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"Nero di maggio"
Tea
Avevo conosciuto Bruno Arcieri tanti anni fa in un libro di uno dei miei autori preferiti (Marco Vichi - Fantasmi del passato - clicca qui per leggere la recensione) ma non avevo mai "preso l'attimo" per leggere le storie che lo vedono protagonista nei racconti di Leonardo Gori.
"Nero di maggio" è la prima tappa della serie che vede il capitano Arcieri al centro dei romanzi dell'autore fiorentino. Prima puntata ambientata nel 1938 a Firenze durante i preparativi della visita di Hitler e Mussolini. Accanto all'evento di portata storica vengono piazzati dall'autore eventi di "cronaca nera" con contorni di "ROSSETTI FINTI ED UN ASTUCCIO DI GEMME" della prostituzione di giovani ragazze che vedono collegamenti sempre più possibili/probabili con gli apparati fascisti. Ambienti non facilissimi da indagare in generale, a maggior ragione se intenti ad organizzare un evento di portata mondiale.
La determinazione e la perseveranza di Arcieri però non subiscono stop e lo porteranno quindi su strade pericolose e molto oscure che sono perfettamente descritte rispetto ai colori del periodo. Accanto a queste, altre strade più o meno convergenti lo porteranno a toccare con mano anche vicende di cuore (il suo) ed il concetto di cultura in un periodo per niente abbinabile ad un termine del genere.
Le descrizioni accurate dello scrittore permettono di immergersi nella Firenze dell'epoca nel modo migliore mentre forse l'aspetto di trama ed i contorni "gialli" del romanzo lasciano qualche perplessità. Non tanto perché di scarso interesse ma forse per uno sviluppo che poteva essere più approfondito e centrale rispetto al percorso del libro. Nel complesso però la lettura scorre bene e le pagine corrono veloci. Un "esordio" molto piacevole ed una lettura consigliata.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...il Partito aveva due pesi e due misure. La moralità a tutti i costi, la vita spartana, l'italianità a oltranza valevano per la massa, per il popolo....i quadri della rete di potere, che si ramificava in ogni recesso, anche il più piccolo, della politica e dell'economia della Toscana vivevano secondo regole diverse..."
2 - "...quell'uomo era stato quasi un amico, nei pochi giorni che avevano passato insieme; non poteva credere che si fosse trattato sempre e solo di una recita..."
3 - "...Montedomini...in città il suo nome era sinonimo di abbandono, di decrepitezza, di assenza d'amore...nella fantasia popolare era anche di più: un antro oscuro, un inferno in terra, con i dannati obbligati a vestire una divisa, con tanto di cappello, che serviva soprattutto a umiliarne la personalità..."
4 - "...la città, come per miracolo, manteneva intatta la sua grazia...si domandò quante ferite avrebbe potuto sopportare prima di perdere questa grazia..."
5 - "...i treni passavano fischiando e sbuffando nuvole di vapore grigio e i ricoverati in quegli istanti, sembravano come riprendere vita, quasi che i treni in corsa potessero portarli via da quell'inferno..."
Mia personale VALUTAZIONE : ***° - Tre stelle e mezzo su cinque
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