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domenica 7 agosto 2022

Straziante necessità di civiltà

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 499

E' straziante.
Non saprei come cominciare in modo diverso questo post se non così.
E non è un'esagerazione o un termine usato per "attirare" l'attenzione.
Dal momento in cui ho visto il video dell'ultimo messaggio di Elena non riesco a "togliermi di dosso" il senso di strazio interiore. 
Elena è una donna colpita da un tumore polmonare a cui è stato annunciato che la malattia le lasciava prima poche speranze e poi pochi mesi. Ha lottato finché la parola possibilità era presente nelle frasi dei dottori, anche se ben nascosta da altre parole ben più oscure e pericolose. Quando anche quella minima luce è venuta meno, Elena ha deciso che non voleva aspettare l'arrivo della fine certa e soprattutto la relativa sofferenza fisica e non solo.
Purtroppo però Elena vive in un paese fintamente bigotto, realmente incivile e follemente legato ai diktat di una chiesa antica e polverosa e quindi non ha potuto liberamente scegliere della sua vita e della fine della stessa. Si è dovuta arrangiare ed affidarsi al senso civico di qualcuno disposto a mettersi nei guai per aiutarla e sostenere contemporaneamente la sua causa e quella di altre numerose persone.
"Davanti al bivio tra percorrere una strada più lunga che portava all'inferno o una strada più breve verso Basilea ho scelto la seconda ed ho chiesto aiuto a Marco Cappato per evitare eventuali problemi legali alla mia famiglia". Queste le sue parole sulla scelta fatta. Dobbiamo quindi ringraziare di nuovo Marco Cappato se uno spiraglio di civiltà è arrivato a soffiare sulla vita di Elena, proprio come era successo per Fabo (clicca qui per rileggere la sua storia). 
Dalla storia di Eluana Englaro (tredici anni fa - vedi post) non è stato fatto sostanzialmente niente da quelli che oggi sono impegnati ad accozzarsi in patetiche alleanze e/o a propagandare la totale vastità del vuoto del loro agire politico. "NELLA GARA COL DESTINO ESSERE PER IL MOMENTO ESSERE UMANO" è prerogativa sostanziale di poche, pochissime persone che provano ad andare oltre l'ostacolo del niente suddetto.
Come ho già avuto modo di dire per la scorsa vicenda di Fabo, non ho mai avuto un debole per il partito politico dei radicali. Ma onestamente non riesco ad individuare nessun politico che in questi anni abbia compiuti gesti di impegno istituzionale e civico vagamente assimilabili a quelli di Cappato, che nei radicali è nato e si è "formato"
Che ovviamente va ringraziato, elogiato e preso ad esempio ma resta un singolo esponente di un'associazione (Luca Coscioni) che mettendo a rischio "il proprio" si impegna a puntare i riflettori sulla vicenda e garantire quello spiraglio di civiltà a chi lo invoca come Elena ed in generale a tutelare sacrosanti diritti di TUTTI.
Perché se ancora oggi dobbiamo sentire qualcuno come lei dire con un nodo alla gola "credo che ogni persona debba sempre decidere sulla propria vita e sulla propria fine senza costrizioni...avrei preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa tenendo la mano di mio marito e di mia figlia, purtroppo questo non è stato possibile quindi ho dovuto venire qui da sola" vuol dire che in questo paese quello spiraglio è lontano da essere considerato raggiunto o raggiungibile e la sua necessità diventa sempre più straziante, ogni giorno di più.

ps. non è per niente facile, non è per niente "estivo/allegro", non è per niente "bello"....ma consiglio davvero a tutti di vedere ed ascoltare attentamente le parole di Elena....perché straziano ma insegnano....

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