spettatori ("oh che grezzume che c'avete, poi dite di Livorno dè"), dall'autoironia dissacratoria e sprezzante alla commozione sincera e non banale per l'amico Carlo,  dalla denuncia forte ed incondizionata per guerra e Chiesa all'ironia colorata di amaranto.
Bobo come sempre interpreta ogni canzone con tutto se stesso, non risparmiandosi neanche quando la voce si abbassa o la tosse aumenta; la fedele compagna di concerto (la bottiglia di birra) allieta le corde vocali nei momenti di stanchezza e batteria e piano cercano di tenere il suo passo, il suo istinto e la sua scaletta ampiamente improvvisata ("dè mi va di fare questa e faccio questo, tanto per quello che avete pagato posso decidere io..."). Come sempre, sentirlo passare da "disperati intellettuali" o "domani mi sparo" a "madame sitrì" o "mangio marmellata" fa cambiare totalmente il registro di ascolto, apprezzando la poesia totale che a volte fa lacrimare di commozione a volte di troppo divertimento.
Quando però Bobo ha deciso di cambiare marcia è riuscito nell'intento di far alzare in piedi tutto il teatrodante Carlo Monni per un lungo interminabile applauso ed omaggio; scegliendo un "cavallo di battaglia" dello stesso Monni, che amava cantare quanto recitare, ed iniziando con "purtroppo sono rimasto solo io a cantarlo, vi dovete accontentare".
La passione messa in quella canzone, l'imitazione sul ritornello finale, il bagno del palco con i residui di birra avanzata per omaggio supremo ha fatto scattare la standing ovation vera e sincera di tutta la champs sur le bysanz presente a teatro. Bobo ha preso fiato, commosso ed ha continuato lo spettacolo fino ai bis con lettura delle sue poesie, ma il pezzo migliore era stato ascoltato. Brividi, applausi ed il perfetto coronamento alla bella idea dell'omaggio del Comune.
Un lunghissimo applauso finale ha di nuovo mischiato Bobo e Carlo. Tutti meritati, per entrambi. 
Ciao Carlo, grazie Bobo.

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