sabato 4 marzo 2017

Ciao Fabo

Kiave di lettura n° 225
A pensarci bene, mi sono sembrati decenni quelli passati senza riuscire ad ascoltare con attenzione e quasi trasporto le parole di un esponente politico e forse la definizione di decenni non basta per ritrovare quella sensazione. Mi è capitato mercoledì sera guardando l'intervista delle Iene a Marco Cappato. Ho trovato una profondità ed una semplice totalità nelle sue parole che ne sono rimasto davvero colpito.
Non sono mai stato  un simpatizzante dei Radicali, non li ho mai votati e sinceramente anche lo stesso Cappato non l'ho mai trovato così "politicamente" attraente.  L'altra sera invece ne sono rimasto affascinato per impegno e profondità; è stato intervistato prima di andare ad autodenunciarsi dai carabinieri per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera ad essere finalmente e di nuovo libero. Da qualche tempo avevo seguito la storia di Fabo e quando la sua vicenda ha preso un po' di campo mediaticamente, ho rivisto mentalmente i giorni in cui era la vicenda di Eluana ad essere tra gli argomenti principali. Ho cercato nella memoria qualche riferimento di quei giorni e mi sono ricordato che avevo creato da poco questo blog e che mi ero ritrovato a scrivere sull'onda dell'emozione e della rabbia uno dei miei primi post.
Sono passati otto anni e non è cambiato niente. NIENTE, in un paese che sempre meno riesco a capire, accettare, sentire giusto. Ed è per questo che ho apprezzato le parole di Cappato, la sua forza non protagonista di dare una risposta agli occhi di Dj Fabo che dicevano "IO CHE ASPETTO UN PASSO" "per poter essere libero".
Ha accettato la sua richiesta, dopo che Fabiano aveva chiesto un intervento del Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento. Ha accettato di declinare la parola politica nel senso di rispetto dei diritti personali, umani e sociali e delle stesse esigenze coniugate con il diritto di libertà. Sapeva e sa che andrà in contro ad (auto)denunce e procedimenti penali ma ha visto il suo intervento come "quello che doveva fare una persona che ha a cuore i diritti dei cittadini, come italiano e come politico". Non ne faccio un santo, ne un idolo. Ho apprezzato la coniugazione di politica, la forza di responsabilità e la dolcezza nel commuoversi pensando a Fabiano. Ha avuto il merito, in un paese che ti vuole in vita a tutti i costi non permettendo nella pratica di abortire e non consentendoti di scegliere di andare quando lo ritieni giusto, di andare oltre la finta morale cattolica che infesta uno stato laico solo a parole vuote.
Adesso Fabo è libero, di nuovo e finalmente. Marco ne ha il merito ed invece pagherà. Mattarella che non ha avuto neanche la decenza di parlare la prenderà come un altro capitolo da mettere nel cassetto, indegno del suo interesse. Il Parlamento tornerà a fingere di interessarsene per un po' per poi passare a vergognosi dibattiti su argomentucoli che interessano sostanzialmente il loro portafoglio e quello di lobby di amici o banalmente importanti. La Chiesa continuerà a condannare e riceverà il continuo bene placito di politici che al predicar di sacerdoti e simili si inchinano. E questo Paese continuerà a lasciare l'amaro in bocca, la voglia di urlare, la sensazione infinita di schifo.
Ciao Fabo, un saluto grande e libero, lo stesso che Marco è riuscito a darti e permesso a te di ottenere.

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