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venerdì 27 settembre 2019

Una conferma continua...

Kiave di lettura n° 355
Un grande "classico" tra i protagonisti del mio personale Katalogo è l'appuntamento con Marco Vichi ed i suoi libri. Questa volta si esce dalla "serie Bordelli" per parlare di:
MARCO VICHI - "L'inquilino" - Guanda
Diciamo che quel nome e cognome sulla copertina, rappresenta per me una sorta di guida sicura, "ANCHE SE NON SI SA ANCORA DOVE" può portare quando il libro prevede la "non presenza" del commissario Bordelli.
Lo sfondo fiorentino è un marchio di fabbrica che non si tocca e già questo "fa ambiente"...e di quello giusto.
Le difficoltà economiche di un lavoro incerto portano Carlo, il protagonista, ad aggiungere ai proprio pensieri "...pensieri senza inizio e senza fine...la vita, la morte, le solite cose..." quello di affittare una stanza della propria casa, alla ricerca di un sostegno che diventa sempre più indispensabile "...a volte i soldi possono significare amore o giù di lì...". Una volta presa la decisione parte per lui una nuova vita. Il suo modo solitario ed un po' romantico di vedere e vivere le cose "...ogni tanto in lontananza sentivo il rumore del treno che passava e rincorrevo quel brusio sognando di andarmene lontano, di viaggiare senza sosta e senza destinazione. La cosa addirittura mi commuoveva. Chissà forse ricordi d'infanzia, forse stanchezza..." viene sconvolto dalle caratteristiche del nuovo inquilino che, oltre ad assommare la quasi totalità dei  vizi poco sopportati da Carlo "...odiavo quel genere di cose, quei detti imbecilli che dovrebbero divertire e che invece mi facevano tristezza...", porta il protagonista dai pensieri poco concreti a veri e propri problemi da dover affrontare. La testa tra le nuvole e l'introspezione del protagonista "...la luna le stelle fa bene guardarle ogni tanto..." viene affiancata nel modo migliore dal nuovo inquilino, sia per il racconto che per la tenuta della storia. La penna di Vichi come sempre aiuta nel modo migliore a seguire gli sviluppi della storia: il libro scorre bene e la dimensione e la profondità della storia lo fanno sembrare più un racconto lungo a cui affezionarci rapidamente. E se è vero che per il libro la citazione "...l'uomo non è mai ciò che sembra..." appare perfetta, per Vichi è totalmente sbagliata visto che la lettura dei suoi libri è sempre come sembra o meglio come ci si aspetta: da consigliare.
BIGNAMI: come sempre una scelta "sicura" quella di Vichi: valutazione quattro stelle su cinque.

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