giovedì 28 febbraio 2019

Ri - tre a tre

Coppa Italia - Semifinale Andata
FIORENTINA - ATALANTA = 3 - 3
GOAL: Gomez, Pasalic, Chiesa, Benassi, De Roon, Muriel
LE PAGELLE
LAFONT 5 +
Bell'intervento di puro istinto nel primo tempo, prende un gol sotto le gambe (colpevole?) e sbaglia l'uscita sul terzo gol. Immobile sulla traversa finale
MILENKOVIC 6 - 
Tiene la posizione con un po' di fatica ma mette anche alcune pezze
CECCHERINI 6 +
Gagliardo, sembra quello più in palla in difesa
VITOR HUGO 4,5
Ilicic lo fa ammattire e lui è spesso fuori posizione
DABO 5 +
In un ruolo non suo ci mette il solito entusiasmo ma è spesso in difficoltà
BENASSI 6,5
Bello e fondamentale il suo gol
VERETOUT 5,5
In affanno più del solito specie senza Edimilson
GERSON 5
Quando esce il centrocampo si ritrova, magari è solo un caso...
BIRAGHI 5,5
Sbaglia praticamente ogni cross ma riesce a proporsi con costanza
CHIESA 8
Strapotere fisico e tecnico al limite dell'imbarazzante
MURIEL 7
Mezzo assist ed un gol dopo un periodo di appannamento
SIMEONE 6,5
Entra nel migliore dei modi in partita partecipando anche all'azione del gol del pari finale
EDIMILSON 6
Sbaglia un paio di conclusioni ma c'è e si fa sentire
LAURINI SV
ALL. PIOLI 5
Sbaglia clamorosamente e praticamente tutto per oltre un tempo, poi San Chiesa lo riporta due volte in partita
IL MIGLIORE: CHIESA
IL Peggiore: VITOR HUGO
LA PARTITA
Era una serata speciale per Firenze. Un po' per l'avvicinarsi dell'anniversario del saluto a Davide, un po' per una semifinale che potrebbe aprire le porte di una finale speciale per i colori viola. 
Caso ed eliminazioni a sorpresa hanno fatto sì che come avversario ci fosse non una super big ma una squadra bella ed ambiziosa ma sostanzialmente del nostro stesso rango: l'Atalanta. Stessa considerazione non deve essere stata fatta dal mister che ha rinunciato al tridente e impostato una squadra con tre+due difensori facendo giocare così Dabo in un ruolo non suo, mettendo Vitor Hugo in totale difficoltà visto che da subito ha ballato in una posizione innaturale e contro un avversario che non gliel'ha mai fatta vedere ed in generale snaturando buona parte della squadra e del suo gioco. Gerson confermato titolare e questo basta per dire che sulle scelte ci sarebbe da discutere a lungolungolungo.
Pronti via e "bada Lerc che verve che c'ha" mette alla prova i riflessi di Lafont; l'Atalanta gioca meglio ed è padrona del campo tanto che sull'ennesimo intervento sbagliato di Hugo sempre Ilicic si fa tutto il campo e taglia dentro un assist perfetto per Gomez. Il Papu salta il nostro portierino ed è vantaggio bergamasco. Il tempo di bestemmiare e la scena si ripete con assist del solito sloveno che mette solo davanti a Lafont stavolta Pasalic, risultato identico con tiro ravvicinato ma centrale. 0-2. Sembra che non ci siano vie d'uscita. Palla costante sui piedi del 72 nerazzurro e noi in sofferenza. Poi come ormai previsto dal "nostro unico schema" si accende quel fenomeno che abbiamo. Va a portare un pressing solitario sull'ultimo uomo, ruba palla nella nostra metà campo e vola in porta riaprendo il match. Noi e la nostra partita abbiamo finalmente una scossa che la squadra asseconda e dopo pochi minuti Benassi in girata trova il pareggio. Dieci alla fine del primo tempo e 2-2, praticamente impensabile visto quanto espresso in campo. L'Atalanta resta col pallino in mano ma si arriva all'intervallo così.
Quando le squadre tornano dagli spogliatoi, ci aspetteremo qualche modifica, ma in realtà i cambiamenti sono limitati visto che Hugo (anche ammonito) è ancora in campo anche se lascia la marcatura dell'ex sloveno a Ceccherini. In realtà qualche miglioramento nella manovra c'è solo quando il solito insufficiente Gerson lascia il posto ad Edimilson. Il gioco finalmente ha anche i colori viola e sfioriamo addirittura il vantaggio con un colpo di testa fuori di poco. Sembra incredibile, ma proprio nel momento in cui stavamo piano piano rialzando la testa la nostra "PORTA NON SI CHIUDE BENE" per la terza volta. Dopo un'uscita così così di Lafont infatti De Roon tira una "discreta susta" e siamo di nuovo sotto.  La squadra accusa il colpo e l'unica cosa che ci viene in mente a tutti è "o ci pensa Chiesa.....". Così, su un bello spunto del Cholito finalmente entrato, Fede nostro semina l'avversario diretto sulla fascia e mette perfettamente sui piedi di Muriel al centro che avendo seguito l'azione adesso deve solo appoggiarla dentro. Siamo di nuovo pari. Sembra a questo punto che possa succedere di tutto ma le squadre si appoggiano sul risultato fino a pochi istanti dalla fine quando Hateboer decide di farci prendere l'ultimo spavento con un colpo di testa che si stampa sulla traversa. Finisce 3-3 esattamente come domenica contro l'Inter o come nella matta partita contro la Samp (clicca qui per ri-leggere il commento alla giornata dello splendido esordio di Muriel).
Peccato. Di nuovo peccato. Abbiamo buttato via secondo me un'occasione molto importante giocandocela male e lasciando spazio e campo ad un'Atalanta che non chiedeva di meglio. Assurda la mossa Hugo su Ilicic, ancora di più snaturarci per non si capisce quale tattica di controllo degli avversari. La voglia e la compattezza di questa squadra, ma soprattutto un fenomeno dal numero 25, ci ha permesso di tenerla aperta fino ad aprile questa semifinale, perché oggettivamente a livello di impressione generale e di gioco, loro sembravano sempre saper cosa fare e come giocare, noi quasi mai se si eccettua il nostro unico schema (palla a Chiesa) e qualche piccolo corollario (la corsa di Muriel, la vena realizzativa di Benassi, la grinta di Veretout). Non sarà facile, ma nemmeno impossibile. Ricordiamoci sempre che parliamo di avversari importanti ma non esattamente di fenomeni e che il rispetto va benissimo ma la soggezione...molto meno. In attesa del ritorno....
FORZA VIOLA...sempre...
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...fino al 2-2 si faceva pena...vi faceva cacare Ilicic...invece il Vitor Hugo di oggi è lo stesso dell'anno scorso o un altro giocatore?..."

mercoledì 27 febbraio 2019

XX anni


Quando fai presente a qualcuno "sono XX anni che mi occupo di questo, lo saprò no?" devi essere davvero davvero davvero (oh, ma davvero) sicuro di sapere tutto di quell'argomento perché altrimenti diventa un'autodenuncia di fallimento. 
Tra l'altro datata XX anni che quindi sfiora la recidività e la bancarotta fraudolenta.

sabato 23 febbraio 2019

Ostacoli da corsa

Kiave di lettura n° 326
Riprendere scarpette e "tuta preistorica" per provare a fare fiato non è mai banale. Da un po' di tempo ci sto provando, cercando di superare le scuse che spesso metto nel mezzo e mi fermano prima di mettermi appunto le scarpe, che concordo con quanto letto un po' di tempo fa (cit. Paolo Nori):  è l'ostacolo più grande da superare per chi vuol andare a correre. Scavallato quell'ostacolo, "tirate le stringhe e presa la porta" il resto vien da sé. Anzi. Una volta uscito, inseriti gli auricolari e fatta partire un po' di musica, la parte difficile svanisce e comincia quella positiva. Parlo di quella sensazione legata al saper tenere un buon passo, quella che ti arriva vedendo scorrere piano il paesaggio intorno, quella che senti partire da dentro quando ascolti un pezzo che riesci a canticchiare anche correndo. Tutte sensazioni che  mescolandosi riescono a darti una scossa positiva, quella che spesso ti serve per "scaricare". Pensieri, giornate, noie
A volte quella scossa particolare la cerchi così tanto che lo scarico non è l'effetto della corsa, ma la vera e propria causa di essere lì in una tuta dagli anni innumerevoli a sudare. Quella che ti ha portato a vestirti da corsa e di corsa appena tornato a casa ed attaccare Runtastic sperando di non doverlo staccare troppo presto. Il percorso è sempre il solito ed il random musicale è più o meno la giusta compagnia per te che "TIENI GIU' LA TESTA" e spingi nei momenti di piccola salita e/o ti godi la testa alta dei momenti in cui serve respirare un po' di più. E' quando arriva "la verità" nel random che ti accorgi che quella esigenza che ti ha spinto ad andare a correre per smaltire la giornata è esattamente come la consapevolezza che senti, quella racchiusa in "la verità che arriva silenziosa e disturba sempre un po' qualcosa" che racconta il buon Vasco. E sai che la giornata con i suoi pesi non si volatizzerà certo del tutto ma almeno quella morsa che non sai "quanto costa, che cos'è, che faccia ha" si allenterà un po' ed anche se magari tornerà a stringere domani (perchè alla fine a quelle domande sai rispondere eccome), mentre senti i muscoli faticare sei certo che l'obiettivo è centrato. O meglio l'ostacolo di riuscire a mettersi le scarpe ed andare a correre non è mai stato così agevole da superare. Quell'esigenza di scaricare, magari anche solo temporaneamente, è soddisfatta ed anche la verifica del tempo/percorso su Runtastic a sessione terminata è sì un gesto che compi in maniera istintiva, ma non essendo più così importante passa in secondo piano e "si imbosca tra le nuvole".

lunedì 18 febbraio 2019

Prova provata


La cosa triste non è tanto cosa voteranno gli iscritti del Movimento Cinque Stelle, ma che non si rendano conto che il semplice fatto di interrogarsi (in modo incomprensibile..."financo"...nelle modalità e nel quesito) è la "prova provata" del loro fallimento. Quale sarà il risultato e come arriverà è il meno di fronte all'accordo di Governo, all'appiattimento nei confronti degli alleati ed alla possibile scialuppa di salvataggio per quello che loro stessi un tempo definivano (giustamente) "impresentabile". Quindi giocate pure con Rousseau, il risultato è ininfluente. 

sabato 16 febbraio 2019

Bordelli non tradisce...

Kiave di lettura n° 325
Per il ritorno della Kiave di lettura dedicata ai libri, ho deciso di buttarmi su qualcuno di molto noto alle "pagine" di questo blog ed alla mia personale libreria. Ecco quindi la mia recensione di:
MARCO VICHI - "Nel più bel sogno" - Guanda
Allo stesso modo in cui al Bar Mario sanno che "TANTO ROMBO DOMANI RIPASSERA'" io so che ogni nuova avventura del commissario Bordelli farà parte dei libri sui miei scaffali. Dopo una bella pausa, ho ritrovato il commissario di Vichi con il solito passo deciso e la solita poesia come cornice. Il libro è ambientato nell'anno che si definisce con il solo numero: 1968. Il clima di ribellione, contestazione e fermento emerge in vari punti nel libro ed ovviamente Bordelli non può non prendere posizione "...torci un capello a uno di quei ragazzi e ti faccio mandare ad Orgosolo a giocare a guardie e ladri visto che ti piace tanto...". Come spesso gli accade, le vicende con cui deve confrontarsi sono diverse ed in qualche modo si affiancano e si sovrappongono insieme ai suoi percorsi personali, sempre con lo sfondo fiorentino "...ma Firenze città culla dell'arte se ne infischia quando arriva e quando parte...". Le tre vicende partono da una storia d'amore e di prevaricazione di anni passati "...erano amori innocenti che per un nonnulla provocavano brividi intensi...", di relazioni da tenere nascoste "...esisteva la legge certo ma esisteva anche il sentimento umano che dava alle cose un valore diverso..." e di una vicenda violenta apparentemente con sfondo economico ed affaristico "...la vita va presa per le palle..." "...i coglioni viaggiano sempre in due...". Ovviamente i compagni abituali fanno compagnia al commissario anche in questa vicenda: dagli amori che potrebbero prendere una svolta nuova con l'arrivo della primavera come stagione e come sentimenti ai soliti amici che non lo abbandonano mai e con i quali trascorrere ore piacevoli nell'immancabile cena con racconto "...siamo la confraternita del contrappasso...". L'anima malinconicamente decisa di Bordelli appare in ogni spunto, in quelli filosofici "...ci sono due tipi di filosofi, quelli che lo sono e quelli che non lo sono...", in quelli profondi "...non penserò a ciò che ho perduto ma penserò a ciò che ho avuto..." o politici "...la guerra è il gioco dei potenti, la guerriglia è la necessità degli oppressi...". Ogni tanto lo scorrimento del libro ha delle piccole frenate date da qualche piccola ripetizione o qualche descrizione troppo approfondita. Ma le storie seguono il loro sviluppo più o meno naturale e soprattutto tengono il lettore con la voglia di arrivare in fondo nel modo migliore "...il mondo che vorrei non può esistere, ne sono convinto. Mi accontento di fare quello che posso intorno a me, senza illudermi di salvare l'umanità..." e concludere la storia, sperando comunque che la conclusione non sia quella finale nel vero senso della parola "...la volontà che andava oltre la morte dava un'illusione di continuità..." perché Bordelli davvero è una sicurezza che lascia il segno ogni volta che torna. Quindi....alla prossima...
BIGNAMI: ci sono letture che sono delle sicurezze anche prima di cominciarle. Autori che hanno quel grado e quella percentuale di realizzazione pari ad un tiratore da tre dell' NBA con la mano calda. Vichi per me è uno di questi. La valutazione non può che essere 4 stelle (più) su cinque.

sabato 9 febbraio 2019

Nebbia

Kiave di lettura n° 324
Come in un ritornello costante: "il fumo saliva lento, nel freddo giorno d'inverno". In fondo questo è l'effetto della nebbia: un fumo più o meno leggero che prima invade e poi piano piano sale. Avvolge persone, piloni, fili spinati ed ingressi. La nebbia. Sembra accompagnarti insieme al "solo grande silenzio" che resta il protagonista. Sale non soltanto nella definizione climatica, sale dentro. Parte dalla zona emozionale e la percorre tutta per arrivare dritta ad ogni singolo punto ricettivo che senti di avere. Il rumore intorno è così imponente da trasformarsi in silenzio, "tante persone ed un solo grande silenzio". Un rumore fatto di immagini, di racconti, di oggetti, di vite, di sofferenze. La sensazione di disagio avvolge ogni tuo pensiero come la nebbia. Senti l'inadeguatezza di ogni tuo pensiero rispetto a quello che hai intorno ed ormai dentro di te. "Occhi lucidi, gola strozzata, tempo fermo, silenzio assordante". Anche incrociare gli sguardi di chi è li con te è una fatica, è un qualcosa che paradossalmente senti come "di troppo". Le stanze si susseguono, la voce nelle cuffie racconta quello che sai, ti descrive quello che non puoi non immaginare già da te ma l'impatto dei racconti è di tale portata che produce lo stesso l'effetto di un evento a sorpresa. Il "TRAFFICO NELL'ANIMA" è sempre più intenso e si lascia trasportare da piccoli passi, rispettosi e ordinati. Lo sguardo spesso cerca le proprie scarpe per il motivo di prima. La testa rimugina, di nuovo, sempre più intensamente. La nebbia si trasforma in pioggia e cominci a sentirla solo quando si fa davvero invadente e costante. La senti scorrere sul giubbotto e sui jeans ma non ti fa spostare di un centimetro. Fa parte di tutto quello che ti sta entrando dentro. La camminata si allunga, gli spazi si aprono ma la stretta allo stomaco non si allenta, c'è solo un tempo diverso per assimilarla. Un paesaggio che adesso ha abbandonato stanze ed oggetti e lascia libero l'occhio nell'immensità di uno spazio aperto. Immenso, come l'orrore. Come i brividi, che "sono nel vento" che leggero si alza. Come le sensazioni di relatività e di totalità che si alternano fino a mescolarsi. Tutto è relativo e totale in quel momento. Tu sei relativo, quello che senti è totale. La nebbia continua a fare il suo lavoro. E ti avvolge. Stretta quanto serve.

mercoledì 6 febbraio 2019

Cracovia ma soprattutto altro...

Non ho ancora trovato quelle che "DOVREI. HO PERSO LE PAROLE" in questo ultimo periodo, parlando di blog/post/in generale, e l'impatto emotivo (e non solo) che certi posti provocano certamente non aiuta. Ed allora provo a farmi dare una mano dalle immagini, scegliendone cinque (idea  con marchio Galga....fatta mia...) di una quattro giorni davvero speciale. 
Non arriveranno forse a chi le guarda i sorrisi ripetuti di questo finesettimana allungato, non riusciranno questi cinque scatti a rendere un'idea completa del "peso specifico" del significato dei luoghi visitati con i relativi pensieri provocati e sicuramente non arriverà il "cazzotto allo stomaco ed all'anima" preso nel momento dello scatto delle foto 3 e 4. Ne sono sicuro. Ma nonostante questa certezza, ci provo. 
E con me ci provano le 5 foto dedicate a Cracovia.
1 - La miniera di sale ed i suoi 800 scalini
2 - La piazza principale e la carrozza ferma nel tempo
3 - Auschwitz ed il suo cazzotto a stomaco ed anima
4 - Birkenau ed il cazzotto numero due

5 - "...come le fihe..."